IL NUOVO RAPPORTO ANNUALE ISTAT RILEVA UN’ITALIA PIÙ VECCHIA E PIÙ POVERAIl “Rapporto annuale 2025. La situazione del Paese” è stato presentato mercoledì
21 maggio a Roma, presso Palazzo Montecitorio, dal Presidente dell’ISTAT
Francesco Maria Chelli.
Giunto alla sua trentatreesima edizione, il Rapporto esamina i cambiamenti
economici, demografici e sociali che hanno interessato il Paese nell’anno appena
trascorso, offrendo un quadro informativo sulle principali sfide che l’Italia
sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni.
Il Rapporto si articola in quattro capitoli: Economia e ambiente; Popolazione e
società; Una società per tutte le età; Il sistema economico tra vincoli e
opportunità: un confronto tra le generazioni. Per ciascuno di essi, dopo una
breve introduzione, si evidenziano i principali risultati.
Dal Rapporto emerge un’Italia invecchiata e impoverita. Un quarto della
popolazione (14 milioni e mezzo di persone) ha più di 65 anni, 4,6 milioni più
di 80, un numero superiore ai bambini con meno di 10 anni di età, che sono 4
milioni 326mila. Mentre 25 anni fa gli under 10 erano 2,5 volte più degli over
80. I nuclei famigliari, inoltre, sono sempre più piccoli: il 36% sono persone
sole e meno di una coppia su tre ha figli.
Sul fronte economico, tra il 2019 e il 2024, i salari reali hanno perso il 10,5%
del potere d’acquisto. Risultato: ben il 23% della popolazione è a rischio
povertà o esclusione. Un dato che al Sud è del 40%. Tra le tante conseguenze di
un Paese vecchio e povero ci sono da un lato la difficoltà a curarsi di un
cittadino italiano su dieci e la fuga dal Paese di 97mila giovani laureati negli
ultimi 10 anni. Anche la tanto decantata crescita dell’occupazione, più volte
sbandierata dalla Meloni, riguarda in realtà solo gli anziani: 8 neoassunti su
10 sono over 50.
Per analizzare e comprendere i contenuti presentati dall’ISTAT, ci siamo
collegati con Tania Scacchetti segretaria generale dello SPI CGIL, il sindacato
dei pensionati. Ascolta o scarica