Precariato: ecco la cassettina degli attrezzi by Occhiuto-Cattaneo-Galliani
Alla telenovela della riforma del preruolo si aggiunge un nuovo episodio. Se la
cassetta degli attrezzi (il controverso DDL Valorizzazione e promozione della
ricerca), con cacciaviti di ogni tipo e misura, non ha funzionato, perché non
provare con una mini-cassettina, giusto una coppia di cacciaviti, uno a stella e
l’altro a taglio? L’emendamento Occhiuto, Cattaneo, Galliani, Bucalo, Paganella,
Fallucchi, approvato il 20 maggio dal Senato, è un copia-incolla parziale del
DDL, di cui ripropone due profili precari e poco garantiti: i “contratti
post-doc” ribattezzati “incarichi post-doc” e le “borse di assistente alla
ricerca junior” ribattezzate “incarichi di ricerca”. Gli incarichi post-doc,
finanziati con fondi interni o da soggetti terzi, durano da uno a tre anni. Gli
incarichi di ricerca sono ancora più discrezionali, in virtù del possibile
conferimento diretto su indicazione del responsabile scientifico del progetto di
ricerca. Sull’operazione incombe il possibile cartellino rosso europeo. In
relazione alle riforme promesse dal PNRR è proibito fare marcia indietro (il
cosiddetto reversal). È questa incognita che aveva frenato la cassetta degli
attrezzi della Ministra Bernini. Introdurre figure precarie per tutti i gusti
avrebbe vanificato una milestone del PNRR contenuta nella legge 79/2022:
l’abolizione dell’assegno di ricerca e l’introduzione di un’unica figura
post-doc, il Contratto di ricerca. La cassetta mille-pezzi era troppo
ingombrante. Due cacciaviti stanno in tasca e l’UE potrebbe non accorgersene.
Sempre che non ci mandino in serie B come il Monza.
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