Tag - Gioco d'azzardo

In un Paese con oltre 5,7 milioni di persone in condizioni d’indigenza si buttano 157 miliardi nell’azzardo
Dal 1990 al 2020, l’Italia è il fanalino di coda dei Paesi OCSE e l’unico Paese con un valore negativo (-2,9%) di variazione dei salari reali medi. La percentuale di lavoratori a basso salario è passata da 25,9 punti percentuali nel 1990 a 32,2 punti percentuali nel 2017. A essere colpiti sono soprattutto donne, giovani nella fascia 16-34 anni e residenti al Sud, ed in generale quanti hanno un contratto di lavoro part-time. Nel 2023, ogni italiana o italiano deteneva in media circa 190.000 euro di patrimonio. Il patrimonio medio dei 50,000 adulti più ricchi del paese è più che raddoppiato rispetto agli anni Novanta, mentre i 25 milioni di italiani più poveri hanno visto la propria ricchezza media ridursi di più di tre volte e oggi detengono un patrimonio medio di circa 7 mila euro pro-capite. Si stima che almeno 10 milioni di adulti abbiano risparmi liquidi inferiori ai 2.000 euro, decisamente insufficienti per far fronte a uno shock di reddito come quello inflitto dalla perdita del lavoro o da una malattia. La povertà assoluta nel nostro Paese coinvolge oggi una quota sempre più ampia della popolazione. Secondo i dati diffusi da Istat il 14 ottobre, il 9,8% degli italiani – oltre 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie (8,4% dei nuclei) – vive in condizioni di indigenza. Negli ultimi dieci anni il fenomeno è cresciuto in modo significativo: il numero di famiglie in povertà assoluta ha registrato un + 43,3%, segno di un processo di radicamento che ha reso la povertà una componente strutturale del tessuto sociale nazionale. E’ quanto si legge nel Rapporto 2025 su povertà ed esclusione sociale in Italia della Caritas, dal titolo “Fuori Campo. Lo sguardo della prossimità”. Due capitoli del Rapporto Caritas 2025 sono dedicati alla deriva nazionale dell’azzardo industriale di massa e alle sue conseguenze e alla povertà energetica. Il capitolo 3 si occupa della deriva dell’azzardo, sottolineando come a partire dalla fine degli anni 90, l’offerta dell’azzardo si sua arricchita di oltre una cinquantina di modalità di gioco, sia online che in presenza (oltre 150mila locali, disseminati in tutte le province italiane). “Il volume monetario del gioco d’azzardo, si legge nel Rapporto, mostra una crescita inarrestabile: dai 35 miliardi di euro giocati nel 2006 siamo giunti ai 157 miliardi giocati nel 2024 (+349%). A fronte di tale incremento, l’incasso dell’erario è aumentato solamente dell’’83% (da 6 a 11 miliardi), a tutto favore delle grandi società produttrici. Solo per le slot, si stimano 38 milioni di ore impegnate nel gioco. Oltre 22 milioni di ore impegnate per 1 miliardo e 358 mila giocate”. Ma sono soprattutto le modalità tradizionali ad impegnare tempo di vita: oltre 388 milioni di ore impegnate dalla popolazione per lotto, scommesse, superenalotto. In totale, le giornate lavorative assorbite dal gioco sono oltre 104 milioni. L’altra faccia della medaglia è costituita dalle perdite: nel 2024, il totale delle perdite è stato pari a 20 miliardi di euro. I dati mostrano una correlazione inversa tra reddito medio per contribuente e perdita media al gioco, con un peso percentuale più alto nelle regioni più povere. Dieci regioni sono sopra la soglia della media nazionale (493 euro) e di esse, cinque sono meridionali e isole, due del centro-sud (Abruzzo e Molise) seguite da Lazio e Lombardia. “L’azzardo – si sottolinea nel Rapporto –  costa di più a chi ha meno: non solo perché perde più euro, ma perché quegli euro valgono di più nel bilancio familiare. È il punto da cui far partire qualunque discussione seria su prevenzione, regolazione e responsabilità pubblica”. Il capitolo 5 si occupa, invece, della povertà energetica, quel fenomeno che interessa coloro che non possono usufruire di forniture adeguate e affidabili di energia elettrica e gas per indisponibilità di sufficienti risorse economiche. È la punta di un iceberg, la cui massa sommersa è costituita dalla complessità delle connessioni tra questioni ambientali, climatiche e sociali. È una “nuova” povertà sulla quale pesano gli effetti della crisi climatica che ha creato nuovi rischi ambientali e sociali, che incrementano le disuguaglianze e producono nuove forme di povertà. Secondo l’OIPE nel 2023 le famiglie in povertà energetica in Italia erano 2,36 milioni, pari al 9% del totale, in crescita rispetto all’anno precedente (+1,3 punti percentuali, pari a 340 mila famiglie in più), il valore più alto dall’inizio della serie storica. “Le famiglie più povere, si legge nel Rapporto,  impegnano l’8,7% della loro spesa per beni e servizi energetici, contro il 3,3% delle famiglie più ricche. I poveri sono anche coloro che, per effetto della riduzione progressiva delle risorse stanziate per i bonus (meno 1 miliardo tra il 2022 e il 2023), hanno ridotto più della media le spese per consumi energetici”. Dall’incrocio tra la posizione nel mercato energetico e l’inserimento nelle reti di protezione o possibilità di accesso alle politiche per la transizione energetica, il capitolo identifica e approfondisce tre tipi di poveri: i vulnerabili energetici, gli assistiti energetici e gli esclusi energetici. “Dal punto di vista delle risposte possibili, non si tratta più – propone la Caritas – di affrontare una povertà tradizionale con strumenti assistenziali tradizionali, ma di ripensare il welfare in una logica di sistema che integri sostenibilità ambientale e giustizia sociale, con politiche che intervengano prima che la vulnerabilità si trasformi in esclusione, affinché ogni cittadino, nella transizione energetica, abbia diritto a fruire di energia prodotta da fonti rinnovabili, accessibile a un prezzo equo e fruibile grazie a dispositivi efficienti”.  Come scrive il direttore della Caritas italiana, don Marco Pagniello, il “fuori campo” del titolo del Rapporto è ciò che non si vede, è la parte invisibile che sfugge allo sguardo immediato. La povertà oggi non è sempre visibile, spesso è silenziosa, frammentata, trasversale e multidimensionale. È la povertà di quei lavoratori che non riescono a vivere dignitosamente, di chi cade nella trappola dell’azzardo, di chi subisce violenza nel silenzio, di chi rinuncia al riscaldamento o alla luce, di chi non riesce ad assicurare un tetto alla propria famiglia, di chi vive perennemente connesso, ma senza relazioni significative. La povertà oggi è educativa, sanitaria, abitativa, energetica, affettiva. “Non basta guardarla da lontano o analizzarla con categorie vecchie, ammonisce il direttore della Caritas italiana. Bisogna abitarla, entrarci dentro, sporcarsi le mani, lasciarsi coinvolgere, assumere lo sguardo della prossimità per consentire alla conoscenza di diventare compassione e, di conseguenza, alla compassione di tradursi in azione davvero incisiva”. Qui il Rapporto Caritas: https://www.caritas.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/11/Rapproto-Poverta-2025-Versione-integrale.pdf.  Giovanni Caprio
Progetto SINAPSI: l’Ambito 9 rafforza l’impegno per il benessere giovanile e la prevenzione del gioco d’azzardo
L’Ambito 9 della Bassa Bresciana Centrale rinnova con forza il proprio impegno per la promozione del benessere psicologico e sociale dei giovani attraverso il Progetto SINAPSI, un’iniziativa articolata e condivisa realizzata in collaborazione con Associazione CRIAF e Cooperativa Il Calabrone, e attivata nell’ambito della convenzione stipulata con ATS Brescia, che ha approvato il Piano Locale di contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) promosso da Regione Lombardia. Questa convenzione rappresenta un passo importante nella costruzione di politiche locali integrate tra ambito sociale e sociosanitario, e ha l’obiettivo di: * Supportare la messa a sistema di policy e azioni locali per la prevenzione e il contrasto al GAP, con il coinvolgimento attivo degli Enti Locali e del Terzo Settore (prevenzione ambientale); * Promuovere l’aumento di conoscenze e competenze nei diversi target, a sostegno della health literacy; * Potenziare le attività di prevenzione e contrasto nei principali setting educativi e comunitari: scuola, luoghi di lavoro, comunità locali; * Rafforzare le opportunità di diagnosi precoce, cura e riabilitazione del Disturbo da Gioco d’Azzardo. UN PROGETTO INTEGRATO PER STUDENTI, FAMIGLIE E DOCENTI Attivo da diversi mesi, il Progetto SINAPSI si propone come risposta concreta al crescente disagio giovanile, attraverso un approccio innovativo e sistemico che coinvolge studenti, famiglie e insegnanti in percorsi differenziati ma integrati. A oggi, sono già stati coinvolti oltre 230 studenti in 28 gruppi attivati in sette scuole del territorio. I laboratori proposti mirano a potenziare le competenze socio-affettive, prevenire comportamenti a rischio (inclusi quelli legati al gioco d’azzardo) e promuovere consapevolezza e benessere personale. Tra le azioni cardine, si segnala anche l’intervento di peer education promosso dalla Cooperativa Il Calabrone, che vede gruppi di pari coinvolti attivamente nella sensibilizzazione tra coetanei su temi di benessere, rischio e prevenzione, inclusi quelli legati al GAP. Parallelamente, oltre 180 docenti da tutta la provincia di Brescia hanno preso parte a un percorso formativo partecipato, finalizzato a prevenire il disagio scolastico e costruire linee guida operative da adottare nelle scuole. SPAZI DI ASCOLTO E FORMAZIONE PER LE FAMIGLIE Un’attenzione particolare è stata riservata al coinvolgimento delle famiglie, con percorsi dedicati come “Genitori in Rel-Azione” e “Genitori Sentinella”, che offrono strumenti pratici per comprendere, prevenire e affrontare il disagio adolescenziale, anche in relazione alle dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo. I PROSSIMI APPUNTAMENTI L’Ambito 9, in sinergia con i partner del progetto, ha in programma nuove iniziative che rafforzano l’impegno educativo e preventivo sul territorio: * Ripartenza dei laboratori con studenti presso gli istituti scolastici del territorio, con attività di gruppo e percorsi individualizzati; * Nuovi incontri formativi per genitori, per rafforzare la relazione educativa e il riconoscimento precoce dei segnali di disagio; * Ripresa del percorso formativo per docenti con incontri di approfondimento, tutoraggio e sperimentazione didattica, in vista della definizione finale delle linee guida territoriali; * Attivazione di spazi di consulenza e sportelli di ascolto rivolti agli adulti di riferimento (educatori, insegnanti, genitori), a supporto dell’azione educativa sul territorio. VERSO UN MODELLO REPLICABILE DI BUONE PRASSI La dottoressa Claudia Pedercini, Direttrice Ambito 9 ha così commentato: «ATS Brescia e Ambito 9 hanno raccolto una sfida e scommesso sulla costruzione di un modello integrato di prevenzione che mette al centro il benessere delle giovani generazioni, unendo competenze, risorse e visioni in una rete territoriale solida e condivisa. Il Progetto SINAPSI è la testimonianza concreta di come il lavoro sinergico tra istituzioni, scuole, famiglie e Terzo Settore possa generare interventi capaci di incidere realmente sulla qualità della vita dei ragazzi e delle loro comunità. Non si tratta solo di contrastare il gioco d’azzardo patologico, ma di costruire contesti educativi e relazionali che sappiano prevenire il disagio, valorizzare le risorse personali e promuovere una cultura della salute e della responsabilità.» Il Progetto SINAPSI si fonda su un approccio ecologico, che considera i molteplici livelli di influenza sul benessere giovanile: individuale, relazionale, scolastico e territoriale. L’azione congiunta dell’équipe interdisciplinare e i dati raccolti nelle fasi di monitoraggio e valutazione stanno contribuendo alla definizione di un modello integrato di prevenzione, con un’attenzione specifica anche al contrasto del GAP, da proporre come buona prassi replicabile in altri contesti. Con SINAPSI, l’Ambito 9 si conferma promotore di una cultura della prevenzione, dell’ascolto e del benessere, attraverso un lavoro di rete stabile, professionale e condiviso. Ciclo di incontri per genitori – ottobre > dicembre 2025 L’Associazione CRIAF, nell’ambito del progetto SINAPSI e in collaborazione con ATS Brescia e l’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona – Ambito 9, sta proponendo “Kit per genitori efficaci” un ciclo di 8 incontri online gratuiti per accompagnare i genitori di fronte alle criticità che interessano la crescita dei figli: bullismo, uso della rete, ansia, calo motivazionale, difficoltà relazionali. – Tutti gli incontri si terranno online alle ore 20:30 – Iscrizione obbligatoria: Modulo di iscrizione agli incontri – Info: CRIAF – Tel. 030 9937736 • info@criaf.it  CALENDARIO DEGLI INCONTRI * 30 ottobre 2025 – Proteggere i figli dai rischi della rete Cyberbullismo, uso inconsapevole di internet, GAP: strategie di protezione e prevenzione * 6 novembre 2025 – Il “mal di scuola”, cosa fare? Come promuovere motivazione e benessere scolastico nei figli * 13 novembre 2025 – Ansia, tristezza ed emozioni “negative” Come sostenere i figli nei momenti emotivamente difficili * 20 novembre 2025 – Mio figlio sta bene? Riconoscere i segnali di malessere nei ragazzi * 27 novembre 2025 – Ascoltare e farsi ascoltare Comunicare efficacemente in famiglia * 4 dicembre 2025 – Il valore delle regole per la crescita Promuovere autonomia e responsabilità nei figli * 11 dicembre 2025 – Che genitore sono? Riconoscere le proprie emozioni, difficoltà e il proprio stile genitoriale   Ufficio Stampa – Ambito 9 Bassa Bresciana   Redazione Sebino Franciacorta
Non così piccoli. La diffusione del gioco d’azzardo online nei piccoli Comuni italiani
Sul gioco d’azzardo i dati si fanno di anno in anno sempre più allarmanti, ma – anziché tentare di arginare il fenomeno, educare sui rischi e contrastare la crescita dei disturbi da gioco d’azzardo – si decide semplicemente di nascondere la polvere sotto al tappeto, facendo progressivamente sparire dalla circolazione la gran parte dei dati di dettaglio dell’azzardo in Italia. Dal 2020 non possono essere pubblicati i dati comunali e provinciali delle slot machines, per motivi incomprensibili. E nel tempo l’Agenzia Dogane e Monopoli – ADM – ha esteso, senza supporti normativi, il divieto al restante gioco fisico e, quest’anno, anche al gioco online nell’85% dei Comuni italiani, quelli al di sotto dei 10.000 abitanti. Ma, grazie all’On. Merola e all’On. Vaccari, che hanno fornito i dati, è stato possibile per Federconsumatori, Fondazione Isscon – Istituto Studi Sul Consumo e Cgil costruire la seconda edizione del Report “Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli Comuni italiani”. I dati parlano da soli: in molti dei 3.142 Comuni analizzati (con popolazione tra 2.000 e 9.999 abitanti, pari a circa il 40% dei Comuni italiani), la diffusione del gioco online è fortemente sospetta, in particolare in alcune regioni del Sud. Tra questi sono 116 i Comuni in “crisi acuta d’azzardo”, dove l’azzardo online è più che doppio rispetto alla media nazionale. Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente si registra un “curioso” crollo del giocato in quelli che erano i primi due Comuni in classifica: Anguillara Veneta (da 13.073 euro giocati nel 2023 a 2.018 euro nel 2024, con una diminuzione del -85%) e Calliano (da 12.749 euro a 677 euro, -95%). Segno evidente di come questo “semplice” report sia utile per tracciare la mappa delle sospette attività illecite e sia in grado di spostarne le geografie. La classifica del 2024 dei piccoli Comuni vede in testa, a livello regionale, la Campania, con 3.045 euro giocati pro capite nel solo online; poco al di sotto troviamo la Calabria, con 2.910 euro, e la Sicilia, con 2.895. La classifica dei Comuni si apre con Lacco Ameno (NA), nell’Isola d’Ischia, dove ogni cittadino nel 2024 ha giocato online 12.492 euro, oltre 1.000 euro al mese (con una crescita del 62% rispetto al 2023, e del 351% rispetto al 2022). A poca distanza, da tutti i punti di vista, segue un Comune da tempo ai primi posti: Capri(NA), che fa registrare un giocato di 10.393 euro pro capite, ai quali sarebbe utile aggiungere i vistosi numeri dell’azzardo fisico, purtroppo vietati alla pubblicazione. Al terzo posto il Comune di Mairano (BS) con 10.374 euro giocati, in crescita del 250% nell’arco di un biennio. Seguono Nociglia (LE) con 10.165 euro, Gravedona e Uniti (CO) con 9.275 euro per ogni cittadino nella fascia 18-74 anni. Vengono poi alcuni Comuni calabresi – Stefanaconi (VV), Curinga (CZ) e Gerace (RC) – e siciliani, come Monterosso Almo (RG) e Balestrate (PA). La provincia di Brescia, oltre a Mairano, registra anche la presenza di Polaveno e Moniga del Garda (che però dimezza il giocato), con giocate triple rispetto alla media nazionale. “Segnaliamo la forte presenza nella classifica, sottolineano  Federconsumatori, Isscon e Cgil, delle anomalie dei piccoli Comuni, di diverse realtà di interesse turistico: dal Sud alla Liguria, al Lago di Garda al Lago di Como. La presenza di turisti può influire sull’azzardo fisico, ma è del tutto ininfluente per l’azzardo online; l’ipotesi è, quindi, che in queste realtà una parte del ricavato del turismo, quello che sfugge ai radar della legge, sia riciclata nell’azzardo online”. Estendendo la classifica, invece, a tutti i Comuni italiani sopra i 2.000 abitanti, resta saldamente al primo posto Castel San Giorgio (SA), con ben 18.045 euro giocati pro capite. A influire su questo andamento e sulla crescita del gioco contribuisce anche il sostanziale superamento del divieto di pubblicità dell’azzardo, subdolamente sostituito da un’inefficace, costosa e poco credibile campagna sul cosiddetto “gioco responsabile”. Basta guardare una partita di calcio in TV per capire quanto sia rilevante ormai la sponsorizzazione delle aziende dell’azzardo, tanto da mettere in secondo piano il gioco vero, quello che si disputa in campo. “Dai dati “occultati” e vietati, all’oscura mappa del gioco online, al progressivo allentamento delle misure di contrasto alla crescita del gioco: è necessario analizzare – propongono Federconsumatori, Isscon e Cgil – tutti questi fenomeni, strettamente correlati, per poter tracciare la un bilancio sociale dell’azzardo in Italia, nelle sue regioni, nei piccoli e nei grandi Comuni. Conoscere esattamente i dati e le dinamiche che li determinano è il primo passo per arginare un fenomeno che continua a creare danni sociali ed economici sempre più allarmanti nel nostro Paese. È il passo che ci aspettiamo da un governo responsabile, attento ai bisogni dei cittadini, specialmente quelli più fragili, e determinato nel voler combattere fenomeni criminali ed evasione. Ribadiamo la nostra richiesta di totale trasparenza, rendendo disponibili tutti i dati dell’azzardo, nessuno escluso”. Qui il Rapporto “Non così piccoli. La diffusione del gioco d’azzardo online nei piccoli Comuni italiani”: https://files.cgil.it/version/c:Mzc2ZGE1NmItMjQzNS00:ZDczNmY0MWMtOTcxZi00/Report_azzardo_piccoli_comuni_Edizione2.pdf. Giovanni Caprio
Incessante crescita del mercato del gioco in Italia
Impatto sociale e dipendenza derivanti dall’incessante crescita del mercato del gioco in Italia Il settore delle scommesse sportive ha un valore stimato di oltre 536 miliardi di dollari a livello mondiale e un tasso di crescita superiore al 10% annuo. Un comparto capace di incidere profondamente non soltanto sull’economia, ma anche sulla cultura sportiva, sui consumi mediatici e sugli equilibri sociali. L’Italia detiene il primato europeo in termini di raccolta, ma questa leadership porta con sé responsabilità e criticità che si riflettono in ambiti regolatori, fiscali e sanitari. E’ quanto scrive l’Eurispes in un recente report di ricerca coordinato da Ludovico Semerari nel quale si mette in luce potenzialità e aspetti critici del settore. Il mercato del gioco in Italia è dunque uno dei più grandi in Europa, con una continua crescita sia in termini di ricavi complessivi sia di penetrazione digitale: nel 2024, l’ammontare totale giocato è stato di oltre 157 miliardi di euro, con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente. Il Gross Gaming Revenue (GGR) ha raggiunto i 21,5 miliardi di euro nel 2023, confermando l’Italia come leader europeo nel settore. La raccolta pro capite, calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia censita dall’Istat nel 2024, è stata di circa 2.500 euro a persona. Il gioco online ha visto una significativa espansione, con una raccolta di 92 miliardi di euro nel 2024. Questo canale ha superato quello fisico, rappresentando il 58,5% del totale delle giocate. La crescita del gioco online è stata trainata dalle preferenze delle fasce più giovani, con oltre il 50% dei conti online attivi detenuti da persone tra i 18 e i 34 anni. Le scommesse sportive in Italia registrano una crescita annuale del 20%, con il 60% delle puntate effettuate online. Il calcio domina il panorama delle scommesse, seguito da basket e tennis. Il calcio si conferma lo sport predominante (75% delle scommesse), seguito da basket (10%) e tennis (7%). Emergono nuove forme di gioco come gli eSports (+40% nel 2024), il social betting e le scommesse live, che rappresentano già il 60% del mercato online. Tuttavia, colpisce lo scarto tra l’incremento nella raccolta e quello nelle entrate fiscali: tra il 2004 e il 2024 le entrate fiscali sono aumentate del 57,5% passando da 7,3 a 11,5 miliardi. Nello stesso periodo però la raccolta è aumentata del 515% passando da 25,6 a 157 miliardi di euro. “Lo Stato, si sottolinea nel Rapporto, incassa proporzionalmente molto di meno ponendo una serie di interrogativi sull’equità e l’efficienza fiscale di un sistema che, di fatto, contribuisce ad incentivare ulteriormente la dimensione online che (…) presenta molti più rischi del gioco fisico”. Un intero capitolo del Rapporto (cap. 4) si occupa della dipendenza da gioco d’azzardo, arrivando a stimare che circa il 3-5% degli adulti che partecipano alle scommesse sportive in Italia (l’ultima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità – ISS e riferita al 2018, stimava in 18 milioni gli italiani coinvolti nel gioco d’azzardo) sviluppi una dipendenza, caratterizzata da un bisogno incontrollabile di scommettere nonostante le conseguenze negative. Il costante impegno nelle scommesse, soprattutto quando associato alla necessità di inseguire le perdite, genera un livello elevato di stress cronico. “Accanto agli effetti finanziari ed emotivi, si sottolinea nel Report dell’Eurispes, il gioco patologico induce un significativo isolamento sociale. Gli individui troppo assorbiti dalle scommesse tendono a ritirarsi progressivamente dalle interazioni sociali, riducendo i contatti con amici, familiari e colleghi. Lo stigma associato alla dipendenza dal gioco rende ancora più difficile per i soggetti cercare aiuto, alimentando un senso di vergogna e solitudine. Questo isolamento non solo aggrava i sintomi di depressione e ansia, ma limita anche l’accesso a reti di sostegno essenziali per il recupero. La mancanza di supporto sociale e l’autoisolamento creano un terreno fertile per l’aggravarsi della dipendenza, rendendo il processo di intervento e recupero più complicato e prolungato. Sotto questo punto di vista, risulta evidente come l’utilizzo di piattaforme online possa contribuire ulteriormente a questo tipo di isolamento con tutti i rischi del caso”. Un altro aspetto sensibile rilevato dall’Eurispes, che lambisce anche il settore delle scommesse, riguarda l’esistenza di circuiti di gioco illegale segnalati da un numero importante di cittadini: quasi 4 italiani su 10 ne hanno conoscenza diretta o indiretta. E anche la trasformazione tecnologica del gioco d’azzardo introduce rischi e complessità etiche che possono amplificare i danni legati al gioco d’azzardo, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione. “Una preoccupazione fondamentale, sottolineano i ricercatori, riguarda l’iper-personalizzazione degli incentivi alle scommesse. Se da un lato le offerte mirate aumentano il coinvolgimento, dall’altro possono essere utilizzate per sfruttare meccanismi psicologici ben noti. Ad esempio, algoritmi sofisticati possono identificare utenti inclini a comportamenti compulsivi, come inseguire le perdite, e inviare loro bonus proprio nei momenti di massima vulnerabilità statistica.” Come da tempo ammonisce don Luigi Ciotti: “il gioco d’azzardo non è un gioco, è un virus molto contagioso da cui non è facile guarire”. E il fondatore di Libera e del Gruppo Abele aggiunge: “Il contrasto del gioco d’azzardo richiede certo una ‘legge quadro’ che regolamenti senza ambiguità il fenomeno, ma chiede anche un forte investimento culturale ed educativo, perché la fame dell’azzardo cresce laddove mancano da un lato concrete e dignitose opportunità di benessere, dall’altro la voglia d’impegnarsi per costruirle, a beneficio proprio e di tutta la comunità”. Qui il Report: https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2025/08/embargo_-eurispes_report-scommesse-sport-e-media.pdf. Giovanni Caprio
L’azzardo in Italia aumenta sempre di più, ma a guadagnarci non è certamente lo Stato
Rispondendo ad un’interrogazione dei deputati Stefano Vaccari e Virgilio Merola, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni ha fornito gli ultimi dati sul gioco d’azzardo: nel 2024 il totale del giocato è stato di oltre 157 miliardi di €, il 6,5% in più rispetto al 2023, con una sostanziale stabilizzazione del gioco fisico – che è in attesa della riforma di settore –  ed un aumento concentrato sul gioco online che la riforma l’ha già avuta, godendo dei conseguenti benefici. Nelle casse dello Stato dal sistema giochi vanno però poco più di 11 miliardi di €, una cifra importante ma comunque alquanto irrisoria rispetto al totale della raccolta. Dati che risultano alquanto inquietanti e che dimostrano come a guadagnarci dal gioco d’azzardo legale non sia affatto lo Stato. Dati che smentiscono quanto sostenuto per anni dal ministero dell’Economia e delle Finanze che, come sottolineano i deputati democratici Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera e Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze: “per anni ha giustificato l’incremento dei giochi sotto l’ombrello statale per debellare i fenomeni degenerativi che l’azzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. I dati, oggi, ci dicono il contrario sia sul versante dell’aumento delle situazioni di regressività sociali, economiche e dell’illegalità prodotte da questo fenomeno e sia dalle somme di denaro che rimangono nelle tasse dell’Erario”. Già la Corte dei conti in sede di audizione sulla manovra per il 2025, nel considerare la previsione governativa di una estrazione aggiuntiva settimanale del lotto e superenalotto (con maggior gettito di 100 milioni) e la proroga per tutto il prossimo biennio delle concessioni del gioco pubblico in scadenza (Bingo, scommesse su rete fisica, apparecchi da intrattenimento, per nuove entrate stimate complessivamente in 232,7 milioni annui), aveva, per la verità e con chiarezza, rimarcato “come il gettito erariale costituisca una quota estremamente ridotta rispetto alla complessiva raccolta, cioè alle dimensioni finanziarie del fenomeno, che continua a presentare risvolti anche patologici e costi sociali non trascurabili”. Corte dei conti che in quell’occasione aveva anche posto l’accento sulla cessazione dello specifico “Osservatorio” dedicato alla dipendenza da gioco d’azzardo (e dell’apposito Fondo per il gioco d’azzardo patologico) che confluiranno in un “Osservatorio” (e in un Fondo) di nuova istituzione destinati, ad invarianza di dotazione finanziaria, a tutte indistintamente le dipendenze (https://www.corteconti.it/Download?id=a885be6b-a35a-442a-bce2-4faaa5e8411d). Quelli che continuano a mancare sono però i dati sulle conseguenze sanitarie e sui costi per le cure per le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo. Non a caso i due deputati firmatari dell’interrogazione si impegnano ad insistere nella loro azione parlamentare per avere anche questi dati e per conoscere quanti soldi spende lo Stato per contrastare malaffare ed illegalità presenti anche nel comparto del gioco legale e per arginare il preoccupante fenomeno del “disturbo da gioco d’azzardo” che colpisce ogni anno migliaia e migliaia di cittadini. “Cosa rimane dunque di quegli 11 miliardi, sottolineano Vaccari e Merola, non è dato sapere e tantomeno la regressione culturale e sociale di un Paese che investe sul gioco d’azzardo”. Uno studio IPSAD del CNR-IFC stima in circa 20 milioni gli italiani tra i 18 e gli 84 anni (43%del totale) che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso del 2022 e in 800mila gli italiani della stessa fascia d’età che presentavano in quell’anno un profilo di gioco a rischio da moderato a severo. L’indagine sottolineava che sono proprio le persone con redditi mensili e titoli di studio più bassi a diventare più frequentemente giocatori problematici o dipendenti. Lo studio ESPAD del CNR-IFC sugli studenti tra i 15 e i 19 anni stima in 1.300.000 (51% del totale) coloro che hanno giocato almeno una volta nel corso del 2022, in quasi 130mila i giocatori a rischio e in oltre 67mila i giocatori problematici.  La Campagna “Mettiamoci in Gioco” e la Consulta Nazionale Antiusura, che da sempre denunciano che “lo Stato non può fare cassa sui danni arrecati ai cittadini”, hanno avanzato una serie di proposte per regolamentare il settore: approvazione di una legge quadro che ponga la salute dei cittadini come priorità, senza sacrificare questo diritto per il profitto dei privati e le esigenze dello Stato; divieto totale di pubblicità del gioco d’azzardo, evitando che l’offerta e gli operatori siano presenti sui media; utilizzo corretto dei termini, come “disturbo da gioco d’azzardo” invece di “ludopatia” e rigetto dell’espressione “gioco responsabile”; opposizione alla compartecipazione delle Regioni e degli enti locali al gettito delle slot e delle VLT; garantire l’accesso ai dati sulla diffusione del gioco d’azzardo, suddivisi per tipologia di gioco e area geografica; ricostituzione dell’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo presso il Ministero della Salute. Giustino Trincia, direttore Caritas di Roma, nel denunciare che nel Lazio le scommesse hanno assorbito lo scorso anno ben 16,7 miliardi di € e che a Roma, sempre nel 2024, siamo arrivati a oltre 8,3 miliardi di euro (più quasi 600 milioni di euro sul 2023!), ha dichiarato: “Il letargo e la miopia affliggono gran parte della politica ufficiale e delle istituzioni pubbliche; ridotta se non complice è l’attenzione dei media, a causa dell’ingente investimento pubblicitario che l’industria dell’azzardo riversa nei media, nonostante l’enorme somma di denaro sottratta all’economia reale, la disgregazione sociale e la disperazione che c’è dietro di essa, con tantissimi giovani, anziani e famiglie travolti dai debiti causati dal “gioco” che producono distruzione di patrimoni e a volte di vite”. Qui per approfondire la Campagna “Mettiamoci in Gioco”: https://www.mettiamociingioco.org/.  Giovanni Caprio