A Roma la meglio gioventù sta al Trullo
Ora vi racconto una storia vera, bellissima!
Ieri sera verso le 22.00 suonano al mio citofono, cosa che non accade pressoché
mai. Anche mio figlio mi dice: “Chi cavolo è che suona il citofono a
quest’ora?”.
“Chi è ?”chiedo.
“Abbiamo trovato il suo portafoglio” mi risponde una ragazza.
Solleva il mio portafoglio con una mano e accanto a lei si affaccia una sua
amica.
Per la fretta esco a piedi nudi e vado loro incontro “Sì, è il mio! Dove lo
avete trovato?”.
“Sotto a una panchina”.
“Oddio, che stupido! Come ho fatto?”
“Prima di venire qui da lei siamo andati dai carabinieri, ma erano chiusi e
allora siamo venute qui.”
Le ringrazio infinitamente, ma da un lato non ho nulla, essendo quasi arrivati
alla fine del mese e dall’altro mi fanno capire che non vogliono ricompense, che
sono contente di aver fatto il loro dovere civico.
Le abbraccerei e bacerei entrambe, ma temo di metterle in imbarazzo. Le saluto e
se ne vanno soddisfatte di aver compiuto la loro missione impossibile.
Non le conosco, non le ho mai viste. Io e mio figlio passiamo al vaglio ogni
documento, ogni foglietto che possa far risalire al mio indirizzo, ma non
troviamo niente, assolutamente niente. Come avranno fatto a trovarmi? Magari
hanno chiesto in giro vedendo il mio cognome e qualcuno si è ricordato del
maestro che insegna nella scuola primaria del quartiere?
“Poi parlano male del Trullo. Se lo trovavano dei ragazzetti dei Parioli[1] si
tenevano le carte di credito e lo buttavano in un cassonetto (anche perché
avrebbero trovato la tessera dell’Anpi e quella di Rifondazione Comunista)”
rifletto a voce alta.
Questa è la “meglio gioventù” di Roma: le ragazze e i ragazzi del mio quartiere,
storica borgata della periferia, ora tra i più multietnici della capitale, che
ancora viene additato e bistrattato dai perbenisti convinti che qui vivano
soltanto ladri, spacciatori, prostitute e delinquenti.
E invece qui, nella scuola dell’infanzia e primaria “Collodi”, plesso
dell’Istituto Comprensivo “Antonio Gramsci” Gianni Rodari tenne un laboratorio
da cui nacque il libro pacifista, ambientato al Trullo e a Monte Cucco, “La
Torta in cielo”. Da decenni le scuole del Trullo svolgono, ora in collaborazione
con la sezione dell’Anpi “Franco Bartolini”, una preziosa opera di educazione ai
valori della Costituzione a partire dalla pace e di integrazione delle cinquanta
comunità “straniere” presenti nel quartiere (ma nessuno è straniero nelle nostre
scuole), ivi comprese le comunità rom di origine bosniaca e rumena.
[1] I Parioli sono il quartiere dell’alta borghesia romana, con grandi ville con
giardino e servitù.
Mauro Carlo Zanella