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Niente più telecamere di sicurezza per i villaggi palestinesi in Cisgiordania
L’Associazione per i diritti civili in Israele (ACRI) chiede all’esercito israeliano di porre immediatamente fine a una pratica preoccupante e illegale: la rimozione delle telecamere di sicurezza dalle case palestinesi, dagli edifici pubblici e dalle aziende agricole in Cisgiordania, in particolare nelle zone che sono spesso teatro di violenze da parte dei coloni. In una lettera alle autorità militari, l’ACRI sottolinea che queste azioni sono illegali, ingiustificate e doppiamente dannose: violano il diritto dei palestinesi di documentare gli attacchi nei loro confronti e ostacolano gli sforzi per assicurare i responsabili alla giustizia. “Danneggiare le telecamere non è un caso: serve agli aggressori e ostacola la giustizia” ha dichiarato un portavoce di ACRI. Solo negli ultimi due mesi sono stati documentati diversi episodi allarmanti: – il 22 febbraio, i militari hanno smantellato le telecamere di sicurezza che erano state posizionate nella scuola elementare del villaggio di Muarajat, nella Valle del Giordano, in risposta a una serie di incendi dolosi e atti di vandalismo da parte dei coloni; – l’11 marzo, un’unità militare ha danneggiato le telecamere nel villaggio di Ein al-Hilweh, sempre nella Valle del Giordano, che subisce continue vessazioni e violenze; – il 30 marzo, durante un raid nel villaggio di Jinba, nelle colline a sud di Hebron, noto per gli attacchi dei coloni, i militari hanno distrutto le telecamere installate su abitazioni private; – il 7 aprile, alcuni militari mascherati sono stati ripresi mentre scollegavano il sistema di sorveglianza nel villaggio di Farisiyah, che subisce continue minacce dai coloni degli avamposti vicini. L’avvocato Reut Shaer dell’ACRI ha commentato: “Il messaggio ai residenti palestinesi è inequivocabile: non solo l’esercito non vi proteggerà, ma vi impedirà anche di proteggervi da soli. La rimozione delle telecamere ostacola la documentazione delle violenze, indebolisce la deterrenza e favorisce gli aggressori. Non si tratta di negligenza, ma di una precisa scelta politica”. L’ACRI chiede all’esercito di intervenire immediatamente per prevenire ulteriori incidenti e di dare istruzioni inequivocabili a tutte le forze dell’ordine: non esiste alcun divieto legale che impedisca ai palestinesi di installare telecamere di sicurezza nelle loro case, nelle loro aziende agricole o negli edifici pubblici, a condizione che non violino la privacy altrui. La direttiva deve affermare chiaramente che è severamente vietato danneggiare o disattivare tali telecamere, scollegarle dall’alimentazione elettrica o da Internet, o distruggere le relative infrastrutture. Queste azioni non solo costituiscono un danno alla proprietà, ma possono anche costituire un’ostruzione alla giustizia in termini di occultamento delle prove.   Redazione Italia