REFERENDUM CITTADINANZA: DIMEZZARE IL REQUISITO DI RESIDENZA AIUTERÀ ANCHE LE SECONDE GENERAZIONI
I prossimi 8 e 9 giugno sono previsti 5 referendum: 4 su temi del lavoro, 1 sul
dimezzamento del requisito della residenza per avere la cittadinanza italiana
per le persone immigrate. Questo referendum prevede che, in caso di vittoria del
sì e del raggiungimento del quorum previsto del 50% + 1 degli aventi diritto al
voto, si torni al requisito di residenza previsto fino al 1992: non più 10 anni
ma 5.
Ne abbiamo parlato con Daniela Ionita, presidente di Italiani Senza
cittadinanza, una delle realtà che la scorsa estate ha raccolto le firme per il
referendum. A lei abbiamo anche chiesto di raccontarci come si vive, quando si
cresce in un paese come l’Italia da figli-e di persone senza cittadinanza: “E’
complicato anche solo avere i visti per partecipare a una gita scolastica a
Vienna o a Barcellona, una vacanza studio in Inghilterra o in Irlanda, ma anche
dover perdere giorni di scuola per andare con i genitori a rinnovare il
permesso”. “Dimezzare il requisito della residenza per i genitori, aiuterà anche
le seconde generazioni”, ha continuato Ionita.
“La cittadinanza deve essere un diritto, non una concessione! Bisogna togliere
la discrezionalità a questa legge”, ha concluso Daniela Ionita. “Il sì al
referendum è un primo passo, anche se in effetti non si tratta di passare da 10
anni a 5, ma più realisticamente da 13 anni a 7 considerando i tempi
burocratici; e restano i requisiti del reddito, del certificato penale pulito, e
della lingua”. Ascolta o scarica