Tag - mesopotamia

MESOPOTAMIA: RESOCONTO CON COMPAGNE-I DI RIENTRO DAL ROJAVA, SIRIA DEL NORD E DELL’EST
Nuova puntata, su Radio Onda d’Urto, per Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente, ogni quattro venerdì, alle ore 18.45, dentro il ciclo “Cassetta degli Attrezzi” (in replica il lunedì successivo, alle ore 6.30 del mattino) La puntata di venerdì 7 novembre 2025 è tutta dedicata a un resoconto con compagne e compagni appena rientrati dal Rojava, i territori dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est. Tra loro anche inviate e inviati della Redazione di Radio Onda d’Urto, che nelle scorse settimane avevano già realizzato due reportage; * la prima corrispondenza, del 10 ottobre, relativa alle mobilitazioni del 8 ottobre in 15 città dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est per chiedere la liberazione di Abdullah Ocalan, al grido di “non puoi spegnere il nostro sole” e “non c’è vita senza leader”. *  la seconda corrispondenza, del 22 ottobre, era invece relativa agli “Stadi della Rivoluzione”. Nella conversazione in studio del 7 novembre, ci concentriamo invece su come si sta declinando in Siria del Nord e dell’Est il processo aperto dallo storico Appello di Ocalan del febbraio 2025, oltre alle relazioni tra movimento di liberazione curdo (ma non solo) e il neo”governo” al potere a Damasco, quello di Al Jolani. In chiusura, cerchiamo invece di fare il punto sulle conquiste già ottenute e sulle sfide ancora aperte per l’esperienza rivoluzionaria del Rojava, in corso dal 2012. Ascolta Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente di venerdì 7 novembre 2025. Ascolta o scarica  
MESOPOTAMIA: IL MOVIMENTO CURDO RICORDA IL “COMPLOTTO INTERNAZIONALE” CONTRO OCALAN. PALESTINA: INTERVISTA A OMAR BARGHOUTI (MOVIMENTO BDS)
Nuova stagione, su Radio Onda d’Urto, per Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente , ogni due venerdì, alle ore 18.45, dentro il ciclo “Cassetta degli Attrezzi”. Nella puntata di venerdì 10 ottobre 2025: * Radio Onda d’Urto è in Rojava, nei territori dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est. La corrispondenza dalle manifestazioni del 9 ottobre, giorno in cui il movimento di liberazione curdo ricorda l’inizio – era il 1998 – del “complotto internazionale”, quello che portò il leader, Abdullah Ocalan, nell’isola-carcere turca di Imrali. * Palestina: arriva il cessate il fuoco, ma la lotta contro l’occupazione coloniale sionista non si deve fermare. L’intervista a Omar Barghouti, tra i fondatori esattamente 20 anni fa del Movimento BDS – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni. * Ancora Palestina, ma da Brescia: la presentazione con Alice, compagna del Csa Magazzino 47, della due giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre, “Insieme per la Palestina”. Ascolta la puntata di venerdì 10 ottobre 2025 di Mesopotamia – notizie dal Vicino Oriente trasmessa sulle frequenze antagoniste su Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica
MESOPOTAMIA: ISRAELE BOMBARDA L’IRAN E ANNUNCIA L’INIZIO DELL’OPERAZIONE “LEONE NASCENTE”. DECINE DI MORTI E CENTINAIA DI FERITI
In questa puntata di Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente, ci siamo occupate dell’operazione “Leone Nascente”, nome con cui è stata definita la nuova agressione israeliana all’Iran, iniziata la notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno 2025. Israele dà così il via all’ennesima escalation in Medio Oriente: 200 aerei da guerra partiti da Tel Aviv hanno iniziato a bombardare il territorio iraniano nella notte e le operazioni proseguono ancora in queste ore, tanto che alti ufficiali dell’esercito israeliano hanno dichiarato: “Siamo in guerra. Non è un’operazione”. I raid stanno colpendo impianti nucleari e militari, fabbriche di missili, ma anche infrastrutture industriali, aeroporti – come quello di Tabriz – e abitazioni civili. Tra le vittime si contano scienziati impiegati nel settore nucleare e alti ufficiali, tra cui il comandante delle Guardie Rivoluzionarie, Hossein Salami, il capo della forza Quds, Esmail Qaani, e il capo di stato maggiore delle forze armate, Mohammad Bagheri. I bombardamenti israeliani continuano in diverse località del paese mentre le autorità iraniane hanno diffuso un primo bilancio: almeno 78 morti e 376 feriti. Da Teheran, il nuovo comandante dei Pasdaran, Mohammad Pakpour, ha dichiarato: “Apriremo le porte dell’inferno a Israele.” Al momento, però, non si registrano risposte militari significative. Stamattina si è parlato dell’abbattimento di alcuni droni da parte dell’esercito giordano nello spazio aereo sopra Amman. Intanto, l’Iran ha chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, prevista per stasera alle 21 (ora italiana). Su richiesta iraniana, si terrà anche una riunione straordinaria dell’Aiea, l’agenzia ONU per l’energia nucleare, convocata per lunedì. Come possiamo interpretare questo attacco? Cosa c’è dietro la scelta israeliana di attaccare ora? Quale è il clima tra la popolazione civile iraniana? Ne parliamo con Farian Sabahi, ricercatrice senior in Storia contemporanea all’Università di Insubria nel campus di Varese e Aram Ghasemy, regista teatrale e coreografa iraniana che vive in Italia da molti anni. Ascolta o scarica
MESOPOTAMIA: BEIRUT E ANP VOGLIONO DISARMARE LA RESISTENZA PALESTINESE NEI CAMPI PROFUGHI IN LIBANO
In questa puntata di Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente, ci siamo concentrati sulle pressioni dell’Anp e del governo libanese per il disarmo della resistenza palestinese nei campi profughi in Libano. Il prossimo incontro tra il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, e i vertici del governo libanese, previsto per il 19 maggio, avrà come tema centrale la proposta di disarmare, anche con l’uso della forza, i gruppi della resistenza palestinese attivi nei campi profughi del Paese dei Cedri. La proposta trova il sostegno di attori regionali e internazionali, in primis Arabia Saudita e Stati Uniti, ma ha suscitato preoccupazione e opposizione in diverse aree del mondo arabo. L’iniziativa si inserisce in un contesto storico delicato per il Libano, segnato da un anno e mezzo di conflitto con Israele e dal ridimensionamento della forza militare del movimento sciitta Hezbollah. Gli appelli al disarmo delle fazioni palestinesi sono una questione di lunga data che ancora oggi divide un paese già frammentato su diversi temi, tra i quali proprio la relazione con i palestinesi, la loro lotta per l’autodeterminazione e, di conseguenza, la loro presenza massiccia in Libano, che dura sin dalla Nakba del 1948. Cosa significa, oggi, parlare di disarmo della resistenza palestinese in Libano? Quali potrebbero essere le conseguenze di una mossa simile? Ne abbiamo parlato con il giornalista palestinese Bassam Saleh e con Giovanni Sorbello, dell’associazione umanitaria e di solidarietà internazionale “Il Faro sul Mondo”, attiva in Libano dal 2012. Ascolta o scarica