Tag - speculazione finanziaria

Soldi per i quartieri, non per la guerra. Per il diritto alla casa e alla città! – di Comitato Inquilini Aler Torri Saponaro
Negli ultimi mesi Milano è stata al centro delle cronache e anche di molte iniziative politiche dal basso. Per un verso i tanti scandali politico-urbanistici, per un altro – strettamente intrecciato – la condizione sempre più insostenibile del vivere e dell’abitare nella “città modello”; a tenerli insieme la teorizzazione di diversi assessori e amministratori [...]
Il neocolonialismo della pace – di Andrea Fumagalli
La firma dell'accordo di pace tra Israele e Hamas ha giustamente suscitato molte speranze perché si possa arrivare a un definitivo "cessate il fuoco". Tuttavia, dietro questo accordo si nascondano nuove forme di colonialismo e di depredazione/saccheggio a danno dei palestinesi e dei territori occupati. La guerra delle armi e delle macerie lascia così [...]
Perché continuiamo, con i nostri soldi, ad aiutare l’industria bellica?
Questo articolo è un po’ il naturale seguito dell’articolo che avevo intitolato “Perché noi europei continuiamo ad aiutare economicamente gli Stati Uniti?” Il fattore comune sono i nostri risparmi, che diamo in gestione a banche o altri operatori come SGR o comunque professionisti della gestione del denaro. E i risparmiatori che compiono questa azione si dividono in due categorie: chi proattivamente indica specificatamente DOVE investire e dove NON investire, e quelli che invece non lo fanno. Quelli che non lo fanno pertanto lasciano libero il professionista/la banca/il fondo di investimento, di scegliere loro dove investire, e a questo punto costoro possono tranquillamente scegliere, tra i vari settori, oltre all’acquisto di titoli USA (come spiegato nell’articolo precedentemente menzionato), anche quello delle armi, storicamente molto redditizio e che è assolutamente preso attentamente in considerazione dagli operatori finanziari. Poco importa se il settore bellico è tra quelli che produce il minore impatto positivo generale in termini strettamente di sviluppo economico, meno ancora che i suoi “prodotti” generino enormi quantità dolore e disperazione. A questo punto la domanda che potrebbe sorgere spontaneamente è più o meno questa: “ma io cittadino che investo, ed io professionista che gestisco il risparmio, posso sapere e ancora più importante, so effettivamente se sto investendo anche in armi?”. Ora la risposta teorica è un secco “sì”, ci mancherebbe altro che, volendo, non sia possibile sapere come esattamente vengono investiti i miei soldi, ma in pratica la risposta reale ad oggi non è un secco “sì” oppure “no”, ma un misto, perché le norme relative sono, a mio avviso come in decine di altri casi, volutamente “torbide”. Difatti ci sono Fondi che si intitolano “sostenibili” e a cui però le norme europee non vietano di investire anche in armi “non controverse”; a parte la terribile ipocrisia del separare le armi in “controverse” e “non controverse”, come se le prime non uccidessero, a questo punto chi investe in tale fondo dovrebbe prendersi la briga di verificare nel dettaglio cosa acquista in dettaglio, e continuare a controllare costantemente.  La storia insegna che, da sempre, chi governa è chi ha molto denaro, perché di fatto molto denaro significa molto potere. E l’enorme potere economico delle industrie belliche ha pesantemente “influenzato” l’Unione Europea, e il risultato è che “La Commissione europea e l’ESMA sottolineano che i fondi sostenibili possono includere società della difesa a determinate condizioni.”, e più in generale ha prodotto il classico “intorbidimento delle acque”, con norme appunto poco chiare, univoche e in continuo aggiustamento/mutamento a favore della filiera bellica, e il risultato è che negli ultimi anni, anche stante il fatto che le armi rendono molto, è raddoppiato il volume del risparmio gestito che finanzia tale settore. Insomma, ancora una volta stiamo barattando un futuro più pacifico e sereno per i nostri figli/nipoti, in cambio di un po’ di soldi, come recita il modo di dire “pochi, maledetti, ma subito!”. Al di là quindi dell’oggettiva difficoltà, per un cittadino o un professionista, ad esaminare dettagliatamente ogni singolo strumento di investimento, per decidere se investire un meno, la soluzione STRUTTURALE è semplice ed ovvia, e cioè far gestire i propri denari a quei soggetti della finanza etica che perentoriamente si tengono lontanissimi dalle armi, come segnalato anche nella seconda parte del già richiamato articolo. Ed è per questo che ancora una volta mi appello a tutti, affinché, al di la delle proteste, ciascuno AGISCA con l’unico linguaggio che il potere economico capisce, quello del denaro. E questo si fa banalmente smettendo di utilizzare banche/assicurazioni/compagnie elettriche che non siano etiche, e se qualcuno, leggendo questa frase, sorridesse pensando che io sia un ingenuo, e che queste alternative etiche non esistano, lo invito a infomarsi meglio e verificare, esistono eccome e io personalmente ne faccio parte e uso da molti anni. Pace.   Gianni Girotto
Dossier Milano # 7 | Il futuro di Piazzale Loreto e la necessità di una svolta pubblica a partire dai municipi – di Angelo Junior Avelli
Il progetto di riqualificazione di Piazzale Loreto, al momento, sulla carta, è congelato, e non soltanto per la bufera che ha investito Milano con lo scandalo dell’urbanistica e le indagini della Procura, sul sistema di potere che girava intorno alla Commissione Paesaggio e ad un network - altamente selezionato - di manager e superconsulenti [...]
Dossier Milano # 2 | Milano non è un modello – di Emanuele Braga
Milano, purtroppo, non è nemmeno un modello. Ciò che è successo a Milano dalla crisi dei mutui subprime a oggi è ciò che è accaduto in ogni città nel mondo che non ha opposto alcuna regolazione pubblica. E, purtroppo, con buona pace dei manettari italiani, questo modello speculativo non ha le sue radici nella [...]
Perché noi europei continuiamo ad aiutare economicamente gli Stati Uniti?
Veramente questa domanda andrebbe preceduta da una pre domanda; lo sapete vero che noi europei (e altri) stiamo aiutando economicamente in maniera estremamente pesante gli Stati Uniti d’America, e in particolare il finanziamento del loro debito pubblico, quando invece potremmo ribaltare la situazione e “fare leva” su questo per influenzare le loro politiche? E se qualcuno trasalisse a questa affermazione, non avrebbe che da fare una breve ricerca su internet o rivolgersi ad un proprio esperto di fiducia per scoprire che i risparmi/guadagni degli europei (e altri) direttamente tramite molti fondi di investimento o indirettamente tramite molte banche, sono appunto utilizzati anche per acquistare gli equivalenti USA dei nostri BOT/CCT e similari, e sostenere quindi un debito pubblico molto, molto più pesante persino della nostra tanto screditata Italia. Similmente, per la parte privata, sempre tramite i soggetti suddetti, vengono supportate molte aziende con forte coinvolgimento statunitense, tramite l’acquisto delle loro azioni in borsa.  Fatta questa premessa, rivolgo a me stesso ancora la domanda in titolo, e non riesco a darmi spiegazioni che abbiano una logica razionale. Infatti il muro di Berlino è caduto molti anni fa, e non si può più usare quindi la giustificazione che gli Stati Uniti siano un baluardo di libertà nei confronti di un mondo comunista/sovietico che non esiste più. Inoltre gli Stati Uniti sono: un Paese che attua una fortissima politica neocolonialistica supportata con operazioni bellicistiche ufficiali ma soprattutto non ufficiali; un Paese con il più alto numero di armi in possesso di privati cittadini, con il più forte concentramento di aziende belliche, con il più alto numero di omicidi, con il più alto numero di detenuti in proporzione alla popolazione; un paese che sta devastando migliaia di ettari del proprio territorio per ricavarne combustibili tramite frantumazione; il paese che ha dato il via al terribile crack finanziario del 2007, che ha al proprio interno dei veri e propri paradisi fiscali; un paese che non rispetta il diritto internazionale e i trattati da lui stesso firmati, un paese di 345 milioni di abitanti che ha un presidente che si comporta come se fossero 3,45 miliardi (forse perché consumano come tali) facilitati in questo caso dai rimanenti 7 miliardi di terrestri che litigano… d’altronde il “divide et impera” rimane centrale nella politica USA… Insomma io non riesco a capire tutto questo amore verso gli Stati Uniti, ma chissà forse grazie ai loro film e telefilm di cui noi europei siamo fortissimi consumatori, in qualche modo li amiamo più di noi stessi… Cinico sarcasmo a parte, la spiegazione è semplice, ci sono troppi politici che, colpevolmente o dolosamente, cioè per stupidità o perché corrotti, non fanno gli interessi del proprio Paese, ma si fanno guidare dagli USA o meglio ancora da quei enormi potentati finanziari che in realtà sono il vero vertice mondiale. Ora se voi ritenete che i vostri soldi, intesi sia come i vostri risparmi/guadagni sia le tasse che pagate, debbano servire a fare il bene della vostra stessa nazione, informatevi e comportatevi di conseguenza. Infatti le alternative già operative e ulteriori soluzioni ci sono, eccome, ma non vi vengono spiegate dai classici canali informativi anche perché, guarda caso, sono anch’essi un oligopolio pesantemente di proprietà o influenzato dagli USA. Io vi metto a disposizione un ciclo di video didattici, che trovate su https://giannigirotto.wordpress.com/indispensabili/video/banche-economia-finanza-ciclo-video-didattici/. Informatevi e nel frattempo ricordate che ogni volta che portate del denaro in determinate banche o in determinati fondi di investimento, state aiutando gli Stati Uniti d’America. Gianni Girotto Gianni Girotto