L’Europa abbandona Big Tech?
Per conformarsi a un ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump, nei
mesi scorsi Microsoft ha sospeso l’account email di Karim Khan, procuratore
della Corte penale internazionale che stava investigando su Israele per crimini
di guerra. Per anni, scrive il New York Times, Microsoft ha fornito servizi
email al tribunale con sede a L’Aja, riconosciuto da 125 paesi tra cui l’Italia
(ma non da Stati Uniti, Israele, Cina, Russia e altri).
All’improvviso, il colosso di Redmond ha staccato la spina al magistrato per via
dell’ordine esecutivo firmato da Trump che impedisce alle aziende americane di
fornirgli servizi: secondo il successore di Biden, le azioni della Corte contro
Netanyahu “costituiscono una inusuale e straordinaria minaccia alla sicurezza
nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti”. Così, di punto in bianco,
il procuratore non ha più potuto comunicare con i colleghi.
[...]
Le conseguenze non si sono fatte attendere. Tre dipendenti con contezza della
situazione hanno rivelato al quotidiano newyorchese che alcuni membri dello
staff della Corte si sarebbero rivolti all’azienda svizzera Protonmail per poter
continuare a lavorare in sicurezza. Il giornale non chiarisce il perché della
decisione, né se tra essi vi sia lo stesso Khan. Una conferma al riguardo arriva
dall’agenzia Associated Press. Protonmail, contattata da Guerre di Rete, non ha
commentato, spiegando di non rivelare informazioni personali sui clienti per
questioni di privacy e di sicurezza.
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