15 maggio, Nakba Day: tantissime le manifestazioni per commemorare la catastrofe che non è mai finita
Domani sarà il 15 maggio, 77imo anniversario della ‘catastrofe’ (questo il
significato della parola Nakba, come ormai tutti sappiamo) che nel 1948 inaugurò
l’esistenza dello stato di Israele con l’espulsione di 750.000 mila palestinesi
dalle loro abitazioni e la scomparsa di centinaia di villaggi e insediamenti
abitati da generazioni.
Un evento da sempre tabù per la società israeliana, argomento da evitare nel
discorso pubblico e nei talk show: “la parola stessa suona ripugnante” ebbe a
scrivere Bruno Segre qualche anno fa in un lungo saggio per la rivista Il Mulino
“tant’è che di Nakba e di rifugiati palestinesi non si fa cenno né nei corsi
liceali di storia né in alcun museo.”
E parola più che mai impronunciabile quest’anno, che ancor più di sempre non
sarà solo un anniversario, ma la constatazione di una catastrofe che non ha mai
avuto fine, che di anno in anno si è solo aggravata, che nell’ultimo anno ha
registratp lo sterminio di oltre 52.000 civili nella striscia di Gaza, e
l’avanzata sempre più violenta e aggressiva dei coloni in Cisgiordania.
Moltissime le manifestazioni previste in varie città europee, come potete vedere
dallo slide show alla fine di questo articolo. La prima in ordine di tempo si è
svolta già sabato scorso a Lione, 10 maggio, in centinaia all’appuntamento di
Piazza Bellecour per l’inaugurazione di una mobilitazione nazionale che
nell’arco della settimana e fino a sabato 17 vedrà coinvolte ben 45 città in
tutta la Francia, con la lettura di tutti i nomi dei martiri censiti dal
Ministero della Salute di Gaza. Ci sarà un preciso dress code da osservare,
tutti vestiti a lutto. E niente musica né slogan, solo qualche candela: un Nakba
Day di grande raccoglimento.
Il giorno dopo, domenica 11, è stata la volta di Bruxelles, in decine di
migliaia all’appuntamento alla Gare du Nord per denunciare le responsabilità
storiche dell’Europa nel conflitto in corso, fin dalla dichiarazione di Balfour
del 1917, passando per le varie risoluzioni che portarono alla Nakba, fino ai
giorni nostri.
E veniamo agli appuntamenti previsti in Italia domani, 15 maggio, che saranno
parecchi:
– a Roma dalle ore 11, Presidio davanti alla Farnesina, Viale dei Giusti, per
dire Stop al Genocidio;
– a Ferrara, dalle ore 16.30 in Piazza Cattedrale, manifestazione promossa dal
collettivo “Ferrara per la Palestina”;
– a Parma, dalle 17, la Comunità Palestinese organizza una serata in Piazzale
Inzani: lettura di testimonianze, presentazione di un libro, su
voladora.noblogs.org tutto il programma;
– a Rimini, 18.30 a Piazza Cavour: azione scenica con musica di Emiliano
Battistini, poesie e letture varie (organizza “Assopace Palestina” insieme a
“Vite in transito”);
– a Vicenza, stessa ora, “Fiaccolata Rumorosa” da Piazza Esedra: portare torce e
pentolame ad hoc.
Succedono ancor più cose sabato 17 maggio:
* a Londra è prevista una grande Marcia per la Palestina che partirà dalla
stazione di Embankment per raggiungere Downing Street, con la partecipazione
di manifestanti da tante altre città;
* a Parigi l’appuntamento sarà alle 14 a Piazza Stalingrado, per il
riconoscimento dello stato palestinese e per la liberazione di Georges
Ibrahim Abdallah, militante libanese detenuto in Francia dal 1984, la
detenzione politica più lunga d’Europa.
Ma per restare agli appuntamenti previsti dall’Associazione dei Palestinesi in
Italia:
– a Firenze dalle ore 14.30 a Piazza Santa Novella;
– a Napoli, dalle 15 corteo da Piazza Garibaldi;
– a Milano, dalle 15 da Corso Lodi fino a Corvetto;
– a Torino, stessa ora da Piazza Crispi.
Piccolo-gran finale il 18 maggio nella cittadina di Lodi, con il Corteo di
Solidarietà con il Popolo Palestinese con partenza da Piazza Castello alle 11.
Ma senz’altro l’appuntamento più importante sarà quello organizzato anche
quest’anno dai “Combattenti per la Pace” a Beit Jala, in Cisgiordania.
“Da sei anni questa ricorrenza è diventata un momento annuale molto importante
all’interno del nostro programma di attività” tiene a sottolineare Rana Salman,
co-direttrice palestinese del movimento, che abbiamo raggiunto per telefono
l’altro giorno. “Sarà un evento non meno importante della Memorial Ceremony in
ricordo dei caduti di entrambi i fronti del conflitto, che abbiamo appena finito
di celebrare lo scorso 29 maggio con una risposta di pubblico che non ci
aspettavamo: nonostante il grande teatro che avevamo predisposto a Jaffa,
moltissimi non sono riusciti a entrare e abbiamo dovuto organizzare proiezioni
in streaming all’esterno. Per non dire dei collegamenti in numerose altre città
d’Israele, Palestina e in tutto il mondo, una risposta davvero notevole –
purtroppo funestata dal grave episodio che si è verificato nella cittadina di
Ra’anana, dove la proiezione che era stata prevista all’interno di una Sinagoga
è stata impedita da una squadraccia di fondamentalisti, un fatto senza
precedenti! Speriamo che vada tutto bene con l’evento di domani sera, che sarà
in una piazza, non più di 200 posti a sedere e diretta streaming per quanti
vorranno seguirci, speriamo siano in tanti.”
(Link per registrarsi qui : https://form.jotform.com/251032941203443)
Quale sarà il tema di quest’anno?
“Il tema sarà la casa, così presente per gli israeliani in termini di ‘terra
promessa’ e così sentìto per i palestinesi come storia di continua perdita.
Aggrapparsi alla casa, aggrapparsi alla speranza: questo il titolo che abbiamo
scelto per questo nostro Nakba Day che quest’anno non sarà solo ricorrenza,
considerata la tragedia di spossessamento, distruzione, assedio, che vediamo
succedere da oltre 18 mesi nella striscia di Gaza, un’intera popolazione
condannata a vagare da una tendopoli all’altra sotto i bombardamenti. Per non
dire della Cisgiordania dove l’aggressione dei coloni, e l’espulsione dei
legittimi proprietari dalle loro case, specie se aziendine agricole, fa parte
della quotidianità, con il concorso dell’esercito. Situazione drammatica…”
Vuoi darci qualche anticipazione di programma?
“Avremo due belle testimonianze: la prima di Aziz Qatashahm, rifugiato della
Nakba del 1948 ormai anziano, costretto a lasciare il villaggio di Beit Jibreen,
non lontano da Hebron, dove la sua famiglia viveva da sempre; la seconda sarà
una video testimonianza da Gaza di Dima Elhelou, ragazzina di 14 anni che ha
vissuto lo sfollamento innumerevoli volte all’interno della striscia dopo aver
perso tutto ciò che aveva. L’abbiamo coinvolta grazie a uno dei suoi familiari,
attivo nella nostra organizzazione.
Poi avremo la testimonianza di un militare israeliano che 77 anni fa si trovò in
servizio come agente della Nakba: un testo che, significativamente, verrà letto
dalla refusenik Sofia Orr, la cui scelta di obiezione di coscienza ha avuto una
notevole eco a livello internazionale e creato non poco rumore in Israele.
Importante sarà il contributo di Lee Mordechai, intellettuale israeliano che
dall’Università di Princeton, dove insegna Storia dell’epoca bizantina, ha
scelto di vivere per qualche tempo in Israele e da mesi sta documentando, sotto
forma di accuratissimo archivio digitale tutti i crimini di guerra e le atrocità
commesse a Gaza.
E infine avremo un intervento del palestinese Thabet Abu Rass, analista politico
e figura piuttosto nota all’interno della società civile israelo-palestinese,
che ribadirà l’importanza di pratiche di confronto e di dialogo, come queste che
la nostra organizzazione sta portando avanti da anni, per contribuire a quel
percorso di umanizzazione e riconciliazione che è l’unico possibile futuro per
entrambi i nostri popoli.
Alla conduzione della serata ci sarà Abigail Szor, giovane attivista ed
educatrice che si è formata all’interno della nostra Freedom School e ben
rappresenta una crescente quota di giovani israeliani che, nonostante le
omissioni del sistema scolastico e il silenzio del mainstream, vogliono sapere
come sono andate veramente le cose, e quali sono le radici del conflitto che da
sempre ci opprime tutti quanti. Che è il solo modo per inaugurare un processo di
collettiva guarigione, dai troppi traumi inflitti e subiti.”
Link per sostenere il lavoro dei Combattenti per la Pace:
https://www.cfpeace.org/donate
Daniela Bezzi