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Guardia di Finanza nelle scuole: disciplinamento, repressione contro educazione e pensiero critico
Con la circolare n. 645, la Dirigente dell’Istituto “Carlo e Nello Rosselli” di Aprilia ha invitato le studentesse e gli studenti delle classi prime a partecipare all’incontro con la Guardia di Finanza, omettendo però i contenuti. Ci ha colpito la circolare, oltre che per il contenuto e l’assenza di contenuto, anche per il fatto che è a firma della DS, Antonietta De Luca,  finita sui giornali locali (https://www.studio93.it/aprilia-contro-le-mafie-negata-lautorizzazione-ai-ragazzi-del-rosselli-per-partecipare-alliniziativa-del-meucci-e-di-libera/) per avere negato agli studenti e alle studentesse della sua scuola l’autorizzazione a partecipare all’iniziativa di Libera, organizzata dal locale liceo Meucci. L’iniziativa cadeva il 31 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie. Accortesi di quanto fosse grave il suo atto, probabilmente per salvaguardare l’immagine della scuola (o la sua?) si sarebbe poi presentata all’iniziativa da sola, così da dimostrare quanto la sua scuola, incarnata nella sua sola persona, si occupasse di lotta alla mafia e legalità: L’ècole c’est moi. Meno dubbi ha avuto la DS sull’aprire le porte della scuola alla Guardia di Finanza. Disinteressandosi anche dei contenuti, ha ritenuto importante fare incontrare i propri studenti e le proprie studentesse con le Forze dell’Ordine che, a sua unica opinione, arricchirebbero il curricolo della scuola di contenuti più formativi di quelli che invece promuove Libera. La scelta della Dirigente mostra l’impianto ideologico della sua gestione nell’affidare a formatori il tema della legalità, ma l’accordo tra MIUR e Guardia di Finanza risale alla Ministra Fedeli, che ha pensato bene di affidare alla Guardia di Finanza “l’insegnamento” dell’allora Educazione Civica, “Cittadinanza e Costituzione”, intesa che prevedeva anche attività di Alternanza Scuola-Lavoro e di tirocini per le studentesse e gli studenti frequentanti il quarto anno delle scuole secondarie di II grado.  https://www.mim.gov.it/-/educazione-alla-legalita-siglato-protocollo-miur-guardia-di-finanza https://www.flickr.com/photos/miursocial/albums/72157686947105444/with/36572643563. Nel tentativo di scoprire i contenuti trattati dalle forze dell’ordine ad Aprilia è il ministero che ci offre un progettino striminzito rivolto agli studenti dalla scuola primaria alle superiori partito nel 2021, che riporta: «viene descritta l’attività svolta dalla Guardia di Finanza, finalizzata al contrasto all’evasione, all’elusione ed alle frodi fiscali, nonché agli illeciti in materia di spesa pubblica, alla contraffazione ed alla criminalità economico-finanziaria […]stimolare maggiore consapevolezza circa il delicato ruolo rivestito dalla Guardia di Finanza, quale organo di polizia dalla parte dei cittadini, a tutela delle libertà economiche». Solita fuffa di banalità sulla legalità, ma soprattutto avvicinamento dei giovani a quest’organo di polizia. Le scuole che hanno deciso di delegare ed esternalizzare l’educazione alla legalità alla Guardia di Finanza sono tante, ne abbiamo riprese alcune solo per tentare di individuare i contenuti trattati ad Aprilia: La direzione didattica secondo circolo di Santarcangelo (RN); Nell’Istituto Comprensivo Carpi Nord l’avvicinamento dei bambini e delle bambine della scuola primaria alla Guardia di Finanza è passato attraverso lo studio dei simboli: «i bambini hanno esplorato curiosità e simboli di questo importante Corpo, come il motivo per cui viene chiamato “Fiamme Gialle”, il significato del mitologico grifone nel suo stemma e il motto araldico “Nec Recisa Recedit” (Neanche Spezzata Retrocede), questo si legge sul sito della scuola che esprime la vera finalità del progetto con successo: L’incontro si è concluso con un entusiasmo contagioso: molti bambini hanno espresso il desiderio di diventare finanzieri da grandi. Ma, al di là delle aspirazioni future, il vero successo di questa iniziativa è stato far comprendere ai più piccoli che la legalità non è una limitazione, ma una garanzia di libertà per tutti». Ovviamente non poteva mancare la Guardia cinofila e il fumetto Finzy per convincere ancora di più i bambini! Sulla presenza delle Guardia di finanza nelle scuole e nello specifico in quelle superiori abbiamo già scritto, evidenziando ad esempio come l’educazione finanziaria possa essere affidata a realtà come Banca Etica; qui vorremmo aprire un ulteriore riflessione partendo da una domanda: quale intento nasconde questa presenza delle forze dell’ordine nelle scuole? Siamo sempre più convinti che oltre all’avvicinamento ai fini di una possibile scelta futura “lavorativa” vi sia anche la volontà più o meno esplicita, di creazione di un clima generico di insicurezza, di diffidenza verso il prossimo, di ansia, di paura. Frode fiscale, lotta alla criminalità, lotta all’evasione è questo il linguaggio che entra nelle scuole. Che si tratti di bullismo, di cyber bullismo, di legalità quello che passa agli studenti è sicuramente l’immagine di un mondo insicuro, contro il quale occorre difendersi, con le armi della legalità e della sicurezza. E da qui facile, poi, dedurre che, in un mondo così criminalizzato, la strada da intraprendere sia quella dell’arruolamento per il ripristino della legalità che tra l’altro, in questi percorsi viene sempre presentata nella forma dell’eroicità. Accettazione del DDL sicurezza, disciplinamento, repressione, coerenza con i “nuovi “ ideali di Nazione e Patria delle Nuove Indicazioni, mentalità di guerra e di lotta, sono queste le conseguenze che tali modelli educativi implicitamente portano nelle scuole, facendo chiudere il cerchio sull’accettazione delle politiche guerrafondaie italiane e europee. Perché tutto viene scelto in nome della sicurezza! Sulla questione del valore educativo di questi progetti abbiamo già scritto tante volte e continuiamo a rimpiangere la scuola in cui la figura di Antigone era l’esempio della non sempre scontata confluenza di legalità e giustizia! Questo è quello che le scuole dovrebbero riprendere a fare, non istigare paura e soluzioni repressive, ma aprire al pensiero critico e alla complessità. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università