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Il servo … di Smotrich
Matteo Salvini sì è fatto intervistare da una tv israeliana per esprimere pieno sostegno al genocidio in corso a Gaza. Naturalmente ha anche detto che chi manifesta per la Palestina oggi non sa quello che fa, ma in fondo questa è la cosa meno grave. Il leghista ha schierato se […] L'articolo Il servo … di Smotrich su Contropiano.
Potere al Popolo. Basta con le complicità del governo e di Salvini con il genocidio in Palestina
Venerdì 19 settembre alle ore 18 saremo a Porta Pia davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Matteo Salvini, il ministro che più incarna il sostegno a Israele e la complicità del governo Meloni con il genocidio del popolo palestinese. Denunciamo allora la connivenza e le scelte di […] L'articolo Potere al Popolo. Basta con le complicità del governo e di Salvini con il genocidio in Palestina su Contropiano.
Due cazzari a contatto
Dunque, la situazione è questa, capite? È un po’ come quando ti ritrovi in mezzo a una strada e da una parte c’è un’auto che va contromano e dall’altra c’è un autobus che non si ferma alle fermate. Da che parte ti butti? Da una parte c’è Macron, che è […] L'articolo Due cazzari a contatto su Contropiano.
Annunci mortuari contro il genocidio: Extinction Rebellion rivendica l’azione
Nelle prime settimane di agosto, a Oggiono e in altri paesi della provincia di Lecco, tra i necrologi comunali sono comparsi degli annunci mortuari di alcuni dei bambini palestinesi barbaramente uccisi dall’esercito israeliano, come Razan Abu Zaher di 4 anni e Yousef Mohammed al Safadi di appena 40 giorni.  A suscitare maggior scalpore è stato però il manifesto in cui si annuncia il decesso dell’Empatia Umana, espresso da una foto che ritraeva il vice premier, Matteo Salvini, mentre ritira il premio Italia – Israele, consegnatogli alla Camera il 22 luglio scorso. L’iniziativa, rivendicata oggi a mezzo stampa da Extinction Rebellion, mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al genocidio attualmente in atto dal governo israeliano nei confronti del popolo palestinese e contrastare la deumanizzazione dei palestinesi, i cui morti non sono più numeri o nomi di un freddo elenco. I necrologi che ne annunciano la scomparsa sono infatti collocati accanto agli stessi comunemente utilizzati per la scomparsa dei nostri concittadini, per porli sullo stesso piano. “Il manifesto incriminato denuncia l’inequivocabile complicità dello Stato Italiano, che fornisce la copertura diplomatica necessaria ad Israele per continuare i suoi crimini di guerra e contro l’umanità, intrattenendo al contempo rapporti economici e forniture militari dirette” dichiara Extinction Rebellion. “Non si trattava certo di un annuncio della morte di Matteo Salvini, come invece hanno sostenuto in maniera volutamente diffamatoria alcuni assessori regionali e il direttore del premio”. Il caso mediatico è infatti esploso con la pubblicazione di svariati articoli su molteplici testate online, che hanno però riportato solo una delle sei varianti di manifesti funebri appesi: l’unica riguardante l’assegnazione del premio Italia – Israele. Il sottosegretario regionale Mauro Piazza ha descritto i manifesti come “messaggi funebri dal contenuto intimidatorio” e “slogan violenti”, nonostante si parlase di “empatia umana” e venissero riportati dei fatti di cronaca di un genocidio che, solo negli ultimi due anni, ha causato almeno 60 mila vittime. Allo stesso modo, Alessandro Bertoldi (direttore esecutivo di uno degli enti promotori del premio) ha dichiarato che “il premio Italia-Israele nulla aveva a che vedere con la guerra”. Secondo Extinction Rebellion, le parole di Bertoldi sono una chiara dimostrazione di indifferenza verso le conseguenze delle relazioni commerciali, della copertura diplomatica e della fornitura militare verso Israele, che lo Stato Italiano attualmente mantiene ed incoraggia. Sempre il direttore Bertoldi ha accusato gli autori del gesto di essere “odiatori antisemiti” e che denuncerà il fatto alla prefettura. “Oltre ad essere una definizione diffamatoria, falsa e infondata, il direttore Bertoldi dovrebbe sapere che i palestinesi di cui si denuncia il massacro rientrano nel gruppo dei popoli semiti. Antisemiti sono dunque coloro che si rendono complici del genocidio e che da anni supportano una politica islamofoba e antimigratoria” commenta ancora Extinction Rebellion. La responsabilità dell’Italia nel genocidio palestinese è tanto concreta quanto ineludibile. L’Italia ha infatti violato l’obbligo di prevenzione del genocidio (un obbligo inderogabile del diritto internazionale), ha ignorato le indicazioni della Corte internazionale di giustizia continuando a trasferire armi e materiali a duplice uso a Israele, rendendosi così complice degli atti genocidari avvenuti a Gaza. Proprio nel lecchese, inoltre, ha sede l’azienda “Valforge Srl”, al centro di indagini relative al traffico di d’armamento destinati ad Israele. “La storia non dimenticherà, e condannerà la complicità dello Stato Italiano. È ora di interrompere la vendita di armi e ogni relazione commerciale con lo Stato criminale di Israele” conclude Extinction Rebellion.   Fonti PrimaLecco – https://primalecco.it/cronaca/manifesto-funebre-contro-matteo-salvini-a-oggiono-dura-condanna/  Ansa – https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2025/07/29/hamas-dallinizio-della-guerra-quasi-60.000-morti-a-gaza_dcd7ea24-9ad7-43f0-8a6a-86462fced277.html  La provincia unica – https://www.laprovinciaunicatv.it/stories/lecco/oggiono-e-brianza/ad-oggiono-manifesto-mortuario-foto-salvini-che-riceve-premio-italia-israele-o_3221066_11/  Altraeconomia – https://altreconomia.it/armi-a-israele-le-responsabilita-giuridiche-dellitalia-e-dei-suoi-attori-pubblici-e-privati/  Altraeconomia – https://altreconomia.it/traffico-di-armi-italia-israele-aziende-banche-e-dogane-coinvolte/  Extinction Rebellion
Messina e il Ponte: tra progresso, dissenso e filosofia del potere
9 agosto 2025 Oggi, mentre il governo celebra l’approvazione definitiva del Ponte sullo Stretto da parte del CIPESS, Messina risponde con una manifestazione imponente di migliaia di persone. Non è solo una protesta contro un’infrastruttura, ma un momento di riflessione collettiva sul significato stesso di “progresso”, sul ruolo del dissenso e sulle dinamiche del potere. La piazza e la voce negata “Quattro gatti rumorosi”: così ha liquidato il ministro Salvini le proteste contro il Ponte, un giudizio che tradisce almeno due cose: un certo scetticismo nei confronti del dissenso e una percezione distorta della realtà. Eppure, ciò che spesso viene ridotto a un flebile canto di pochi si è trasformato, oggi, in un poderoso coro di voci unite. Il gesto ironico del ministro, quel bacio beffardo lanciato ai contestatori durante la sua visita in città il 6 agosto, non è un semplice atto di provocazione. È parte di una strategia precisa, mirata a delegittimare il conflitto e privarlo di dignità. Come sottolinea Michel Foucault, “Il potere non si limita a reprimere o impedire la formulazione di un discorso. [Esso] lavora il corpo, penetra il comportamento, si mescola al desiderio e al piacere”. Ed è proprio in questo contesto di manipolazione che il dialogo costruttivo viene soffocato, lasciando spazio a pensieri permeati di odio e disprezzo che trasformano le idee in caricature. Un esempio emblematico è la retorica governativa, che ha forgiato all’interno dell’immaginario collettivo etichette come “i no a tutto”, “i nemici del progresso” e “i cavernicoli”. Queste semplificazioni non solo impoveriscono e hanno impoverito il dibattito, ma ostacolano anche una comprensione più profonda delle ragioni e delle preoccupazioni di coloro che si oppongono. Il governo, invero, presenta il Ponte come un’opera “necessaria”, un destino ineludibile. Tuttavia, pensatori come Herbert Marcuse ci hanno insegnato a guardare il mondo con occhio critico. Spesso il potere, ergendosi a sistema dominante, trasforma le sue scelte in “fatti naturali”, mentre ogni alternativa viene bollata come irrealistica. Eppure, gli stessi messinesi, durante il corteo, hanno sollevato domande importanti: perché non investire nei trasporti esistenti, nelle energie rinnovabili o nel turismo sostenibile? Perché non potenziare quei settori di cui la collettività ha realmente bisogno, come quello idrico? A tal proposito, il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”, presente al corteo e noto per aver intrapreso questa battaglia, ha più volte sottolineato l’urgenza di una politica che affronti concretamente queste necessità fondamentali. Questi interrogativi dimostrano come la lotta non si limiti a un’opera specifica, ma abbracci una dimensione intersezionale. E ci porta a riflettere sul vero nodo concettuale. Chi decide cosa sia “progresso”? Walter Benjamin avvertiva che l’idea di progresso lineare è spesso una narrazione dei vincitori, una storia falsa. E oggi, a Messina, c’è chi ricorda che il “progresso” imposto dall’alto può essere un regresso per chi ci vive. Il governo, inoltre, ha spesso ripetuto che, se il Ponte non si farà, scatteranno penali miliardarie “per colpa di chi si oppone”. È un meccanismo perverso, spostare la responsabilità sugli oppressi, trasformandoli in capri espiatori. In questo contesto, la filosofia offre una chiave di lettura profonda. Anche quando l’autorità cerca di ridurre il dissenso a semplice rumore, la vera politica si manifesta quando chi è stato messo a tacere si alza e reclama il diritto di essere ascoltato. Questa dinamica è stata evidente nel corteo, dove cittadini e partecipanti hanno dimostrato che la loro è una lotta per l’affermazione di una dignità collettiva che non può e non deve restare nell’ombra. Messina, oggi, ha riempito uno spazio vitale: quello di chi ama, di chi sogna, di chi aspira a un mondo diverso. Un mondo più equo, più giusto, libero dalle guerre e dalle ingiustizie. Libero dagli abusi e dai vizi del potere che spesso ci opprimono. Libero dalle false promesse che danzano sulle lingue dei politici, svuotando di significato le aspirazioni collettive. Messina ha levato un grido di libertà. Questa parola, il cui significato diamo spesso per scontato, meriterebbe una comprensione più profonda. In effetti, che cos’è la libertà se non il volo di un gabbiano sopra le distese del nostro mare azzurro? Non è forse libertà anche quella dei pesci e degli animali che rischiamo di ignorare sotto le ombre di colonne di cemento? Quando smetteremo di considerarci padroni di tutto? Non ci hanno insegnato nulla i nostri miti, come Scilla e Cariddi? Chi vuole dominare la natura finisce spesso per esserne sopraffatto. E, anche se il Ponte dovesse essere costruito, un’unica verità rimane: tentare di marginalizzare il dissenso non significa farlo scomparire. Infine, un giorno, potrebbe essere la natura stessa a riprendersi il suo spazio.   (video di Sofia Donato) https://www.pressenza.com/wp-content/uploads/2025/08/video-no-ponte.mp4 Simone Millimaggi
USB al corteo No Ponte del 9 Agosto
USB parteciperà al Corteo No Ponte, che il 9 agosto attraverserà le strade di Messina. Quest’anno più che mai l’appuntamento contro il cosiddetto progetto di costruzione della mega opera deve vederci numerosi e determinati. Lo scenario di guerra e di sterminio nel quale siamo immersi ci parla di un modello […] L'articolo USB al corteo No Ponte del 9 Agosto su Contropiano.
Contestato Salvini e il convegno farsa della destra del partito unico degli affari!
 Sala, Salvini stesso modello! Dopo aver chiesto in piazza le dimissioni di Sala sotto a Palazzo Marino mentre in consiglio comunale andava in scena la levata di scudi del modello milano, oggi abbiamo contestato il convegno di Salvini dicendo chiaro e tondo che lui e Sala sono due facce dello […] L'articolo Contestato Salvini e il convegno farsa della destra del partito unico degli affari! su Contropiano.
Allarghiamo le braccia
Lo sanno tutti che la Cassazione non entra nel merito, ma esamina la correttezza delle procedure. In pratica, la Cassazione verifica che le leggi siano state applicate correttamente nei gradi inferiori di giudizio, correggendo eventuali errori di diritto o procedurali.  Lo sanno tutti, meno la presidente del Consiglio e uno […] L'articolo Allarghiamo le braccia su Contropiano.
Come scongiurare il pericolo che i vostri bambini diventino come Salvini
“Sappiamo che il bambino di quattro anni a cui i genitori leggono tutti i giorni delle storie mostra nelle reti cerebrali del linguaggio parlato attivazioni superiori rispetto a quelle degli altri bambini e utilizza le stesse reti neurali che in seguito gli permetteranno di formulare pensieri complessi.” (da “Conoscenza o […] L'articolo Come scongiurare il pericolo che i vostri bambini diventino come Salvini su Contropiano.
Lombardia si candida a ospitare una centrale nucleare: firmato accordo con l’AIEA
La Lombardia si mette in prima fila nella corsa al ritorno dell’energia nucleare in Italia. Con la firma di un Protocollo d’intesa tra il presidente della Regione Attilio Fontana e il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) Rafael Mariano Grossi, avvenuta oggi a Palazzo Lombardia, la regione apre ufficialmente alla possibilità di ospitare una centrale nucleare e promuovere l’uso civile e scientifico di questa tecnologia. Il Protocollo, che avrà durata triennale, prevede azioni in vari settori: condivisione di conoscenze e buone pratiche per lo sviluppo di infrastrutture nucleari sicure; percorsi di formazione e assistenza tecnica in ambito di sicurezza nucleare; sostegno alla carriera femminile nel nucleare, anche tramite programmi come Marie Sklodowska-Curie e Lise Meitner; uso dei reattori di ricerca per scopi sanitari, ambientali e industriali; iniziative nei campi della salute pubblica, della sicurezza alimentare e della gestione delle risorse naturali, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo. L’accordo nasce da un percorso avviato nel gennaio scorso con un incontro a Vienna tra Fontana e Grossi e rappresenta un tassello fondamentale nel rilancio del nucleare in Italia, all’interno di un quadro internazionale orientato a innovazione e sostenibilità. La Lombardia, con questa mossa, si propone come laboratorio avanzato per l’applicazione pacifica dell’energia atomica e come prima candidata per ospitare una nuova infrastruttura nucleare nel Paese. Rafael Mariano Grossi ha definito la giornata “un momento di progresso” e ha elogiato le competenze scientifiche e tecnologiche della Lombardia. “Questo memorandum – ha spiegato – è il primo che l’AIEA sottoscrive con un’entità regionale, segno della fiducia che nutriamo verso le potenzialità di questa regione. La collaborazione con l’Italia, e in particolare con la Lombardia, è estremamente positiva e può offrire risultati significativi in termini di sviluppo sostenibile e innovazione”. Una grande operazione di greenwashing che vuole spacciare a tutti i costi il nucleare come “energia green”. Non è un caso che tra le motivazioni ci sono “il supporto alla transizione ecologica, l’applicazione delle tecnologie nucleari nei settori della medicina, dell’agricoltura e della sostenibilità ambientale, e la partecipazione a programmi internazionali per la formazione e la valorizzazione delle competenze“. “Con questo accordo – ha dichiarato Fontana – la Lombardia si conferma protagonista nel promuovere tecnologie all’avanguardia a favore dello sviluppo sostenibile. Il nucleare di nuova generazione rappresenta una risorsa concreta per superare la dipendenza da fonti energetiche instabili, sia sul piano geopolitico che economico”. Il governatore ha sottolineato come le tecnologie attuali offrano elevati standard di sicurezza, superando le paure del passato. “I nuovi reattori – ha aggiunto – sono progettati per garantire la massima sicurezza. È fondamentale spiegare ai cittadini che oggi esistono soluzioni molto più evolute e affidabili rispetto a quanto si conosceva decenni fa”. Peccato che queste siano delle falsità belle e buone. Ad oggi sappiamo che l’energia nucleare è l’energia nucleare e che tutti gli slogan che parlano di “nucleare di quarta generazione” o di “nucleare di quinta generazione” sono in realtà dei lanci commerciali che poco hanno di scientifico: si tratta di strategie di rebranding per rilanciare industrialmente la produzione di energia nucleare. Se il parere di un Premio Nobel per la Fisica può essere considerato sufficientemente autorevole e rappresentativo del pensiero scientifico, allora l’audizione di Giorgio Parisi alla Camera sul nucleare dovrebbe essere la pietra tombale dell’atomo come soluzione energetica a breve e medio termine. Il 19 febbraio, intervenendo dinanzi le commissioni riunite VIII e X, l’ex presidente dell’Accademia nazionale dei lincei ha chiarito quale dovrebbe essere la strategia migliore per l’Italia, in cui reattori di IV generazione e fusione nucleare non dovrebbero trovare spazio per le caratteristiche intrinseche del nostro Paese e per questioni tecniche ed economiche. “Al momento i costi dell’energia solare sono decisamente inferiori rispetto a quelli del nucleare. Ci sono enormi spazi liberi nelle città dove si può installare” o “nelle campagne con l’agrivoltaico”. Di contro, “in passato i costi del nucleare sono aumentati, anche a causa della necessità di regolamentazioni sulla sicurezza”. Senza dimenticare che in Italia persistono “problemi come il deposito di rifiuti, di cui si parla da anni”. Nella sua analisi Parisi non smentisce il valore scientifico di fissione e fusione, sottolineando l’importanza di portare avanti la conoscenza in questi come in tutti i campi del sapere, ma ne critica l’applicazione pratica e immediata nel contesto nazionale, caratterizzato da altre potenzialità energetiche da sfruttare prima e meglio. “La IV generazione potrebbe essere importante, ma ricordiamo che non c’è nessuno prototipo funzionante su larga scala e che è l’evoluzione del reattore Superphenix francese, che ha avuto incidenti per svariati anni e poi è stato chiuso”. Anche se i problemi tecnici interni a una centrale venissero risolti, però, resterebbe un’incongruenza a livello di sistema: “Qualcuno pensa che il nucleare possa essere una fonte alternativa” alla non programmabilità delle rinnovabili, al pari di quanto fanno oggi i cicli combinati a gas. “Sfortunatamente no! Il nucleare, adesso e penso nel futuro, ha una flessibilità estremamente bassa” perché una volta avviato deve generare in continuo, giorno e notte, per essere conveniente. https://www.qualenergia.it/articoli/ritorno-al-nucleare-no-nobel-fisica/ Speriamo vivamente che gli appelli di scienziati come Giorgio Parisi vengano ascoltati dai decisori politici. https://www.fanpage.it/milano/matteo-salvini-nel-2030-potremmo-avere-la-prima-centrale-nucleare-in-lombardia/ https://europaverde.it/2023/10/24/nucleare-6/     Redazione Sebino Franciacorta