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La prima di Senza tremori a Biella
Mercoledì 26 novembre la sala “Seminari” di Città Studi a Biella era gremita in occasione del talk show “Senza tremori” organizzato nell’ambito del Festival “Mano a farfalla” dall’associazione Amici Parkinsoniani Biellesi. Sul palco come relatori Ettore Macchieraldo, Luisa Dodaro, Luciano Manicardi. Il talk è stato condotto dal giornalista Marco Cassisa, tra il pubblico il presidente di APB Eugenio Zamperone. In sala campeggiavano i tre verbi “Possiamo, dobbiamo , vogliamo…vivere” , una sorta di motto e di sprone coniato da don Giorgio Chatrian, fondatore di APB e inarrestabile nel suo mettere in pratica resistenza e resilienza dopo la diagnosi di malattia cronica, convinto che “Lady Park” si dovesse affrontare con gli strumenti dell’ironia e anche della fede per coloro che fossero credenti. Don Chatrian colpito da Parkinson nei primi anni 90, si era poi trasferito a Vigliano Biellese per terminare il suo cammino terreno nel 2023. Cassisa ha invitato i tre relatori a esprimere il loro punto di vista cercando di dar corpo a una terza Erre oltre a quelle di Resistenza e Resilienza ovvero quali Reazioni – individualmente e collettivamente -potessero essere messe in campo per affrontare con efficacia la malattia. Manicardi, monaco di Bose dal 1981 e priore dal 2017 al 2022 e autore di diversi libri anche sul rapporto dell’uomo con la sofferenza e la malattia, ha sottolineato l’importanza della dimensione collettiva nell’affrontare la sofferenza individuale. La presenza di associazioni e gruppi di supporto nel caso di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer serve a evitare quel senso di solitudine e quindi spesso di depressione che può accompagnare la comunicazione della esistenza della malattia in una persona. Manicardi ha anche citato Nietsche in relazione anche alla sua salute molto precaria. Il grande filosofo aveva interpretato la malattia addirittura come trampolino verso la creatività ritenendo che il dolore corporeo e la sofferenza potessero essere intesi come l’acquisizione di una capacità introspettiva più accurata insieme alla visione più chiara della realtà esteriore. Quindi in qualche modo, se affrontata nel modo corretto la malattia come opportunità che altrimenti non ci sarebbe data. Nietzsche, a tal proposito, in Ecce Homo aveva affermato «La malattia mi ha dato il diritto di cambiare tutte le mie abitudini». Luisa Dodaro ha narrato la sua esperienza personale di vicinanza al padre a cui nel 2008 era stato diagnosticato il Parkinson. Era stata lei stessa ad accorgersi per prima dei sintomi un giorno in cui, alla guida dell’auto, aveva visto la mano del padre nel sedile passeggero tremare e lo aveva dapprima interpretato scherzosamente come sintomo di paura per la guida della figlia. Il padre non si era perso d’animo e aveva cercato di continuare con le sue attività, mettendosi addirittura anche a giocare a tennis, attività sportiva che non aveva mai praticato prima. Con la scomparsa della mamma a inizio 2020 Luisa che è psicoterapeuta, psicologa, supervisore EMDR, vicepresidente dell’Associazione Parkinsoniani del Canavese, maestra di yoga, era entrata così nei panni della cargiver in quel durissimo primo anno della pandemia e fino alla morte del padre per Covid un anno dopo. Aveva scoperto il grande potere delle risate, come fonte di tutte quelle altre “ine” che sono fonte di benessere, ricordando che nel Parkinson è in gioco una degenerazione progressiva dei neuroni dopaminergici che rilasciano proprio la dopamina. E a sua volta la dopamina interviene oltre che nella regolazione dei movimenti anche in quella dell’umore. La dott.ssa Dodaro ha ricordato con emozione il ruolo del presidente dell’Associazione Parkinsoniani Canavese Silvano Chiartano, presente in sala che, a sua volta colpito da Parkinson, nonostante avesse già più di 60 anni con la sua bicicletta percorreva spesso 20 km per venire a trovare il signor Dodaro. Quindi il sostegno di amici, parenti e associazioni di supporto è fondamentale. Ettore Macchieraldo ha esordito spiegando che nonostante il Parkinson sia una brutta tegola che ti piomba in testa il modo per affrontarlo sia quello di non abbandonare le attività ma anzi se si riesce potenziarle. E’ quello che lui ha fatto consapevole di avere una sorta di timer interno che lo sprona a impegnarsi in tantissimi campi sfruttando al massimo il tempo presente. E nel fare questo non dimentica la dimensione collettiva, l’obiettivo di fare del bene oltre che a se stesso anche ad altri che si trovino nelle stesse situazioni. Il campo in cui spazia l’impegno di Ettore è veramente multiforme: consigliere comunale di Roppolo, di Movimento Lento e del CTV Biella e Vercelli, collaboratore dell’Agenzia di stampa Pressenza e di Varieventuali, socio della Cooperativa ZAC di Ivrea, animatore di comunità, coordinatore di progetti, falegname, formatore di autocostruzione attraverso laboratori di falegnameria dentro e fuori la scuola, già presidente del Circolo Tavo Burat di Pro Natura, coordinatore del progetto “Imparare Facendo”, promotore delle local march for Gaza. Insomma un impegno a 360° che lo ha portato nel 2025 a realizzare un progetto ambizioso: un trekking lungo il Cammino d’Oropa insieme ad altre persone visitate da mister PK. e amici sostenitori. Successivamente si è spinto ancora più lontano camminando nelle ultime tappe della Via Francigena dal Viterbese a Roma. Alla base la consapevolezza, toccata con mano sulla propria pelle, di quanti benefici possa dare l’immersione nell’ambiente naturale e il movimento, meglio se lento e fatto con spirito di condivisione. Il pomeriggio si è quindi concluso proprio con la visione del documentario “Senza Tremori” per la regia di Grazia Licari, un documento filmato emozionante anche per i contributi che si sono potuti ascoltare da camminatori affetti da Parkinson così come da amici sostenitori tra cui anche due statunitensi che hanno raccontato la loro storia di umana partecipazione e solidarietà. Ci saranno altri appuntamenti per vedere il filmato e poterne parlare insieme: il 18 dicembre alle 20.45 in Biblioteca a Viverone con Alberto Conte di Movimento Lento e Mario Clerico di Tessere la salute, il 9 gennaio alle 21:00 allo ZAC di Ivrea ci sarà il reading di Simonetta Valenti e le canzoni di Alessandro Centolanza e il 22 gennaio, sempre la sera, a Milano presso la Baia del Re nel quartiere Stadera ci sarà Vittorio Agnoletto, medico del lavoro, a parlare dei fattori di rischio che portano all’insorgere della malattia. Vi consiglio di andare a uno di questi appuntamenti, ma se volete iniziare a vedere il filmato o trovate caricato sui canali youtube degli Amici Parkinsoniani Biellesi e del Festival mano a farfalla   Giuseppe Paschetto
Perché marciare dalla periferia al centro per Gaza
E’ iniziato tutto con un articolo su Pressenza il 22 giugno scorso. La comunicazione della Local march for Gaza è partita da qui, dall’agenzia di stampa non violenta con cui collaboro. Che cosa è la Local march for Gaza? Giovedì 10 luglio alle ore 10:00 partirà dal cancello del Santuario di Oropa (Biella) la Local March for Gaza, una marcia civile laica, multiconfessionale e inclusiva per testimoniare solidarietà e vicinanza al popolo palestinese. Un’iniziativa spontanea, con il cuore a Gaza Promossa da cittadini attivi in associazioni locali, la Local March for Gaza si ispira alla March to Gaza, per sensibilizzare le persone lungo il cammino. Sul sito www.localmarch.it, i partecipanti sono definiti “pellegrini” perché la Local March si propone come cammino laico, aperto a tutte le fedi e portatore di speranza. Un cammino per dire no al genocidio Il messaggio è chiaro: il genocidio dei palestinesi di Gaza e in Cisgiordania è inaccettabile. Finora, oltre 170 persone hanno sottoscritto l’appello a sostegno dell’iniziativa, scegliendo di partecipare attivamente o di sostenere il cammino a distanza. La Local March for Gaza vuole riportare le persone al centro: un’azione fisica, reale, fuori dal web, in cui ci si incontra, si parla e si raccolgono firme su carta durante le soste organizzate dai cittadini e dalle associazioni locali in ogni paese attraversato. La petizione è già disponibile online sul sito ufficiale e sarà firmata lungo il percorso, per poi essere consegnata lunedì 14 luglio alla Prefettura di Milano. I cammini I cammini sono un fenomeno di controtendenza di questi anni. Se la società velocizza, i cammini rallentano.  Se le forme di consumo portano il turismo a concentrare le persone negli stessi luoghi, i cammini diffondono e fanno scoprire luoghi e posti  sconosciuti e a poca distanza da casa. Se la società divide e isola, sui sentieri e nei paesi incontriamo e costruiamo relazioni. Ecco perché sta funzionando l’organizzazione della Local March sui Cammino di Oropa Il Cammino di Oropa è un’intuizione di Alberto Conte e di Movimento Lento. Si innesta su una lunga tradizione di pellegrinaggio verso il Santuario di Oropa e  la madonna nera  che le comunità locali hanno conservato. Certo la reinterpreta in chiave laica, la trasforma in un’esperienza di turismo lento. Questo è anche motivo di diffidenza nelle comunità locali. La Local march for Gaza, prendendosi a cuore un conflitto che ci pare lontano, ma è molto vicino; che ci sembra assoluto ma è storico; che pare inarrestabile ma è umano, riavvicinerà le persone e sarà generativo di nuove relazioni. Ne sono certo. I cammini salveranno il Belpaese dall’abbandono  Scrivevo quasi 3 anni fa sempre qui. Era la recensione di un libro importante: Contro i borghi. Un bel libro a più mani, che si occupa delle aree interne italiane. Le aree interne sono fondamentali nella transizione ecologica. Anzi usiamo l’espressione di Alex Langer, conversione ecologica. Tutti i dati ci dicono che il sovranismo, che è l’espressione contemporanea dei bisogni reali che si pone obiettivi sbagliati e controproducenti, cresce nelle periferie, lontano dalle città. Anche questo è frutto dell’abbandono, Occupiamoci delle periferie Dal genocidio di Gaza, allo spopolamento delle aree interne il passaggio è solo apprentemente ardito. Per invertire la rotta di questa società  che, a differenza di quello che sostenne Margaret Thatcher, esiste ed è sempre più orientata all’autodistruzione, è proprio dalle periferie che dobbiamo passare. Anzi che ci dobbiamo incamminare. Buon cammino Ettore Macchieraldo
Nel mezzo di Senza Tremori
Si è svolta una strana camminata sul Cammino di Oropa Movimento Lento, l’associazione che promuove il viaggio a piedi e in bicicletta, insieme agli Amici Parkinsoniani Biellesi, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella hanno reso possibili sei giorni di cammino da Cavaglià a Oropa di un gruppo misto tra persone con il Parkinson e non. E’ un modo per portare l’attenzione su una malattia che si sta diffondendo moltissimo, 300mila casi in Italia nel 2024, con un tendenziale abbassamento dell’età di insorgenza. Lo scopo di Senza tremori è quello di rompere il silenzio e far uscire le persone dall’isolamento. E’ molto facile che ci si chiuda, quando insorge il Parkinson, perché non si riesce ad accettare questo nuovo invadente compagno. Che lo si chiami Mr Pk, Lady Pk o Parki, quando arriva non solo fa sentire costantemente la sua presenza, ma diventa sempre più invadente. Il cammino di questi giorni ha permesso di intrecciare la rigenerazione delle persone a quella di un territorio. Questa esperienza verrà raccontata anche da un documentario che sta girando Grazia Licari. Si può contribuire alla realizzazione QUI  sulla piattaforma Produzioni dal basso. Lasciamo, ora, la parola a Tiziana Uberti e al diario che ha tenuto in questi giorni. Ecco il terzo e quarto giorno. 11/06/2025 terza tappa del cammino da Sala Biellese a Donato (8 km). Appuntamento al campeggio Future is nature. Si parte con leggero anticipo rispetto all’orario stabilito temendo che il caldo possa interferire negativamente sull’odierna passeggiata. Alla squadra si aggiunge Francesca, la figlia di Pietro, praticante il trekking da diversi anni; ha già avuto modo di percorrere vari cammini quali: Viterbo/Roma Bolsena/Montefiascone ecc. e si sta preparando per il tratto della Via Francigena che va da Sarzana a Lucca. Nell’attesa che Pietro, incaricato del trasporto bagagli dal campeggio al B&B La locanda dei gatti sito nel Comune di Donato, tornasse indietro, Fiorella mi illustra qual è la differenza fra guida turistica e guida escursionistica, poiché erroneamente in un precedente mio scritto l’ho indicata come guida turistica anziché escursionistica. Nello specifico, mi spiega che la prima figura professionale, accompagna persone singole o gruppi nelle visite ai monumenti, siti archeologici, musei ecc. fornendo nozioni di carattere storico culturale. Mentre la guida escursionistica ambientale, dicitura corretta, (acronimo GAE) è specializzata nell’accompagnamento in luoghi di interesse naturale; si occupa principalmente dell’aspetto paesaggistico, antropologico e culturale del territorio. La prima parte del percorso si sviluppa su un tratto di strada asfaltata in salita all’interno dell’abitato di Torrazzo per qualche centinaia di metri .. Riporta la mia amica Claudia “temevo di dover arrancare ed arrivare alla meta provata visto che il caldo cominciava a farsi sentire in modo prepotente. Invece dopo qualche centinaia di metri, in prossimità della chiesa di San Martino, abbiamo imboccato un sentiero che ci ha portato nei bellissimi boschi della Serra”; “dove ci ha accolti una piacevole frescura”  precisa la nostra videomaker Grazia. Come la definisce Ettore “avvolgente” Grazia dalla figura minuta che deve sobbarcarsi in tutte le tappe il peso delle apparecchiature, per testimoniare il nostro passaggio; che deve correre prima del gruppo per girare i filmati o recuperare la strada di corsa dopo che tutti sono passati, eppure non si lamenta mai ed é sempre pronta ad elargire un sorriso. Lei che darà testimonianza con il suo operato del nostro passaggio e che permetterà di lasciare un nostro segno. Ti siamo molto grati per quanto stai facendo per noi pk. Tornando al percorso, Claudia continua nella descrizione della passeggiata : dopo aver costeggiato il laghetto Cossavella, senza nemmeno renderci conto dei chilometri percorsi, assaporando dolcissime fragoline e mirtilli siamo giunti a Donato dove abbiamo potuto dissetarci dalle varie fontane presenti all’interno dell’abitato. Puntuali ci siamo presentati alla “locanda dei gatti” per prendere possesso delle camere da parte di coloro che passano fuori la notte quindi ci siamo spostati alla locanda denominata Cá Jolanda per pranzare e salutare Anna, Giulia e Enrica che per impegni di lavoro e famigliari devono lasciarci. Purtroppo perdiamo tre amiche preziose, impegnatissime nel sociale, iscritte al CAI di Biella che si danno da fare, a secondo delle loro possibilità e capacità. Al pomeriggio Ettore, in qualità di presidente del circolo Biellese Tavo Burat, e Chiara Schiavo hanno sposto in modo dettagliato il progetto dedicato allo sviluppo nel territorio della Valle Elvo e della Serra della strategia cosiddetta Smart Villages. La finalità del progetto é quella di promuovere interventi per quanto riguarda l’occupazione, la crescita, lo sviluppo delle zone rurali attraverso un processo di sviluppo,  fruttando in particolare le soluzioni offerte dalle tecnologie Diario di bordo – quarta giornata 12/06/2025 – puntando verso la meta 12/06/2025 quarta tappa da Donato a Graglia (8,5 km) difficoltà media con tratti impegnativi ma molto panoramici che si snoda attraverso boschi e Pascoli dove ancora una volta i camminatori hanno potuto apprezzare la bellezza delle prealpi biellesi. La giornata si é aperta all’insegna della dolcezza e convivialità con l’ assaggio del miele prodotto dal marito della signora Chiara Schiavo (relatrice nell’incontro di ieri pomeriggi del progetto Smart Village). La famiglia proveniente da Torino, pur mantenendo le proprie occupazioni, si è trasferita presso un ex alpeggio sopra Donato dove, grazie anche al marito di Chiara di professione ingegnere, con intervento edilizio mirato, hanno recuperato l’immobile già esistente trasformandolo in un bellissimo casale. Un ombreggiato e fresco bosco caratterizzato dalla presenza di faggi, castagni, roveri, aceri, abeti e larici, ha protetto dalla calura di questi giorni i nostri viandanti rendendo ancora una volta la passeggiata piacevole. Costeggiando un torrentello dalle zampillanti acque cristalline il capannello é giunto all’area attrezzata dove l’ex sindaco Agostino Bonino, attualmente consigliere di minoranza, ha portato i saluti da parte dell’attuale maggioranza e del sindaco Laura Gorni, che non ha potuto presenziare per motivi di lavoro. Precisa Ettore che l’incontro è stato. costruttivo e molto fortificante nella convinzione delle necessità e degli interventi da attuare per il miglioramento del territorio. Chi scrive, cioè Tiziana, avrebbe dovuto qui raggiungerli per portare viveri e bevande ma ahimè devo ancora arrivare ora. In auto ho percorso strade, stradine, saliscendi tra Graglia e Netro, sperando di non incrociare un altro mezzo per non dover procedere in retromarcia, ma senza mai trovare la fatidica area. Unica nota positiva, da un cespuglio é spuntata una famiglia di cerbiatti, piacevole vista. Dopo una trentina di km di anda e rianda non ho potuto far altro che arrendermi ed aspettarli al Santuario di Graglia. Come in precedenza é successo anche in questo caso, si fa largo la condivisione e solidarietà tra i vari componenti che, gioco forza, si sono spartirti le provviste avanzate nei giorni precedenti, pertanto biscotti un paio di pomodori dell’ insalata un po’ di pane, fornendo così il carburante necessario per per giungere alla meta. Quanto mi è spiaciuto non arrivare. Continua nel racconto Ettore:” Ad un certo punto ho visto che il gruppo aveva un po’ di stanchezza e allora mi sono messo a cantare per distrarli e nel contempo farli sorridere di modo che la loro mente fosse impegnata”. La sceneggiata dei canti dove io e Giuliano intoniamo, no meglio se dico stoniamo “quel mazzolin dei fiori è stata pubblicata sulla chat di APB escursioni da Pietro, per prendermi in giro. La tappa si è chiusa con l’arrivo al Santuario di Graglia. Tiziana Redazione Piemonte Orientale
Senza Tremori l’inizio
Si è svolta una strana camminata sul Cammino di Oropa Movimento Lento, l’associazione che promuove il viaggio a piedi e in bicicletta, insieme agli Amici Parkinsoniani Biellesi, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella hanno reso possibili sei giorni di cammino da Cavaglià a Oropa di un gruppo misto tra persone con il Parkinson e non. E’ un modo per portare l’attenzione su una malattia che si sta diffondendo moltissimo, 300mila casi in Italia nel 2024, con un tendenziale abbassamento dell’età di insorgenza. Lo scopo di Senza tremori è quello di rompere il silenzio e far uscire le persone dall’isolamento. E’ molto facile che ci si chiuda, quando insorge il Parkinson, perché non si riesce ad accettare questo nuovo invadente compagno. Che lo si chiami Mr Pk, Lady Pk o Parki, quando arriva non solo fa sentire costantemente la sua presenza, ma diventa sempre più invadente. Il cammino di questi giorni ha permesso di intrecciare la rigenerazione delle persone a quella di un territorio. Questa esperienza verrà raccontata anche da un documentario che sta girando Grazia Licari. Si può contribuire alla realizzazione QUI  sulla piattaforma Produzioni dal basso. Lasciamo, ora, la parola a Tiziana Uberti e al diario che ha tenuto in questi giorni. Cominciamo dai primi due giorni Diario di bordo – prima giornata 09/06/2025 – la partenza Ieri, 9 giugno 2025 , noi di Senza tremori abbiamo iniziato il nostro Cammino di Oropa. 18 persone si sono presentate all’appello, il cielo terso e una gentil brezzolina ci hanno accompagnato per tutto il percorso da Cavagliá a Roppolo. Tappa facile di 3,5 km, ma così voluta per preparare le gambe. Il primo ritrovo era stato fissato alle ore 9:30 presso l’infopoint della storica Villa Salino di Cavaglià dove ci aspettava il sorriso e la gentilezza di Marcello che, nel raccontare brevemente la storia del bosco degli elfi ha omaggiato tutti del cappellino a questi dedicato. Quindi Fiorella, esperta guida guida, ci ha accompagnato sino a Roppolo, percorrendo al contrario un tratto della via Francigena l’antico cammino compiuto da Sigerico da Canterbury fino a Roma. Durante il tragitto ci siamo soffermati al bosco degli elfi, dove abbiamo potuto apprezzare le casette a loro dedicate, quindi abbiamo proseguito fino alla Casa del movimento lento, dove ci siamo rifocillati con una gustosa pizza seguita da un riposo ristoratore. Alle ore 15:30, presso il polivalente di Roppolo,  Sophie Bourkab, giovane artista laureata, all’Accademia delle belle arti di Brera, con specializzazione in Arteterapia ha tenuto un laboratorio di disegno, invitandoci a dare forma e colore al mondo interiore che, ognuno di noi, ha dentro di sé. Dapprima ci ha invitato ad esprimere le emozioni provate in quel momento ascoltando un brano musicale e intrecciando i nostri tratti artistici con quelli degli altri partecipanti. Quindi ad interpretare verbalmente i nostri e le altrui composizioni. Alle ore 18:30 presso lo stesso sito la dottoressa Stefania Macchieraldo, psicologa e psicoterapeuta ha tenuto un incontro dove abbiamo potuto attraverso la psicodramma (tecnica di psicoterapia attuata mediante la rappresentazione) ed esprimere quelle che noi riteniamo essere le nostre fragilità. La giornata si é chiusa con un’ottima cena alla Tenuta Variselle di Roppolo 10 giugno 2025 è stata portata a termine la seconda tappa da Roppolo a Sala Biellese. Tratta più impegnativa delle precedenti sia per la temperatura in aumento che per la lunghezza del percorso (18 km). Indispensabile la sosta di circa un’ora per riprendere fiato presso il Ricetto di Magnano, dalla cui terrazza panoramica si può contemplare la bellezza delle nostre montagne. Ettore mi spiega che il Ricetto nel medioevo era una struttura tipica piemontese, costituita da una agglomerato di case circondato da mura, in cui si raccoglievano gli abitanti della campagna per difendersi in caso di incursioni nemiche. Fu fondato nel 1204 dal Comune di Vercelli per proteggere i confini verso il Canavese. Apprezzo in modo particolare questa spiegazione, io che poco conosco il Biellese essendo valsesserina e penso che questo cammino mi e’ utile anche dal punto di vista culturale. Lungo le vie storiche la signora Maria Teresa ha gentilmente offerto al gruppo un caffè ristoratore. Ennesimo beneficio e’ la possibilità di fare nuove conoscenze. La giornata si è conclusa con la cena al Barbamatto presso il campeggio Future Is Nature. La solidarietà del gruppo è sempre tanta e presente. A tavola ieri sera Anna rivolgendosi a Giuliano (due dei camminatori che hanno deciso di usufruire delle strutture ricettive del posto per trascorrere la notte) dice “sei stato bravo, hai camminato molto bene quasi sempre in testa alla comitiva”. Giuliano risponde “hai detto bene Anna quasi sempre: se ben ricordi a metà percorso, dopo averci aspettato per un po’, sei tornata indietro per sapere cos’era successo. Grazie, ti sono riconoscente”. Piccoli gesti che ci fanno sentire sicuri e quanto sia importante camminare insieme. Redazione Piemonte Orientale
Biella: meglio il botto?
Biella, la piccola città del Piemonte che conta poco più di quaranta mila abitanti (40.000) e il Biellese, il territorio che circonda la città, che invece ne ha poco meno di centosettanta mila (170.000) è il luogo dove si sta svolgendo l’Adunata Nazionale degli Alpini. Oggi sono attese 100.000 persone per la sfilata finale. E ieri la città laniera, come capita spesso negli ultimi anni di baciamano e di spari allee feste di capodanno, è finita sulle cronache nazionali per una notizia che non le fa onore. Ma ci sono anche buone notizie dal territorio dove abito, meno eclatanti e più costruttive. Sarebbe troppo facile dire “l’avevamo detto” dopo il fatto di Via Gramsci a Biella. Mi riferisco allo sparuto gruppo – con e senza cappello da alpino- che, guidato dalla musica proveniente dalla cassa di un locale della città, ha intonare “Faccetta nera”. Proprio la canzone simbolo del colonialismo, italiano e fascista, macchiatosi di crimini gravissimi e indelebili. Eppure voglio stupirvi e proporvi un’altra notizia. Partiamo ancora da una foto, scattata dal mio amico Pietro. Ritrae, l’altra mia amica, Tiziana e me sotto degli strani cartelli che indicano destinazioni lontane e vicine: Santa Maria di Leuca 1.740 km, Canterbury 1.195 km, Rho 91 km, Oropa 52 km. Solo alcune delle indicazioni che elfo Ugo ha voluto apporre su quel tratto della Via Francigena e del Cammino di Oropa che passano nel comune di Roppolo, proprio là dove si sono insediati gli elfi, ospiti del bosco di Marcello, un altro mio amico o che si occupa dell’infopoint per i pellegrini nel confinante paese di Cavaglià. I cartelli, mi ha detto Marcello,  li hanno messi proprio gli elfi stessi per aiutare a orientarsi e a misurare le forze nel cammino. La foto è stata scattata lo scorso 18 aprile. Eravamo in attesa della troupe di Rai News 24 che stava facendo riprese nel Biellese. Ieri, su quel canale televisivo – ed è questa la notizia – è andato in onda un servizio sul Cammino di Oropa, realizzato da Alfredo Di Giovampaolo per la trasmissione Cammina Italia. E’ un breve racconto di quanto il Cammino di Oropa stia generando una lenta trasformazione nei paesi attraversati dal suo percorso. Le cifre dei pellegrini provenienti da fuori territorio si attestano a circa 6.000 all’anno. Una minuzia rispetto ai 100.000 attesi oggi per la sfilata degli alpini. Non voglio paragonare cavoli e fichi ma, mi chiedo, è meglio un cambiamento lento che genera microeconomia o il botto che porta tante persone in poco tempo e nello spazio limitato del centro della piccola Biella? Venerdì ho fatto un giro per la città invasa dagli alpini. Ero contento della vivacità e della vita che vi ho trovato. Un po’ meno del merchandising e della concentrazione di queste persone in poche vie del centro. Oggi sfileranno gli alpini, verranno le autorità, avremo il nostro momento di gloria. Speriamo che alcuni ritornino a visitarci con più lentezza nei prossimi mesi e che questo interesse porti anche, alcuni di questi, a pensare di venire qui a vivere. Perché il problema del Biellese rimane l’abbandono e la fuga dei giovani ed è a quello che dobbiamo essere in grado di rispondere noi adulti. Ettore Macchieraldo