Della coscienza e della guerra
Viviamo un periodo storico rischioso ma affascinante. Molti problemi vengono al
pettine e nessuno di essi è risolvibile senza la risoluzione di tutti gli altri.
Il cambio climatico con la distruzione del nostro ambiente vitale, la
concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, la crisi della politica e
dello stato democratico preda ormai del capitalismo monopolistico, la violenza
maschile contro le donne, le migrazioni di massa. Tutti fenomeni che hanno come
esito finale la guerra o che si pensa di risolvere con la violenza.
Il potere non sente più il bisogno della maschera dei buoni sentimenti perché sa
che il collaudato meccanismo della vittima sacrificale ancora funziona. Tra
Barabba e Gesù la folla vota Barabba. Il cristianesimo ha incrinato questo
meccanismo ma non del tutto. La mimesi dei buoni comportamenti può aiutare ma è
la consapevolezza di sé e delle relazioni che ci legano al tutto che ci può
indicare la strada per uscire dalla violenza.
Diversi sono i percorsi per arrivare a questa consapevolezza. Per es. la crisi
ambientale provocata dal nostro capitalismo predatorio e dalle nostre dissennate
abitudini di consumatori ha generato una presa di coscienza sempre più ampia e
profonda delle relazioni vitali che ci legano agli ecosistemi, alle piante, agli
animali. Io stesso pur essendo da sempre sensibile e impegnato su questi temi
non ho ancora finito di imparare. Ricordo con stupore di come non avessi mai
considerato la sofferenza degli animali che usiamo come cibo.
Una prima ondata di mobilitazione “proambientale” ha avuto il suo culmine con
Greta Thumberg. Una mobilitazione così ampia che ha influenzato le decisioni del
potere politico con le varie Coop. a livello globale. Certo ci sono delle
reazioni, come sta capitando nell’America o tra i suoi emuli in Europa. Ma credo
che non dureranno a lungo.
Un altro percorso di consapevolezza l’ho visto in tutto quel mondo del
rinnovamento cristiano dopo il concilio Vaticano II. Faccio parte della Rete
Radiè Resh, un’associazione fondata da Ettore Masina nel 1965 che finanzia
microprogetti nel sud del mondo raccogliendo risorse tra i soci con una specie
di autotassazione. In qualche modo ci muove il sentimento del debito che abbiamo
nei confronti dei popoli oppressi dal nostro colonialismo. Promuoviamo inoltre,
insieme e dentro altre associazioni come Cittadini Ovunque, attività in favore
degli ultimi, migranti, emarginati di vario genere. Attività spesso ostacolate o
criminalizzate dai nostri stati cosiddetti democratici ma che nascono dalla
consapevolezza che i diritti che abbiamo guadagnato saranno presto perduti se
non li riconosciamo e garantiamo per tutti.
Un altro percorso che trovo affascinante è la ricerca che sta facendo F. Faggin
sulle reti neurali e l’intelligenza artificiale in forza della quale egli arriva
ad affermazioni perentorie come: “nessun supercomputer potrà mai avere una
coscienza” o “l’essere umano è dotato di coscienza e di libero arbitrio”. Dove
la coscienza si origina da una conoscenza “dall’interno”del sistema di cui siamo
parte, non essendo possibile separare l’osservato dall’osservatore, come presume
invece la fisica classica. Dove abbiamo sempre una possibilità di scelta perché
non siamo macchine determinate da un algoritmo. E’ importante riconoscere questo
perché tante volte rinunciamo all’azione giusta per seguire la via più facile.
La ricerca di Faggin mi affascina anche per le implicazioni che ha nella Genesi
dell’Essere. Egli sembra riconoscere agli esseri viventi, agli umani in
particolare, uno status ontologico superiore in virtù della comunicazione
incessante che esiste fra di loro. La vita è un reticolo di relazioni. In un
certo senso non esistono le cose ma accadono eventi. E ciò che resta è la
struttura che supporta questo flusso incessante di messaggi. E più la
comunicazione si affina, più il conflitto si dissolve in un superiore livello
dell’Essere. Questa è la logica e la forza della vita. In qualche modo
teorizzata da alcuni biologi del novecento per spiegare l’evoluzione della vita
dagli organismi unicellulari dei primordi agli organismi altamente complessi di
oggi composti da sottosistemi fortemente simbiotici, coordinati, cooperanti.
(Lynn Margulis, Kostantin Mereschkowsky, Ivan Emanuel Wallin, Kozo Polyansky).
La Genesi non è finita il settimo giorno. E’ solo la presunzione patriarcale del
primo monoteismo, quello ebraico, che pensa l’uomo come il culmine dell’Essere,
destinato a dominare la terra e ogni altro vivente. La Genesi non finisce mai se
sapremo pensarci come parti del tutto, con i nostri limiti e le nostre
potenzialità, in relazione continua, capaci di confliggere senza distruggere.
E’ pensabile una umanità riconciliata come una specie di superorganismo
simbiotico e cooperante? Sarebbe un altro livello dell’Essere. Pensare il
possibile. Perché se no l’alternativa sarebbe la guerra, cioè il ritorno
all’essere minerale.
Confliggere senza distruggere è il titolo del convegno annuale dell’
associazione Identità e differenza del 1999 e al quale era presente anche
Ernesto Baroni, grande maestro di politica senza e oltre i rapporti di forza.
Questa associazione, attiva per oltre 30 anni, è stata per me il luogo
principale del mio percorso di consapevolezza. Un luogo dove donne libere da
appartenenze simboliche patriarcali hanno accettato un dialogo costruttivo con
uomini disposti a mettersi in discussione intorno ai loro stereotipi e ai loro
privilegi.
E’ in questo luogo dove ho imparato a decentrarmi, a rendermi conto di quanto
parziale fosse il mio punto di vista, ad accettare anche senza capire, modi di
essere e di pensare molto diversi dal mio. E’ in questo luogo che ho imparato a
partire dalla mia esperienza e dai miei desideri e non dalle grandi teorie. E’
questo luogo che mi ha aperto gli occhi sul fardello di ingiustizia che grava
ancora sulle spalle delle donne ma anche dei costi che dobbiamo pagare noi
uomini per godere dei privilegi del maschio alfa. “Partire da sé e cura delle
relazioni” è la buona pratica che abbiamo imparato dalle donne del femminismo
della differenza. La buona pratica che può ridare senso ed efficacia alla
politica oggi ridotta a mera gestione del potere.
CASTELFRANCO VENETO, 29 APRILE 2025
Redazione Italia