M come Matteotti o M come Mussolini?La maggioranza di centro-destra del Comune di Biella ha respinto nella seduta
del 29 aprile 2025 la mozione per revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini
e conferirla a Giacomo Matteotti e all’antifascista vittima del regime Iside
Viana. I motivi addotti dai gruppi di maggioranza (FdI, Forza Italia, Lista
civica Gentile), tutti come vedremo inconsistenti, sono stati di tre ordini.
Motivazione giuridico-regolamentare: non ha senso e addirittura non è possibile
togliere la cittadinanza onoraria a una persona defunta (Mussolini), né
concederla (Matteotti).
Nessuna norma di legge prevede l’istituto della cittadinanza onoraria, quindi né
la concessione, né la revoca. Ma quasi tutti i Comuni prevedono e disciplinano
la concessione di tali onorificenze nello statuto o in apposito regolamento o
comunque la concedono con deliberazione del consiglio comunale anche in assenza
di una esplicita normativa regolamentare. E’ evidente che chi è cittadino a
tutti gli effetti e gode dei diritti di cittadinanza tra cui il voto perde
automaticamente i requisiti di cittadinanza quando muore. Ma la cittadinanza
onoraria è appunto un titolo puramente onorifico e non si può affermare che
cessi di valere con la morte della persona.
Ad esempio nel centenario della commemorazione della traslazione del Milite
Ignoto il 4 novembre 1921 nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma, sono
stati 3.200 i Comuni che hanno concesso la cittadinanza onoraria al Milite
Ignoto. In assenza di norme legislative i Comuni hanno ampia discrezionalità, a
volte regolamentata e altre no. Tanto che sono molti i Comuni che hanno revocato
la cittadinanza onoraria a Mussolini senza che fosse loro posto alcun rilievo
dal punto di vista legislativo visto che una legislazione in materia non esiste.
A meno che il regolamento comunale non preveda esplicitamente l’impossibilità
della revoca qualora l’insignito non sia più in vita, e non è il caso di Biella,
oppure non ci sono ostacoli giuridici alla revoca della cittadinanza onoraria
conferita a Mussolini.
Sulla revoca di onorificenze a cittadini defunti ci viene in aiuto proprio un
parlamentare di FdI anche se si tratta di onorificenze dello Stato in questo
caso e quindi regolamentate dalla legge 178/1951. Il titolo di Cavaliere di Gran
croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, decorato di Gran Cordone,
al “maresciallo Tito” fu conferito il 2 ottobre 1969 dal Presidente della
Repubblica Saragat. Una associazione ritenendo Tito responsabile delle foibe
aveva chiesto la revoca. Revoca non concessa da Napolitano perché Tito era
morto. Proprio per superare tale pregiudiziale divieto alcuni parlamentari
(primo firmatario on. Rizzetto del partito FdI), ritenendo comunque indegno Tito
anche a memoria di tale onorificenza hanno presentato nel 2024 la proposta di
legge n. 883 con la quale si vuole modificare l’art. 5 della legge 3 marzo 1951,
n. 178 aggiungendo il seguente comma: «In ogni caso incorre nella perdita della
onorificenza l’insignito, anche se defunto, qualora si sia macchiato di crimini
crudeli e contro l’umanità.
Motivazione legata al “cancel culture”: è evidente che non si tratta di togliere
di mezzo stadio, stazione e tutti gli edifici che risalgono al ventennio. Così
come è giusto che rimangano ad esempio anche le scritte murali del periodo
fascista. Ma qui si tratta d’altro. La cittadinanza onoraria rimane in perpetuo
e quella decisione del podestà la si può benissimo cancellare se si tiene conto
del profilo criminale del cittadino onorario Mussolini.
Possiamo anche ritenere che quando l’onorificenza è stata concessa il duce non
si fosse ancora macchiato dell’imperdonabile crimine delle leggi razziste, dei
lager in terra italiana, dell’entrata in guerra a fianco di Hitler. Ma ora che
tutto ciò lo sappiamo e che tanti cittadini hanno pagato con la vita nei campi
di combattimento e nei campi di concentramento quelle scelte sciagurate? Sarebbe
poco onorevole mantenerlo per la città altro che rispetto per una decisione
presa 100 anni fa!
Motivazione “perché non l’hanno fatto loro?”: probabilmente i vari sindaci di
centro sinistra succedutisi dal 1945 in poi non si sono accorti di questa
cittadinanza onoraria sepolta da qualche parte altrimenti sarebbero intervenuti.
E’ merito recente del Comitato “M come Matteotti” di Biella avere riportato alla
luce questa vicenda e aver raccolto in poco tempo quasi 1.000 firme di cittadini
favorevoli a togliere la cittadinanza onoraria al duce e darla a due sue
vittime.
Se il Comune avesse ritenuto giusta tale decisione avrebbe colto la palla al
balzo attribuendosi caso mai il merito di essere intervenuti per primi per
risolvere il problema. Se invece non la si ritiene una decisione giusta, come in
effetti è stato, perché mai affermare addirittura che i precedenti
amministratori di centro sinistra avevano un profilo intellettuale diverso?
E allora l’unica motivazione che regge dovrebbe essere espressa con chiarezza:
Mussolini ce lo teniamo perché ha fatto anche cose buone, per l’Italia e per
Biella. Ed è evidente che il fascismo ha fatto anche cose utili ad esempio in
campo sociale o dei lavori pubblici. A Biella lo stadio, la stazione e la
Biella-Novara risalgono al ventennio.
La domanda a questo punto è: sono emendabili le nefandezze del regime
(soppressione della democrazia, violenze contro gli oppositori, leggi razziste,
accordo con Hitler, tragedia della II guerra mondiale) sulla base delle cose
buone fatte.
A parere di chiunque sia antifascista la risposta è no. Ma capiamo che si possa
anche vederla in modo diverso. Basta dirlo in modo trasparente.
Giuseppe Paschetto