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Regione Lombardia, le associazioni denunciano la quantità di inceneritori
Lunedì 15 settembre, conferenza stampa online da parte di numerose associazioni sul problema degli inceneritori in Lombardia. Conosco bene Medicina Democratica, una delle associazioni che promuovono la riunione. Conosco la loro storica serietà, il loro impegno. Partecipare a una conferenza stampa, per noi “mediattivisti” vuol già dire supportarli, aiutarli ad avere forza. Per quanto riguarda i contenuti della conferenza leggete per favore il comunicato sottostante, sono stati elencati dati precisi. In sintesi, si chiede alla Regione Lombardia di aprire un tavolo di discussione che fornisca i dati precisi, compia quello che in passato aveva promesso, ascolti le associazioni formate da cittadini attenti, preparati e fortemente preoccupati sulle condizioni di inquinamento di questa regione. Chi vive in Lombardia conosce bene l’atteggiamento di queste giunte di destra che governano dal 1995, 30 anni. Si potrebbe restringere tutto a una parola sola: affari. I cittadini, la partecipazione spesso invocata, sono in realtà snobbati, bistrattati, irrisi. L’indifferenza di chi ci governa è impressionante: fanno quello che vogliono, come vogliono. Le conseguenze le paghiamo tutti e tutte, a partire dai tumori (punta dell’iceberg di altre malattie dovute alle condizioni ambientali in cui viviamo). I dati della Lombardia primeggiano a livello europeo. Queste associazioni si sono messe insieme e questo è importantissimo; durante la conferenza stampa si ascoltavano gli accenti delle varie province lombarde. Un’unione che deve consolidarsi. Sono decisi: se non inizierà un confronto col potere bisognerà farsi sentire sotto i palazzi. Come Pressenza assicuriamo che ci saremo, ogni volta che ce lo chiederanno. Comunicato stampa di Medicina Democratica Sono ben sette le associazioni che hanno inviato un documento al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e al Consiglio Regionale per chiedere un tavolo di confronto urgente sulla situazione degli inceneritori e sulla gestione dei rifiuti: le richieste sono state illustrate il 15 settembre nel corso di una conferenza stampa convocata da Rete Ambiente Lombardia, ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), Medicina Democratica, Zero Waste Europe, Zero Waste Italy, 5R Zero Sprechi e Cittadini per l’Aria. Innumerevoli e pesanti le criticità rilevate: ”L’incenerimento è di per sé una tecnologia obsoleta e in contrasto con gli obiettivi dell’economia circolare. Inoltre perpetua l’impatto ambientale della sovrapproduzione delle merci e dello spreco delle materie. L’incenerimento contribuisce a determinare danni ambientali e sanitari, sia per le emissioni che per i rifiuti pericolosi a loro volta prodotti”, è quanto hanno dichiarato Raffaella Mattioni, Rete Ambiente Lombardia, Marco Caldiroli, Medicina Democratica e Celestino Panizza ISDE Medici per l’Ambiente, intervenuti a nome di tutte le associazioni. La Lombardia detiene il primato del numero degli impianti e della capacità di combustione: operano 12 impianti (24 linee) di incenerimento di rifiuti urbani (contro i 3 nel Veneto, 1 in Piemonte, 8 in Emilia per limitarci al Nord Italia), cui si aggiungono l’inceneritore di rifiuti speciali più grande d’Italia, 5 cementifici che praticano la co-combustione e 11 inceneritori industriali. La Lombardia detiene un altro primato: il rapporto rifiuti ISPRA del 2024 mostra che il 43% dei rifiuti bruciati proviene da fuori regione. Nel 2023 sono stati bruciati 2.289.000 tonnellate di rifiuti nei 12 impianti a fronte di una capacità autorizzata di oltre 3 milioni di tonnellate; i rifiuti indifferenziati prodotti dai cittadini sono stati 1.226.000 tonnellate, gli altri impianti hanno combusto ulteriori rifiuti di vario genere per 1.300.000 tonnellate. Le associazioni ritengono inoltre irrazionale la dislocazione degli impianti: nella sola provincia di Bergamo sono attivi 4 impianti ed è in atto il processo autorizzativo per un quinto impianto a Montello. Le associazioni denunciano inoltre la completa assenza di programmi di monitoraggio epidemiologico, messi in atto invece da Piemonte ed Emilia Romagna. A fronte dell’innegabile pericolosità degli impianti che, anche con le migliori tecnologie, emettono inquinanti persistenti (diossine, furani, PFAS), aumentando inevitabilmente il rischio sanitario, le associazioni chiedono un aggiornamento del Piano Regionale Gestione Rifiuti, PRGR, e presentano le seguenti richieste: una moratoria sulla costruzione/ampliamento di ogni tipo di impianto che brucia rifiuti; l’adeguamento della capacità di incenerimento all’effettiva produzione regionale, riducendola con l’attuazione delle politiche di riciclo e soprattutto di prevenzione dei rifiuti; l’attuazione di un monitoraggio epidemiologico delle popolazioni esposte agli impatti ambientali integrato con biomonitoraggi e corrette valutazioni di impatto sanitario; la completa trasparenza e informazione, a livello provinciale, su composizione, raccolta, effettivo riciclo e smaltimento dei rifiuti, come delle politiche di riduzione e prevenzione; la modifica radicale del Piano regionale di gestione dei Rifiuti, in scadenza nel 2027, con la graduale chiusura degli impianti sovrabbondanti rispetto alle esigenze del territorio con impianti di trattamento a freddo e recupero di materia: è dimostrato che una consistente quota di rifiuti destinata all’incenerimento sia ancora recuperabile.       Andrea De Lotto
Regione Lombardia e Rondine Cittadella della Pace insieme per educare alla pace e combattere la dispersione scolastica
Regione Lombardia e l’Associazione Rondine Cittadella della Pace hanno firmato il Protocollo d’Intesa per la promozione del Metodo Rondine per la trasformazione creativa delle tensioni all’interno del sistema di istruzione e formazione lombardo. L’accordo nasce con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, rafforzare l’inclusione e il successo formativo degli studenti e prevenire tutte quelle le situazioni che spingono i giovani a diventare inattivi, promuovere il dialogo, la cittadinanza attiva e digitale, e prevenire fenomeni di bullismo e violenza nelle scuole. Sottoscritto dall’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Simona Tironi, e dal fondatore e presidente dell’Associazione Rondine, Franco Vaccari, il Protocollo prevede una collaborazione pluriennale per integrare nei percorsi educativi regionali un approccio innovativo alla gestione del disagio, basato su relazioni trasformative e non violente. “Credo profondamente nella scuola come luogo in cui si costruisce il futuro, non solo in termini di conoscenze, ma soprattutto di relazioni umane, rispetto e crescita personale – ha dichiarato l’assessore Simona Tironi –. Questo protocollo rappresenta un passo concreto per offrire ai nostri giovani strumenti nuovi e profondi per affrontare e trasformare i conflitti, sviluppare empatia, senso civico e consapevolezza ed evitare il fenomeno dei Neet. È un impegno forte verso un’educazione che non lascia indietro nessuno e che formale nuoce generazioni che saranno chiamate a guidare lo sviluppo sociale economico e produttivo del nostro paese responsabili e pronti a contribuire a una società più equa, inclusiva e pacifica.” Il Metodo Rondine apprezzato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua visita a Rondine lo scorso 6 giugno, validato da importanti università italiane e riconosciuto a livello nazionale e internazionale è stato promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito tramite protocollo d’intesa per favorire, crescita personale, l’educazione alla pace, alla legalità, alla convivenza e allo sviluppo sostenibile tramite il suo approccio relazionale al conflitto unico. L’obiettivo è rigenerare i legami sociali negli ambienti in cui si vive, si studia e si lavora, promuovendo una cultura collaborativa tra pubblico, privato e Terzo Settore, capace di prevenire nuove forme di disagio e povertà educativa. “In un mondo segnato da nuove fragilità e crescenti tensioni sociali, è urgente dotare i giovani di strumenti concreti per gestire i conflitti in modo costruttivo – ha affermato Franco Vaccari –. Siamo davvero grati alla Regione Lombardia per questo accordo che apre un percorso lungimirante e ci vede uniti nell’impegno condiviso di portare nel territorio un’innovazione educativa sperimentata da oltre vent’anni a Rondine. L’obiettivo: formare giovani cittadini consapevoli, capaci di abitare in conflitto e diventare protagonisti del cambiamento.” Tra le iniziative previste dal Protocollo: l’introduzione delle “Sezioni Rondine” nelle scuole lombarde; l’estensione del progetto “Quarto Anno Rondine” – che permette di frequentare la classe quarta nel borgo di Rondine in Toscana all’interno di un percorso educativo e formativo internazionale e interculturale che sviluppa una consapevolezza critica, lavora sulla trasformazione del conflitto e rafforza la tua crescita emotiva e relazionale – e la promozione di eventi come YouTopic Fest, il festival internazionale sul tema del conflitto che si svolge ogni a giugno nella Cittadella della Pace di Arezzo e che quest’anno ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Inoltre, particolare attenzione sarà riservata al sostegno dell’attivismo civico giovanile e allo sviluppo delle idee progettuali dei ragazzi, accompagnandoli verso una partecipazione consapevole alla vita delle comunità locali. Attraverso azioni di formazione professionalizzante, incubazione sociale e sostegno al protagonismo giovanile, il progetto mira a rafforzare coesione e sviluppo sostenibile, trasformando il potenziale dei giovani in motore di cambiamento sociale. Un ulteriore elemento innovativo è l’applicazione del Metodo Rondine anche nei contesti organizzativi e aziendali, pubblici e privati. Le imprese saranno coinvolte in percorsi volti a rigenerare le relazioni interne, affrontare i conflitti latenti e sviluppare modelli di welfare generativo. In tal modo, il conflitto non sarà più visto come un ostacolo, ma come una leva per generare benessere e opportunità di crescita, anche economica. La collaborazione promuove infine la diffusione delle migliori pratiche di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, in coerenza con gli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030, costruendo alleanze trasversali per il bene comune e valorizzando le esperienze positive già in atto sul territorio lombardo. Regione Lombardia e Rondine condividono l’impegno a costruire una società più giusta, inclusiva e pacifica, dove il conflitto non venga evitato o represso, ma trasformato in una risorsa per la crescita della persona e della comunità. Olivier Turquet
Liste d’attesa, Agnoletto: come redazione di 37e2 chiediamo di essere ascoltati dai Nas
“Sul protocollo firmato fra Regione Lombardia, Assessorato Regionale al Welfare e i NAS dell’Arma dei Carabinieri per “abbattere” le liste d’attesa, come redazione di “37e2”, la trasmissione sulla sanità che conduco con Elena Mordiglia, in onda da dieci anni a Radio Popolare, chiediamo di essere sentiti dai NAS. Riteniamo di avere molti e importanti elementi sul perché in Lombardia vi siano lunghe liste d’attesa: siamo pronti a collaborare coi NAS, indicando episodi concreti, strutture sanitarie precise e le ragioni “inconfessabili”, che tutti fingono di ignorare, che stanno alla base delle liste d’attesa. Siamo alla follia e di fronte ad una gigantesca operazione che ci sembra di stampo teatrale, quasi una presa in giro: la Regione Lombardia firma un accordo coi NAS dei carabinieri per scoprire il perché delle liste d’attesa! Non c’è nulla da scoprire, è tutto chiaro e sono anni che noi segnaliamo agende chiuse, CUP che non funzionano e tentativi di dirottare i pazienti nella sanità privata, ma non siamo stati ascoltati. Ora, ci auguriamo di essere convocati e di poter riferire tutto questo ai NAS”, è quanto ha detto Vittorio Agnoletto, medico ed esponente di Medicina Democratica, associazione che collabora con la trasmissione. E’ infinito l’elenco dei casi emblematici di pazienti rimandati da una struttura sanitaria all’altra, con tempi d’attesa assurdi, di cui la trasmissione 37e2 si è occupata in questi anni, riuscendo in svariate occasioni ad affiancare il paziente e a trovare la soluzione nell’ambito del servizio sanitario pubblico regionale, intervenendo su ATS e Direzioni generali per il rispetto di norme e procedure: un vero e proprio ruolo di assistenza pubblica che nel 2020 le è valso il prestigioso riconoscimento dell’Attestato di Benemerenza Civica dell’Ambrogino d’Oro, conferito dal Comune di Milano. “Sono anni che denunciamo la vergogna delle liste d’attesa e delle gravissime conseguenze sul diritto alla salute dei cittadini, e la trasmissione 37e2 svolge un ruolo preziosissimo di informazione, denuncia e sostegno dei diritti dei cittadini – ha sottolineato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica – una vera e propria piazza virtuale su cui trovano spazio di discussione e confronto i temi e le battaglie che da sempre conduciamo su diversi fronti. Vogliamo ricordare a chi non ha memoria ed è sempre stato sordo che abbiamo avanzato da tempo proposte concrete e realizzato con Lombardia SiCura, insieme a tante associazioni, innumerevoli iniziative nel territorio, come quelle memorabili del 1 aprile 2023, con oltre 5.000 persone in Piazza Duomo a Milano, con media partner proprio la trasmissione 37e2 e Radio Popolare, e del 24 maggio 2023 sotto il palazzo della Regione, con centinaia di persone a fare ‘rumore’ con pentole e padelle, trombe e tromboni: ma neanche questo era servito farci ascoltare e ad avere risposte da una Regione totalmente sorda. Vediamo adesso che succederà”.   Medicina Democratica