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POTERE AL POPOLO: “SCOPERTI ALTRI 3 POLIZIOTTI INFILTRATI NELLE NOSTRE ORGANIZZAZIONI GIOVANILI”
Potere al popolo ha scoperto l’esistenza di altri 3 poliziotti infiltrati nel partito, in particolare nelle sue organizzazioni giovanili, dopo che lo scorso mese di maggio 2025 i portavoce del partito avevano denunciato un primo caso di agente che si era infiltrato tramite il Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli. “Si tratta di 4 agenti di polizia usciti dallo stesso corso, tutti giovanissimi e tutti quanti infiltrati in città metropolitane a partire da contesti giovanili e studenteschi come l’organizzazione ‘Cambiare rotta’”, spiega Giuliano Granato ai microfoni di Radio Onda d’Urto. “Non appena terminato il corso – aggiunge Granato – sono stati trasferiti alla direzione dell’Antiterrorismo e poi infiltrati nella nostra organizzazione”. Oltre a Napoli, gli agenti infiltrati hanno avvicinato l’organizzazione giovanile Cambiare Rotta a Milano e Bologna. Ci sarebbe stato un altro tentativo di infiltrazione a Roma. Quest’ultimo, però, non è andato a buon fine. Nel pomeriggio di venerdì 27 giugno 2025 i portavoce di Potere al popolo terranno una conferenza stampa in Senato per denunciare la vicenda ed esigere spiegazioni da parte del governo Meloni, in particolare dalla premier e dal ministro dell’Interno Piantedosi. Parteciperanno anche i parlamentari di Avs, M5S e Pd che hanno presentato un’interrogazione parlamentare, oltre ai giornalisti di Fanpage e gli attivisti di Mediterranea Saving Humans spiati con lo spyware Graphite dell’azienda israeliana Paragon. “Si tratta di un quadro estremamente preoccupante in questo Paese, che non riguarda soltanto le organizzazioni interessate. Tocca un po’ tutti perché viene meno il presupposto di uno Stato democratico: la libertà di associazione e di riunione. Se dei poliziotti possono infiltrarsi in un partito politico, allora vale tutto…”, conclude Giuliano Granato ai nostri microfoni. L’intervista di Radio Onda d’Urto a Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al popolo. Ascolta o scarica.
VITERBO: VASTO INCENDIO ALLA FACOLTÀ DI AGRARIA. CAMBIARE ROTTA: “COMPLICE IL DEFINANZIAMENTO DEGLI ATENEI”
Un vasto incendio è divampato questa mattina, mercoledì 4 giugno, presso la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo. Da quanto si apprende – mentre sono ancora in corso le operazioni di spegnimento – una parte del tetto di un edificio del polo del Riello, dove si è sviluppato il rogo, risulta già fortemente danneggiato, ma almeno per ora non si registrano feriti: un operaio inizialmente dato per disperso è stato ritrovato. Nelle ultime ore, l’incendio si è propagato anche a un’altra palazzina del complesso, assumendo dimensioni tali da richiedere l’intervento dell’esercito per coadiuvare i vigili del fuoco nelle operazioni di spegnimento delle fiamme, che si sarebbero propagate dal tetto dove erano in corso dei lavori. Evacuata intanto la zona attorno all’ateneo della Tuscia per un raggio di 500 metri. Per Cambiare Rotta questo incendio “ha messo a rischio la vita di tutti gli studenti che stavano svolgendo gli esami, i docenti e i lavoratori” e chiama un presidio presso il complesso di Santa Maria in Gradi – iniziato alle 15 di questo pomeriggio – per denunciare l’accaduto. “È una vergogna, e non un fatto isolato – scrive Cambiare Rotta nella chiamata al presidio – le condizioni dell’edificio, il sottofinanziamento dell’università, la mancanza di misure di sicurezza hanno messo a rischio la vita di tutti. In più la certezza è che nel prossimo periodo l’edificio e la zona rimarranno inagibili, con conseguenze gravi per tutti gli studenti e i lavoratori che rimarranno senza una sede universitaria”. In collegamento dal presidio, sentiremo Elettra di Cambiare Rotta Ascolta o scarica
ROMA: “CAMBIARE ROTTA” CHIEDERE LA CHIUSURA DI TUTTE LE COLLABORAZIONI ACCADEMICHE CON ISRAELE
Nella mattinata di giovedì 8 maggio, presso il rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, si è svolto un flash mob organizzato dall’organizzazione giovanile Cambiare Rotta. Attiviste e attivisti hanno chiesto “il boicottaggio totale di Israele e la rottura di ogni rapporto istituzionale”. La mobilitazione prosegue nel pomeriggio quando studenti e studentesse sono invitate alle ore 17 presso l’aula Majorana, all’edificio di fisica “Marconi”, per proseguire la discussione e capire bloccare i nuovi accordi che l’Università romana continua a firmare con le università di Israele, come ad esempio quello per una ricerca in ottica di precisione che verrebbe direttamente applicata nel settore militare. L’accordo in questione è quello tra il dipartimento di fisica della Sapienza e la Hebrew University, finanziato dal bando Maeci”. Al flash mob attiviste e attiviste hanno ricordato che “per 19 mesi di genocidio in Palestina” si sono susseguite numerose mobilitazioni “contro la barbarie sionista” per chiedere “la fine della complicità con Israele da parte delle nostre istituzioni e delle nostre università, che invece è proseguita impunemente. Solo un mese fa il ministro della difesa israeliano Israel Katz è stato accolto a Roma con tutti gli onori dal ministro Tajani, che insieme alla Bernini e alla rettrice Polimeni della Sapienza ha continuato a ripetere che la collaborazione con Israele è necessaria anche per il ben dei palestinesi, portando come esempio il progetto Food for Gaza, operazione di facciata per ripulire la realtà di una rinnovata collaborazione con le istituzioni criminali israeliane, mentre si continuano a siglare nuovi accordi di ricerca ad applicazione militare”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’intervista a Bartolomeo, rappresentante alla facoltà di Scienze per Cambiare Rotta. Ascolta o scarica