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Fanpage.it: Perché affidare l’educazione civica alle iniziative delle forze armate è un problema democratico
DI ROBERTA COVELLI PUBBLICATO SU FANPAGE.IT IL 22 AGOSTO 2025 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante articolo scritto da Roberta Covelli pubblicato su Fanpage.it il 22 agosto 2025 in cui, nel lanciare la campagna sull’esonero di attività con militari nelle scuole da parte dei genitori, viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. «Un testo scaricabile in pdf e modificabile con i propri dati: è questo il modulo predisposto dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Presentandolo alla scuola, i genitori possono chiedere l’esonero dei propri figli da attività che prevedano la partecipazione di forze armate o di pubblica sicurezza…continua su www.fanpage.it.
Educazione civica con forze armate all’IC “San Silvestro” di Curtatone (MN)
Educazione civica e cittadinanza attiva sono valori e pratiche condivise che una società aperta e inclusiva non avrebbe alcun timore a valorizzare attraverso percorsi reali nelle scuole e in ogni ambito sociale. In tempi nei quali le distanze tra etnie, gruppi sociali e religiosi aumentano, con il cosiddetto ascensore sociale fermo da lustri, dovemmo tutti preoccuparci di rendere inclusiva la nostra società rimuovendo gli steccati eretti ad arte nel corso degli anni a partire dal mondo educativo. Ma quando si fa riferimento alla educazione civica dovremmo in realtà limitarci alle direttive del Ministro Giuseppe Valditara, alla mera esaltazione della patria e in un contesto sociale nel quale ogni giorno si opera una sostanziale revisione della storia recente e passata. Dopo anni di progressivo abbandono ormai l’educazione civica si sta trasformando in strumento ideologico rivolto alle giovani generazioni. Queste linee guida rappresentano un problema insormontabile e, come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, invitiamo docenti, genitori e il mondo dell’associazionismo a prendere posizione perché una cittadinanza attiva dovrebbe nascere da ben altri presupposti e avvalersi di pratiche e riferimenti lontani anni luce dalla esaltazione della patria che da sempre viene identificata con un sistema valoriali e pratiche militariste Alcuni genitori ci hanno segnalato il percorso “E’ una regola…da ragazzi”” realizzato da docenti e alunni della classe 5^B della Scuola Primaria di San Silvestro di Mantova, recentemente avvenuto alla presenza di militari nelle aule, come si legge dal loro sito: «Per attivare un’emulazione positiva, sono stati proposti esempi di vita concreta di particolare significato producendo esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti umani (collaborazione con la Polizia Locale, l’arma dei Carabinieri, […] l’Esercito italiano e la Polizia di Stato)» (clicca qui). A costo di ripetere concetti già ampiamente utilizzati, e nel nostro sito non mancano riflessioni, studi e segnalazioni, la piena e consapevole partecipazione alla vita civica, culturale e sociale delle comunità dovrebbe avvenire in ben altro modo a partire dalla conoscenza dei diritti sociali che invece sono dimenticati. Il rispetto delle regole, se scisso dai diritti sociali, diventa il buon viatico per una accettazione passiva dello status quo, quello che noi dovremmo avere a cuore non è la costruzione di una società di replicanti, ma di soggetti attivi e partecipi e all’occorrenza anche dissenzienti davanti a scelte ritenute sbagliate. La cittadinanza attiva per noi non è quella prona all’ordine costituito, ma quella che è ben consapevole di regole comuni alla base della vita in comune, nella conoscenza dei diritti e dei doveri con un occhio critico e aperto verso la società. Per esperienza diretta, i valori militari sono ben diversi da quelli di una società aperta e dialogante, il rispetto per le regole e le istituzioni nasce dalla conoscenza delle stesse, una conoscenza critica capace di accogliere anche esperienze di disobbedienza civile e non solo cieca obbedienza e mera passività. Gli esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti umani avrebbero meritato anche altre collaborazioni e presenze oltre a quelle delle Forze dell’Ordine Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università