Perugia, il paradosso di un’educazione civica affidata alle Forze dell’Ordine
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di
genere, vede negli ultimi anni in diverse scuole interventi delle Forze
dell’Ordine con l’obiettivo di contrastare la violenza di genere.
Succede in tutta Italia, succede in Umbria e succede nella nostra città. Il 25
novembre saranno gli studenti e le studentesse del Liceo “Pieralli” ad
incontrare personale del Comando dei Carabinieri di Perugia.
Ma non c’è forse una contraddizione intrinseca nell’affidare percorsi di
educazione ad una cultura del rispetto, della pace, della libertà, a chi nella
società ha il compito di intervenire laddove quei valori siano stati violati?
Compito certamente necessario all’ordine pubblico, ma non propriamente
compatibile con la finalità educativa della scuola.
La presenza crescente delle Forze dell’Ordine nelle scuole, contribuisce a
trasmettere una cultura della sicurezza, più che inserirsi nella più ampia
finalità dell’educazione civica. Le Forze dell’Ordine contrastano il reato, ma
l’ideale formativo della scuola è sradicare la cultura stessa su cui si innesta
il reato.
E allora il 25 novembre, più che personale in divisa, ragazzi e ragazze
dovrebbero forse incontrare testimonianze, operatori sociali, psicologi,
sociologi e chiunque possa scuotere le loro coscienze in una società ancora
troppo impregnata di una cultura maschilista, violenta, discriminatoria e
prevaricatrice.
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è nato
a livello nazionale nel 2023 proprio per monitorare e denunciare tutte quelle
iniziative che trasmettono negli istituti formativi una cultura securitaria, se
non addirittura bellicista, anziché rendere la scuola uno spazio ideale di
educazione civile al rispetto, al dialogo, all’accoglienza, alla nonviolenza,
esigenza tanto più urgente quanto più si assiste a rapporti globali sempre più
improntati alla militarizzazione e alla sopraffazione.
Che le giovani generazioni possano, il 25 novembre e ogni giorno dell’anno,
formare coscienze non violente, empatiche, rispettose di tutte e tutti, senza
che ci siano divise a comunicare l’obbedienza alla legge, ma interiorizzando
quello che il nostro Aldo Capitini ha poeticamente espresso nel verso “La mia
nascita è quando dico un tu”.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Perugia