XII edizione de “I Giovedì di Salerno. La Pace, nonostante la guerra”L’associazione “Cinema e Diritti” e il Festival del Cinema dei Diritti Umani di
Napoli, in collaborazione con il Liceo Statale Alfano I di Salerno presentano “I
giovedì del cinema dei diritti umani”. XII edizione – Salerno, 15 – 28 maggio
2025.
Premessa
La nuova edizione della rassegna cinematografica salernitana promossa dal
Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli si apre in un momento di grande
instabilità della politica internazionale, in cui la presenza di due conflitti
straordinariamente cruenti (Ucraina e Palestina) e di numerose altre crisi
internazionali indusse Papa Francesco a definire “guerra mondiale a pezzi”
quella che si sta consumando sotto i nostri occhi.
La redistribuzione dei ruoli geopolitici e le nuove aggregazioni dei blocchi che
fanno capo alle maggiori potenze economiche e militari del pianeta stanno
subendo cambiamenti drastici e rapidi, tanto da sconvolgere le previsioni degli
osservatori, ma anche delle imprese multinazionali e delle lobby che governano
gli equilibri e i sistemi di sviluppo mondiali. La globalizzazione non è più un
processo a senso unico e sembra evolvere in forme contraddittorie, il
multilateralismo è in crisi irreversibile, il progetto della Pace mondiale e la
missione dell’Onu sembrano eclissati, ma nuove ambizioni stanno nascendo e
questa mutazione non sarà certo indolore. Occorre tempo perché le nuove linee
guida possano delinearsi con maggiore chiarezza, con l’auspicio che, nel
frattempo, le società civili possano trovare il modo di far valere il proprio
ruolo, senza essere soggetti passivi delle scelte di governi che sono ormai
espressioni di oligarchie e potentati.
A questa analisi drammatica non sfuggono neppure il nostro Paese e l’Europa che,
ormai orfana del legame storico con gli Alleati d’Oltreoceano, non riesce a
seguire la strada tracciata dai suoi fondatori, che avrebbero voluto superare i
nazionalismi per creare uno spazio privo di frontiere e di piccoli interessi. In
questo disordine, i fenomeni migratori si stanno esasperando e l’ostinato
respingimento degli esseri umani in fuga si sta rivelando un lucido crimine di
Stato. Le stragi in mare, le persecuzioni e i centri di detenzione prendono il
posto della solidarietà e dell’accoglienza, legittimando nuovi egoismi e
dittature; il mondo ha imboccato una china pericolosa, sospinto anche da modelli
di sviluppo che divorano le risorse ambientali e non hanno attenzione per le
conseguenze che subirà la stragrande maggioranza della specie umana. Il tempo
della forza è tornato e, con esso, riaffiorano gli istinti primordiali che
rendono difficile se non impossibile, la convivenza tra le comunità umane.
La Democrazia è la vittima designata di queste scelte e le prime istituzioni a
farne le spese sono la Pace, i Diritti Umani e i Diritto Internazionale. Qual è
il senso del pacifismo in questo contesto martoriato? Su questo proverà a
riflettere, con lucidità, la XII edizione dei Giovedì.
Gli appuntamenti e i temi trattati
La scelta degli argomenti da trattare quest’anno è caduta su quattro casi di
studio che possono agire da apripista per discussioni più ampie.
“Palestina, tra genocidio e pacifismo”
Il primo tema che sarà affrontato giovedì 15 maggio è la crisi
israelo-palestinese. A guidarci nella riflessione sul futuro di questo lembo di
Medio Oriente, piagato da 80 anni di guerra e disordini, sarà il film “SARURA”
di Nicola Zambelli, film vincitore della XV edizione del Festival del Cinema dei
Diritti Umani di Napoli. E’ una storia vera di speranza e di pace nata anni fa
nella Palestina devastata dal conflitto tra i due popoli che, recentemente, ha
fatto registrare quasi 70.000 morti, un “genocidio” come lo hanno definito le
Nazioni Unite. Il film testimonia una cooperazione tra pacifisti delle due
sponde che operano da anni in un antico villaggio palestinese, Sarura appunto,
che, nonostante la disperata situazione venutasi a creare, resistono nella
convinzione di poter tenere aperto il dialogo tra i due popoli. Sono tante le
domande che dobbiamo porci sul futuro di questa regione e dell’idea di
coesistenza pacifica tra i due popoli che diventa sempre più difficile. In
particolare analizzeremo il fenomeno dell’aggressività e dell’invadenza dei
coloni israeliani, ma anche il lavoro incessante dei gruppi bilaterali di
pacifisti. A parlarcene saranno due testimoni appena rientrati dalla
Cisgiordania, l’on. Franco Mari, componente della delegazione parlamentare,
e Umberto Garini, volontario di Operazione Colomba, una delle Ong più attive in
Palestina, che ci parlerà di Sarura oggi. Chiuderemo ricordando la strage dei
giornalisti palestinesi avvenuta negli ultimi due anni (oltre 200 casi) e
racconteremo la storia di Abdallah Motan, giovanissimo filmmaker palestinese
attualmente in detenzione amministrativa in Cisgiordania e vedremo un suo breve,
drammatico filmato (“Deferred Reclaim”) sui desaparecidos palestinesi, che sarà
commentato da alcuni amici di Motan.
Nota: La serata sarà introdotta da un ricordo dell’intellettuale salernitano on.
prof. Francesco Calvanese, esperto di migrazioni e docente dell’Università di
Salerno, recentemente scomparso.
“Il coraggio delle donne afghane”
La seconda serata, lunedì 19 maggio, a partire dalle ore 18.00, proporrà una
riflessione sulla condizione delle donne afghane, vittime prime di un regime
religioso radicale, quello dei Talebani, che si è nuovamente insediato a Kabul a
partire dall’agosto del 2021, dopo il fallimento della missione militare
dell’Alleanza Occidentale guidata dagli USA, riportando un Paese già duramente
provato dall’invasione russa del 1979 a livelli di oscurantismo medioevale.
L’ospite, la regista Zainab Entezar, è un testimone di straordinaria importanza,
una donna scampata alle rappresaglie dei Talebani che ha documentato, con il suo
lungometraggio “Shot the voice of Freedom” (che vedremo in anteprima italiana),
le condizioni impossibili in cui è maturata la protesta sua e delle sue
compagne, fino alla fuga in Europa. Zainab ha inoltre recentemente pubblicato in
Italia un volume, “Fuorché il silenzio” (ed. Mimesis/Jouvena) che raccoglie le
interviste da lei condotte a 36 donne del suo Paese. Ad intervistare Zainab ci
saranno due attiviste salernitane, Titti Santulli e Chiara Fiore. L’incontro è
patrocinato dalla Rete del Caffè Sospeso, un’iniziativa coordinata dal Festival
del Cinema dei Diritti Umani di Napoli che prevede l’ospitalità di intellettuali
dissidenti, perseguitati e profughi provenienti da tutti i Paesi del mondo a cui
viene offerta ospitalità in Italia per far conoscere le loro opere e stabilire
contatti col mondo della solidarietà italiano.
“Mario Paciolla, una vita per la Pace”
La mattinata di mercoledì 23 maggio, a partire dalle 10.15, tratterà del lavoro
degli operatori di Pace, cioè di coloro che attivamente operano in zone di
guerra o di post conflitto. Sono giovani cooperanti dislocati in territori che
sono stati oggetto di scontri civili o militari, e che provano a ristabilire le
condizioni di pacifica convivenza nelle comunità coinvolte. Il racconto
emblematico che illustreremo è quello della vita di Mario Paciolla, tragicamente
scomparso nel luglio del 2020 in Colombia, mentre serviva la locale missione
dell’ONU. Mario costruiva la Pace e ha pagato con la vita il suo ruolo di
osservatore e analista del programma di pacificazione tra il Governo Colombiano
e le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC). La sua fine violenta è stata
dissimulata da un suicidio, la sera prima del suo programmato rientro in Italia.
Il film proposto, “Mario che costruiva la Pace”, realizzato dal giornalista Rai
Valerio Cataldi subito dopo la morte del giovane, racconta con esemplare
precisione i dettagli di questa storia ed è ancora oggi un grido di giustizia di
cui il nostro Festival si è fatto interprete solidale. I genitori di Mario da
allora, cercano di convincere il Governo Italiano a restituire la verità e la
giustizia alla memoria del loro figlio, impedendo che il caso venga archiviato,
chiedendo indagini approfondite che chiariscano il ruolo ambiguo svolto da
alcuni funzionari delle Nazioni Unite. La storia fungerà da occasione per
comprendere la necessità di garantire condizioni di sicurezza a chi opera per la
Pace e quali sono le strade da intraprendere per i giovani che volessero
diventare cooperanti o professionisti della Pace. Saranno presenti i genitori di
Mario, Pino Paciolla e Anna Motta, e il compositore Valerio Bruner, che proporrà
alcuni suoi brani dedicati all’amico Mario. E’ previsto un collegamento
con Maria Rita Vittori dell’Istituto Sereno Regis di Torino per un contributo
sulla campagna di smilitarizzazione delle scuole italiane.
“L’Europa in guerra”
L’ultima serata della rassegna, quella di mercoledì 28 maggio a partire dalle
ore 18.00, vedrà un confronto tra due importanti storici, Piero Bevilacqua,
saggista e professore emerito degli Atenei di Roma, Bari e Salerno, e Alfonso
Conte, docente di storia moderna dell’ateneo salernitano. Parleremo della
“guerra a pezzi” con cui abbiamo aperto la nostra riflessione. Il professor
Bevilacqua ha recentemente pubblicato un volume su questo tema e sul fallimento
dell’Europa, di cui si discuterà a partire dalla proiezione di “Photophobia”, un
film sloveno/ucraino presentato all’ultimo Festival di Venezia, che racconta la
storia di due bambini che vivono nel sotterraneo della stazione della
metropolitana di Kharkyv, una delle città ucraine più colpite dal
conflitto. Sarà questa l’occasione per parlare, in generale, del ritorno della
guerra come strumento di superamento delle controversie internazionali, una
minaccia concreta alla Pace mondiale, e del ruolo dell’informazione durante i
conflitti. Focalizzeremo la nostra analisi sul valore discusso delle politiche
europee, sul senso del nuovo pacifismo e delle istituzioni internazionali che
vivono una crisi profonda sotto la spinta di nuovi nazionalismi e della politica
dei blocchi economici e militari che controllano il pianeta. Una grave ipoteca
sul futuro dei nostri giovani e della Pace.
Conclusioni
La XII edizione della rassegna salernitana si presenta come momento di
confronto, a più livelli, sul senso dei conflitti e delle guerre che sono
tornati a essere protagonisti della storia moderna, sulla loro crescente
pericolosità come innesco di conflitti maggiori per la loro capacità di creare
divisioni insanabili tra popoli e Paesi. E’ questo che ci spinge a interrogarci
sul bisogno di una nuova Cultura di Pace, un tema che il Festival del Cinema dei
Diritti Umani di Napoli ha messo al centro della sua azione con iniziative
concrete come la Scuola di Orientamento verso le Professioni della Pace di cui
il Festival è promotore con l’Università L’Orientale di Napoli e la Università
della Pace delle Nazioni Unite (Costa Rica). La Scuola vedrà la luce nel mese di
ottobre 2025 in Campania e sarà rivolta a 30/40 studenti universitari. La Scuola
sarà intitolata alla memoria di Mario Paciolla, costruttore di Pace, e sarà
presentata in anteprima ai giovani del Liceo Alfano I di Salerno, l’istituto che
ospiterà le tre serate de “I Giovedi” 2025. Sarà questo lo spirito di azione e
di speranza che animerà questa rassegna.
N.B. Un ringraziamento speciale del nostro Festival va alla Dirigente Scolastica
del Liceo Statale Alfano I di Salerno, prof.ssa Elisabetta Barone, che con
particolare sensibilità ha accettato di ospitare queste serate nell’Istituto da
lei diretto. E un grazie a quanti, docenti, studenti e cittadini, contribuiranno
al successo di queste serate.
Redazione Italia