8 – 10 maggio 2025, XVIII Festival Tulipani di seta nera per superare la “cultura dello scarto”
Il Festival Internazionale del Film Corto “Tulipani di seta nera”, organizzato
dall’Associazione L’Università Cerca Lavoro (UCL), è la rassegna di audiovisivi
brevi che, attraverso le opere cinematografiche selezionate per il concorso,
propone lavori d’autore di interesse sociale. L’edizione 2025, presentata alla
stampa da Diego Righini, Presidente, e Paola Tassone, Direttrice artistica,
rinnova la dedizione allo sviluppo della cultura umanitaria. Disuguaglianze e
solitudine, salute mentale e disabilità, violenza sulle donne e migrazioni,
malattia e guerra rappresentano una denuncia visiva di ciò che alcuni
preferirebbero rimuovere, affinché si trasformi in presa di coscienza e
cambiamento interiore ed esteriore.
Quest’anno Tulipani di seta nera abbraccia in particolare l’eredità
testamentaria di Papa Francesco. Monsignor Giovanni Fusco insieme alla
conduttrice Lorena Bianchetti, intervenuti alla presentazione, hanno sviluppato
senso e ricchezza dell’argomento. “Credo che uno dei passi più importanti che
Papa Francesco ha chiesto di realizzare è il superamento della cultura dello
scarto” ha detto in conferenza stampa Monsignor Giovanni Fusco, docente
dell’Università Lumsa. “Papa Francesco ha valorizzato le periferie del mondo e
le periferie antropologiche. Credo che anche il cinema possa essere un ulteriore
veicolo di superamento della cultura dello scarto, partendo dal presupposto che
le diversità non sono mai un impoverimento”. Lorena Bianchetti, ha aggiunto:
“Papa Francesco ha chiesto la pace, ha chiesto di mettere fine alla guerra, ha
parlato del mercato delle armi, usando l’espressione infantilismo bellico. Noi
dobbiamo recuperare il silenzio che ci permette di ascoltare l’altro e di
accogliere l’altro. Questo festival è un appuntamento significativo per
accendere i riflettori su quella che da parte della società viene chiamata
fragilità e che a mio avviso invece è autenticità”.
Il Festival Tulipani di Seta Nera ha visto una grande partecipazione
internazionale, con ben 500 opere iscritte nelle sue quattro sezioni: 300
cortometraggi, 70 documentari, 80 SocialClip e 50 digital series, provenienti da
tutto il mondo, inclusi Cina, Russia, USA, Argentina, Iran e Israele.
Tra le 97 opere selezionate per il Premio sorriso Rai Cinema Channel, visibili
sulla piattaforma Rai Cinema Channel dal 1 aprile all’11 maggio, il vincitore
sarà scelto basandosi sul numero di visualizzazioni.
Le opere finaliste
La sezione dei Cortometraggi vede come direttore artistico Paola Tassone e come
presidente di giuria Giovanni Veronesi. I corti inviati sono stati 300 e tutti
si sono distinti per la potenza dei messaggi universali e la grande sensibilità
dei giovani registi.
I corti finalisti sono: “Amina” di Serena Tondo; “Fiabexit” di Lorenzo Giovenga
e Giuliano Giacomelli; “2020: Odissea nello spazio Covid” di Pierfrancesco
Campanella; “Gli Elefanti” di Antonio Maria Castaldo; “La legge del mercato” di
Alessandro Panza; “La vie en rouge” di Andrea Fornalè; “L’acquario” di Gianluca
Zonta; “L’ultimo sogno” di Davide Maria Marucci; “Mercato libero” di Giuseppe
Cacace; “Milo” di Daniele Fabietti; “Ronzio” di Niccolò Donatini; “Rosetta” di
Vincenzo Palazzo; “Vivremo nelle pareti” di Rocco Anelli.
Per quanto riguarda i Documentari il direttore artistico di sezione è Christian
Carmosino Mereu, mentre il presidente di giuria è Mariangela Barbanente.
I finalisti selezionati tra 70 documentari sono 7 (molti tra i quali opere
prime): “Jawhara Insha’allah” di Arianna Proietti Mancini e Claudia Paola
Sagona; “L’ultima veglia” di Nicolò Ribolla; “Persone” di Carlo A. Bachschmidt;
“R_evolucion” di Jacopo Brucculeri e Gianluca Paolisso; “Sbam” di Diego
Monfredini; “Se io non dimentico” di Vincenzo de Caro; “Tineret” di Nicolò
Ballante.
La sezione Social Clip è guidata da Claudio Guerrini, mentre la giuria è
capitanata da Silvia Salemi. Le opere giunte a giudizio sono 80.
Ecco i finalisti: “Blood Soaked Earth” di Marco Ferrara; “Come Paride” di Marina
Fastoso; “I nostri fiori” di Virginia Imbimbo; “Il futuro è degli ingenui” di
Luca Bizzi; “Jay” di Francesca Alotta e Andrea Dathe Martelli; “Le pasticche” di
Riccardo Andreani; “Noche que se va” di Luca Maffoni; “Rosso” di Patrizia Di
Martino; “Sono come te” di Beppe Stanco & Simone Forti; “Vivi se ne va” di
Viviana Iannizzi.
Infine, la sezione Digital Serie che conta 50 candidati fa affidamento al
direttore artistico Janet De Nardis e al presidente di giuria Vincent Riotta.
I selezionati per la finale sono: “Dammi il la” di Daniele Chiariello,
“Discreet” di Sophia Belahmer e Juliette Gosselin; “Memories of a forgotten
child” di Lars Smekal; “Never too late” di Lorenzo Vignolo e Salvatore De
Chirico; “Power up” di Rose of Dolls e Oliver Mend; “Prayer international
series” di Young Man Kang; “The meteorites” di Nadia Louis-Desmarchais; “We are
fearless” di Raffaele Iardino, Gianmaria Fiorillo, Raffaele Ciriello e Antonio
Zannone.
Tutte le proiezioni si terranno tra l’8 tra e il 10 maggio al The Space Cinema
Moderno di Roma, Piazza della Repubblica 43-45
Bruna Alasia