“Let’s Care”: due eventi europei per ripensare la scuola nel segno dell’ascolto e del rispetto
Dal cuore della Lessinia al centro storico di Verona, la rete di istituzioni
educative Polo Europeo della Conoscenza ha dato vita a due intense giornate di
confronto e innovazione educativa nella cornice del progetto europeo “Let’s
Care”. L’obiettivo? Costruire una scuola che ascolta, si confronta e si
migliora, nel rispetto profondo dei diritti di ogni bambina e bambino.
Il 3 maggio, presso l’Istituto Comprensivo di Bosco Chiesanuova, l’atmosfera è
stata quella di un laboratorio europeo a cielo aperto. Docenti, dirigenti
scolastici, genitori e studenti di diversi Paesi europei si sono ritrovati in
un’esperienza formativa partecipata e gratuita, organizzata sotto forma di World
Café: un metodo dinamico e inclusivo che ha permesso ai partecipanti di ruotare
tra diversi tavoli di discussione, confrontandosi su temi caldi che riguardano
la scuola italiana ed europea.
Cinque i workshop tematici che hanno animato la giornata, trasformando ogni
tavolo in un crocevia di esperienze, riflessioni e visioni sul futuro della
scuola. In uno dei tavoli si è discusso delle sfide comuni ai sistemi scolastici
europei, tra differenze strutturali e convergenze critiche, alla ricerca di
soluzioni condivise a medio e lungo termine. Poco più in là, un altro gruppo –
coordinato da Annabella Coiro – metteva a confronto esperienze e difficoltà nel
dialogo tra scuola e famiglia, evidenziando le fratture generate da modelli
educativi distanti e influenze mediatiche. Parallelamente, sotto la guida di
Cecilia Bretegani della Rete Zero-Sei di Verona, si rifletteva sulle relazioni
interne alla scuola: clima lavorativo, carichi burocratici, numero di alunni per
classe, età media del corpo insegnante. Tutti fattori che incidono direttamente
sul benessere delle insegnanti e, di riflesso, sulla qualità dell’insegnamento.
Il quarto tavolo era dedicato alle strategie per gestire classi complesse,
promuovere l’inclusione e creare ambienti di apprendimento più sicuri e
accoglienti. Infine, non poteva mancare uno spazio rivolto ai futuri docenti,
dove si è riflettuto su come rinnovare la formazione iniziale, la valutazione e
la didattica per renderle più coerenti con le esigenze della scuola
contemporanea.
La giornata successiva ha visto spostarsi il baricentro del progetto nella
monumentale cornice del Palazzo della Gran Guardia a Verona, dove si è tenuta la
conferenza pubblica dal titolo “Una scuola che si confronta e si migliora per il
diritto dei bambini al rispetto”. Con il patrocinio del Comune di Verona e alla
presenza di relatori da Spagna, Bulgaria, Polonia, Lituania, Portogallo e Italia
l’evento ha proposto tavole rotonde sui risultati dei forum internazionali
svolti nei mesi precedenti e ha presentato strategie innovative per favorire
ambienti scolastici fondati su ascolto, rispetto e relazioni significative.
Dal miglioramento della comunicazione scuola-famiglia alla centralità del
benessere emotivo di alunne e alunni, passando per la condivisione di buone
pratiche europee, la conferenza ha voluto segnare un cambio di prospettiva nel
modo di intendere la scuola: un’educazione più umana e partecipata, capace di
generare positive ricadute sociali.
L’evento ha anche segnato l’apertura ufficiale della settimana dell’EireneFest,
il festival del libro per la pace e la nonviolenza, che coinvolgerà le scuole
della città in una serie di incontri tra autrici, autori, studentesse e
studenti.
La giornata si è conclusa con un momento di grande intensità emotiva: il
Concerto per un mondo solidale, ospitato dalla Casa Madre Opera Don Calabria. A
esibirsi artisti, cantautrici, cantautori e musicisti uniti dal desiderio comune
di sostenere i bambini della Siberia e del Senegal. Sul palco, gli ospiti
speciali Sofia e Lorenzo Furlattini hanno emozionato il pubblico, mentre Enrico
De Angelis ha condotto la serata dando voce, una dopo l’altra, a canzoni cariche
di impegno e speranza.
Queste due giornate hanno raccontato che un’altra scuola è possibile. Una scuola
che ascolta, si interroga e cresce attraverso il confronto. Il Polo Europeo
della Conoscenza ha saputo creare spazi autentici di dialogo tra professionisti
dell’educazione e Paesi diversi, rafforzando l’idea che solo attraverso una rete
solidale, consapevole e inclusiva si possa davvero tutelare il diritto delle
bambine e dei bambini a essere rispettati, ascoltati e valorizzati in ogni aula
d’Europa.
Redazione Italia