La scuola che cresce per la pace positiva. Successo della seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”
Una grande partecipazione di docenti ha animato una giornata intensa di
incontri, riflessioni, emozioni e pratiche educative presso l’Istituto
Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo, che ha ospitato la seconda edizione
del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”. Un appuntamento che
si conferma sempre più centrale nel panorama educativo italiano.
Promosso da scuole e reti scolastiche quali ED.UMA.NA, Polo Europeo della
Conoscenza, Scuole che Promuovono Salute, I.C. Nazario Sauro – Rinascita-Livi e
dall’ Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università, il
Forum si conferma un laboratorio aperto per chi crede in una scuola pubblica
democratica, capace di costruire cultura di pace e relazioni nonviolente.
A rendere ancora più accogliente la giornata, coffee break e pranzo curati con
professionalità e calore dalle studentesse e dagli studenti della Scuola
Alberghiera “Luigi Carnacina” di Bardolino, segno concreto di una comunità
educativa che si costruisce insieme.
Una plenaria breve ma intensa
La dirigente scolastica della scuola ospitante Gemma Lanzaretta, ha aperto i
lavori dando il benvenuto a docenti, dirigenti, educatrici, educatori e
rappresentanti delle istituzioni riuniti per riflettere su come la scuola possa
diventare luogo di crescita nonviolenta e di cura reciproca. Subito dopo,
Stefano Cobello del Polo Europeo della Conoscenza ha presentato il progetto
europeo “Let’s Care”, finanziato dal programma Horizon Europe, che sostiene
iniziative di educazione per la nonviolenza e la cittadinanza attiva, proprio
come il Forum.
Successivamente Annabella Coiro (Rete Ed.umana) ha raccontato un anno di lavoro
del Forum, a partire dalla prima edizione che si è tenuta a Milano, presentando
il processo di costruzione dei gruppi di ricerca che costituiscono il cuore
‘permanente’ del Forum. Ha sottolineato anche come “la nonviolenza non sia un
traguardo, ma un cammino quotidiano che sceglie consapevolezza, relazione umana
e responsabilità condivisa”.
Un momento di grande intensità è stata la lectio magistralis del Prof. Alberto
Oliverio, neuropsicologo dell’Università “La Sapienza” di Roma, dal titolo “I
bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della
psiche e del cervello dei bambini”.
Oliverio ha guidato il pubblico in un viaggio tra neuroscienze e pedagogia,
spiegando come la violenza e aggressività siano due cose distinte. La violenza,
ha osservato, trova radici in molteplici cause, tra cui l’imitazione: la
diffusione di comportamenti e linguaggi violenti nei media, nei social e nei
videogiochi contribuisce a renderla socialmente accettabile. “Quando siamo
violenti,” ha spiegato, “è l’amigdala ad attivarsi e non viceversa. Questo
accade perché la corteccia prefrontale non riesce a inibirla”
Il professore ha ricordato che il comportamento umano è il risultato
dell’interazione tra struttura, funzione cerebrale ed esperienza, e che il
compito dell’adulto è “offrire fiducia e creare un clima emotivo positivo, dove
l’apprendimento possa fiorire per accompagnare la ricerca di significato e di
senso”.
Tra gli interventi istituzionali, significativa la domanda su cui sono stati
invitati a rispondere Elisa La Paglia, assessora alle Politiche educative del
Comune di Verona e Alessio Perpolli, dirigente dell’I.C. Bosco-Chiesanuova:
‘Come le istituzioni possono contribuire a costruire un ambiente nonviolento?’.
La Paglia ha invitato a “superare le conflittualità tra amministrazione e
scuola” e a promuovere corresponsabilità e dialogo sincero per contribuire allo
sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. “Verona
può essere veramente un’arena di pace,” ha affermato La Paglia, “se impariamo a
dare all’altra persona la possibilità di una risposta diversa, se costruiamo
spazi di ascolto e confronto reale, anche a costo di metterci in gioco e
accettare la possibilità di essere feriti”. Accanto a lei, Perpolli ha
sottolineato come “le istituzioni possano scegliere tra una direzione
autoritaria o collaborativa, ricordando che anche il silenzio o l’omissione
possono essere forme di violenza”. Coltivare pensieri, usare parole e attuare
azioni nonviolente. Scegliere di disinnescare la violenza nella comunicazione e
nelle relazioni. Questa la formula da lui proposta.
I laboratori cuore pulsante del Forum
Il cuore pulsante del Forum è stato, come sempre, il lavoro dei laboratori
tematici e dei gruppi di ricerca, che hanno coinvolto docenti, educatrici ed
educatori di ogni ordine e grado.
Dalle riflessioni sull’aggressività e il bullismo con Anna Ferraris, alla
scoperta della violenza implicita a scuola guidata da Tiziana Rita Morgante,
fino a specifici percorsi disciplinari come quello proposto da Michele Lucivero
“Dalla pace perpetua al Lamento della Pace”. Sorprendente il gioco sulla
gestione dei conflitti con Gabriella Fanara per “trasformare la classe in uno
spazio di dialogo” e le attività di ‘Giocare alla guerra serve alla pace?’ con
Luciano Franceschi. Sempre sui conflitti un laboratorio dedicato ai docenti
dell’infanzia con l’esperienza di Patrizia Granata e le pratiche sulle parole
ostili nella scuola di primo grado sperimentate dai docenti Cirulli, Brusoni e
Costa.
Non sono mancati momenti creativi ed espressivi, come i laboratori “Svuotare la
guerra, riempire la pace”, condotto da Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno e
“Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire”
di Jaqueline Mera e Stefano Colonna, insieme alle attività dedicate al cinema e
agli albi illustrati come strumenti di educazione alla pace, proposti da
Isabella Gallotta e Claudio Ridolfi.
Tra i temi apprezzati, anche i percorsi su femminismo e violenza di genere di
Valeria Russo, la nonviolenza è salute con Angela Rinaldi, Nicola Iannaccone,
Federica Fratini e Noemi Toni, e la natura come via alla nonviolenza, che ha
visto protagonisti Dino Mancarella e la sua amica a quattro zampe Janis, amata
anche dai più reticenti. Pratiche super concrete anche per i laboratori dedicati
alla partecipazione di bambine/i, ragazzi/e nei percorsi di educazione civica, a
cura di Simonetta Muzio e Annabella Coiro.
Nel pomeriggio, le persone partecipanti si sono divise in sottogruppi di
ricerca, approfondendo le aree tematiche del Forum e progettando il lavoro fino
al prossimo appuntamento in presenza.
Una conclusione che è già viaggio verso il prossimo appuntamento
La giornata si è conclusa con il ritorno in plenaria e una performance
collettiva in cui è emerso con forza che la scuola può essere il luogo da cui
riparte una cultura della pace e della nonviolenza, se sceglie la cura, il
dialogo, l’ascolto e la partecipazione come cardini del proprio agire
quotidiano.
A questo proposito, non si può non sottolineare che il clima che si è respirato
in ogni momento rispettava con molta coerenza ogni parola detta durante la
giornata a proposito dell’educazione nonviolenta, a conferma di questo chi era
all’accoglienza, stanca della giornata ma felice, dice: “sono molti anni che
faccio questo lavoro ma è la prima volta che riceviamo così tanti
ringraziamenti, caldi, affettuosi e soprattutto molto sinceri!”
La seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”
ha dimostrato che, in un tempo attraversato da conflitti e polarizzazioni,
esiste anche una comunità educante pronta a rispondere con l’intelligenza della
pace positiva.
Il Forum continua con i Gruppi di ricerca online le iscrizioni sono sempre
aperte, fino alla prossima edizione in presenza, di cui si annuncerà presto la
data e la città ospitante.
Una rete viva e in crescita che intreccia esperienze e competenze
interdisciplinari per dare voce a una scuola pubblica capace di formare persone
libere, empatiche e consapevoli.
Come ha ricordato una delle relatrici, “la nonviolenza non è assenza di
conflitto, ma un modo diverso di attraversarlo: con responsabilità, rispetto e
fiducia nel cambiamento”.
Francesca De Vito