Lettera Dirigente Scolastico a sostegno Osservatorio: “Cancellare Convegno è operazione eversiva del Ministero”RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA DI IN DIRIGENTE SCOLASTICO A SOSTEGNO
DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ PER
LA CANCELLAZIONE DAL PARTE DEL MIM DEL CONVEGNO “IL 4 NOVEMBRE LA SCUOLA NON SI
ARRUOLA”.
Diceva Baricco che accadono cose che sono come domande. Il problema è trovare le
risposte giuste. Il Cestes (Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali),
insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università, aveva organizzato per il 4 novembre un corso di formazione rivolto
ai docenti di ogni ordine e grado, dal titolo: “4 novembre la Scuola non si
arruola”.
Il corso avrebbe avuto in programma l’approfondimento di una serie di nodi
fondamentali per la comprensione del mondo e del tempo in cui viviamo, a partire
dai temi della militarizzazione dell’Istruzione, dell’Educazione ad una cultura
di pace, del superamento dello sguardo coloniale nei confronti della didattica
della Storia, dell’ingabbiamento della formazione all’interno di una cornice
tutta di stampo neoliberista. Argomenti forti ed attuali, che non a caso avevano
trovato già l’adesione di oltre 1400 docenti in tutta Italia, segno
dell’attenzione forte nei confronti della necessità di traguardare con spirito
critico una evidente deriva militarista presente in tutti i gangli dei percorsi
di Istruzione.
Con un intervento a gamba tesa che ha davvero pochi precedenti, il MIM
(Ministero dei Militari ?) ha, da qualche ora, annullato questo evento, o meglio
lo ha cancellato dalla Piattaforma S.O.F.I.A, che consente ai docenti di
accedere alle iniziative formative. Questa sorta di censura preventiva, ormai
sinistramente affine alle pratiche tipiche di uno Stato autoritario, lascia
davvero basiti se si vanno a leggere le motivazioni di tale cancellazione (che,
va ricordato, rende di fatto impossibile ai docenti interessati usufruire del
permesso previsto per la presenza ad iniziative di formazione). Osserva il MIM,
con una incommensurabile dose di spericolato equilibrismo, che “l’iniziativa “La
scuola non si arruola” non appare coerente con le finalità di formazione
professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei
agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti”.
Davvero si stenta a credere ai propri occhi; quali sarebbero, di grazia, queste
presunte “competenze professionali” dei docenti a cui sarebbero del tutto
estranee le finalità del corso? Sono informati lorsignori ad esempio
dell’esistenza di una cosa chiamata “Costituzione Italiana” il cui art.11 recita
che “l’Italia RIPUDIA la guerra come strumento di offesa e risoluzione delle
controversie internazionali”? Riflettere insieme su cosa voglia dire costruire,
nella Scuola, pratiche e strumenti educativi in grado di trasmettere una cultura
di Pace e di Nonviolenza, aderendo così alla lettera ed allo spirito di questo
art. 11, sono forse “contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi
riconducibili alle competenze professionali dei docenti”?
NEGARE QUESTA VALENZA CONFIGURA, A MIO AVVISO, UNA NEGAZIONE STESSA DEI VALORI
COSTITUZIONALI DI NATURA CHE SE NON È EVERSIVA, CI ASSOMIGLIA PARECCHIO.
Allo stesso modo dovrebbero lorsignori sapere, perché dalle loro stanze tali
parole provengono, che persino le Nuove Indicazioni Nazionali per il Primo
Ciclo, pur rappresentando dei passi indietro colossali rispetto al precedente
analogo documento del 2012, letteralmente grondano di inviti a supportare e
sostenere azioni educative che mirano all’Educazione alla Pace intesa come
valore fondante del progetto educativo.
Tanto per fare qualche esempio: nella Premessa culturale generale troviamo
scritto che “La scuola è chiamata a promuovere una cultura della pace, del
dialogo e della responsabilità condivisa”; nel Profilo dello studente si legge
che “Lo studente è educato a riconoscere il valore della pace come fondamento
della convivenza democratica”; nell’Educazione civica (trasversale) troviamo che
“L’educazione civica promuove il rispetto dei diritti umani, la legalità, la
pace e la solidarietà”; nel Campo di esperienza “Il sé e l’altro” (Scuola
dell’infanzia) leggiamo che “Attraverso il gioco e la relazione, i bambini
apprendono il valore della collaborazione, della pace e del rispetto reciproco”;
nell’Educazione alla cittadinanza (Primo ciclo) è scritto che “La cittadinanza
attiva si fonda su valori quali la libertà, la giustizia, la pace e la
partecipazione”; nella disciplina Storia (Primo ciclo) si legge che “Lo studio
della storia aiuta a comprendere i conflitti e i percorsi di costruzione della
pace tra i popoli”; nella Conclusione del documento troviamo che “Le Indicazioni
si pongono l’obiettivo di formare cittadini consapevoli, capaci di contribuire
alla costruzione di una società fondata sulla pace e sul rispetto”.
Si potrebbe ovviamente andare avanti a lungo, citando l’innumerevole mole di
documenti, convenzioni, accordi, Carte, nazionali ed internazionali che
direttamente o indirettamente riguardano il mondo della Scuola e che, nella loro
globalità, costituiscono la cornice educativa al cui interno un sistema di
istruzione che ha a cuore lo sviluppo di una cittadinanza democratica ha il
dovere di muoversi. Al contrario di quanto afferma un Ministero evidentemente
ormai prono ad altre logiche, rappresenterebbe un obbligo professionale fondante
per ogni docente aderire a momenti di formazione, sensibilizzazione e confronto
su queste tematiche per contrastare doverosamente all’interno dei propri luoghi
di lavoro queste derive militariste che nulla hanno a che vedere con le finalità
che la Costituzione delinea per il Sistema di Istruzione e per la Scuola della
Repubblica.
E’ necessario quindi, per tutti i lavoratori della Scuola, Docenti e Dirigenti
in primis, non rimanere silenti di fronte ad un simile atto di censura e rendere
evidente il proprio forte e motivato dissenso. Nei luoghi di lavoro ma anche
manifestando in piazza la propria opposizione, come accadrà in tante piazze
d’Italia martedì 4 novembre, e la data, anniversario che ricorda la fine di una
delle più assurde stragi della storia, non è casuale.
A NAPOLI, CI SI VEDE A PIAZZA DANTE ALLE 15,30. DOBBIAMO ESSERE IN TANTE ED IN
TANTI.
Piero De Luca
Dirigente Scolastico, Istituto Comprensivo “Sauro Errico Pascoli” (Napoli)