Joint Stars 2025 in Sardegna, ovvero come fare i buoni provando la guerra
Poco dopo la chiusura della Mare Aperto, imponente esercitazione militare
navale, che gravitava in buona parte su poligoni e mare della Sardegna
meridionale, da neanche una settimana è iniziata la Joint Stars 2025, la più
grande esercitazione nazionale interforze, localizzata interamente in Sardegna,
finalizzata a rafforzare la deterrenza NATO, affrontare conflitti di alta
intensità e partecipata da tutti i corpi militari nazionali, con operatività
anche in ambito spaziale e cibernetico.
Secondo una modalità iniziata da vari anni saranno presenti studenti e
studentesse universitari/e, non come semplici osservatori/trici, ma addirittura
“inquadrati” nel piano operativo come i “colleghi” militari. Saranno studenti e
studentesse della LUISS e LUMSA di Roma, dell’università di Genova e della
Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, il che aggiunge quel prestigio accademico
gradito al mondo militare.
Così come per la Mare Aperto anche per questa esercitazione niente si sa dei
sistemi d’arma impegnati e del munizionamento che sarà sparato – andando ad
impattare sull’integrità degli ambienti naturali terrestri e marini con
conseguente inquinamento che come ben sappiamo si ripercuote sulla salute umana.
Un tempo trapelavano maggiori informazioni sul tipo di esercitazioni e sulle
varie attività militari che si sarebbero svolte; adesso queste rimangono avvolte
nel non detto, non si chiarisce neanche in quali zone della Sardegna e dei suoi
poligoni si terrà, e invece si offre al piano mediatico un intento benefico e
sociale che non è affatto proprio dell’attività militare, ma serve a creare
consenso.
Infatti non avremo solo una Joint Stars, ma anche una Joint Stars for Charity,
secondo quanto dichiarato dai militari nella conferenza stampa tenuta presso
l’assessorato Igiene e sanità e dell’assistenza sociale in via Roma a Cagliari
alla presenza di una quantità di figure istituzionali: il consulente alla Sanità
della Regione Sardegna Daniele Cocco, il presidente del Consiglio comunale di
Cagliari, Marco Benucci, il direttore dell’ospedale Brotzu, Raimondo Pinna.
Al porto di Cagliari si potrà visitare la nave Trieste, la più grande unità
navale della marina militare, e addirittura nella nave si potranno svolgere
screening pediatrici condotti da personale medico militare e della ASL:
l’Ufficio scolastico regionale ha fatto circolare questa informazione ai
genitori degli alunni e delle alunne attraverso le scuole. Così in via
eccezionale questi potranno fruire di un controllo che dovrebbe stare nella
normalità di una prevenzione medica, cosa ridotta ormai al lumicino per i tagli
nella sanità, che saranno sempre più consistenti viste le risorse formidabili
che la politica intende dirottare verso la spesa militare.
C’è poi molto da riflettere criticamente sul portare i bambini e le bambine in
un ambiente militare, tra l’altro di grande imponenza, quale quello della nave
Trieste. Esporre i bambini e le bambine alle impressioni di un ambiente militare
non è nell’interesse del loro sviluppo educativo, e andrebbe proprio evitato.
Che dire ancora della pastasciutta proposta dai cuochi militari e da uno sponsor
della manifestazione, e del concerto della banda interforze, il cui ricavato
sarà devoluto all’acquisto di due posti letto nel reparto di terapia intensiva
pediatrica dell’ospedale G. Brotzu di Cagliari! La spesa sanitaria può e deve
occuparsi dei necessari acquisti senza passare per la carità dell’iniziativa
militare – che lo fa per un’operazione auto-promozionale.
Alla kermesse si aggiungerà l’agenzia regionale Fo.Re.Stas che distribuirà
piantine di macchia mediterranea. Il giorno dopo, la domenica mattina, si terrà
la gara podistica organizzata dalla Onlus “Insieme contro il dolore” e dalla
A.D.S. Nuova Atletica Sardegna. Nel pomeriggio all’ospedale San Michele sarà
rappresentato uno spettacolo per i bambini in cura, che riceveranno giocattoli e
materiali didattici.
Non manca davvero niente alle iniziative collaterali di scopo benefico, sportivo
e sociale che accompagneranno la Joint Stars 2025.
I comitati pacifisti, i sindacati di base e i gruppi dell’antimilitarismo sardo,
compreso l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università, hanno dato più segnali di esasperata indignazione e protesta: a un
ampio comunicato stampa con decine di sottoscrizioni, in cui tra l’altro si
chiede alle autorità civili di non prestare la loro compartecipazione
all’imbonimento ipocrita della Joint Stars for Charity, è seguita l’indizione,
per il 10 maggio, di una manifestazione a Cagliari contro le esercitazioni e le
basi miliari, il riarmo, le guerre imperialiste che depredano e schiacciano i
popoli sino al genocidio, ciò che sta succedendo in Palestina.
Intanto sui poligoni a fuoco della Sardegna si addensano non solo le polveri
delle esplosioni create durante le esercitazioni, ma anche le insidie di un
nuovo Disegno di legge, il n.1887, che da poco ha iniziato il suo iter in
Commissione Difesa della Camera. Il Ddl prevede, in particolare all’art. 15
bis, che le competenze in materia di difesa e sicurezza nazionale siano
attribuite interamente allo Stato, costringendo le Regioni a chiedere
autorizzazioni per l’applicazione di normative ambientali nei territori occupati
da installazioni militari. Per la Sardegna, regione pesantemente militarizzata,
sarebbe una ulteriore sottrazione di strumenti di tutela e controllo ambientale.
Un altro aspetto allarmante del Ddl è quello delle bonifiche delle aree militari
che verrebbero equiparate alle bonifiche delle aree industriali. Sarebbe ancora
un assist per uno Stato che ha fatto e che vuol continuare a fare da padrone in
barba alla difesa dell’ambiente e alla salute dei residenti.
Sarebbe anche una mano d’aiuto al procedimento di bonifica farlocca presentato
dal Comando Militare Esercito “Sardegna” per la penisola Delta (poligono di Capo
Teulada), e approvato dalla Regione, penisola che dopo la bonifica tornerà alla
disponibilità delle esercitazioni militari (ora è interdetta per decisione della
magistratura) per fungere da terreno di bombardamenti, pur essendo Zona Speciale
di Conservazione (!) in base alla normativa europea a tutela degli habitat
sensibili.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università,
Cagliari