Lo spazio: orizzonte di gioco o campo di battaglia? Sulla militarizzazione dei territori
Nell’ambito della manifestazione “Frascatiscienza” è programmato per il 26
settembre 2025 un Open Day organizzato dall’ESRIN, il centro dell’Agenzia
Spaziale Europea dedicato ai programmi di osservazione della Terra
(https://www.frascatiscienza.it/fsapp/evento/1825/26).
L’evento è inserito nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori e si
presenta come una proposta volta a “sensibilizzare il pubblico sull’importanza
della ricerca scientifica e alle missioni spaziali”, con attività destinate ad
adulti e bambin3, accompagnati “in un viaggio attraverso il mondo dell’ESA,
fatto di approfondimenti, talks ispirazionali e quiz interattivi pensati per
mettere alla prova la curiosità e la voglia di esplorare”. Nel programma
leggiamo che “I lanci di razzo-modelli saranno un’altra attrazione della serata,
che porterà entusiasmo e stupore tra grandi e piccoli”.
Il programma della giornata potrebbe apparire innocuo da un punto di vista
ingenuo, ma è anche attraverso attività come queste che passa la strategia di
diffusione della “cultura della difesa” che l’Osservatorio contro la
militarizzazione delle scuole e delle università si impegna a denunciare.
É noto il ruolo dell’industria aerospaziale nell’ambito della filiera bellica
italiana e non c’è bisogno di richiamare il peso di colossi come Leonardo e
Thales Alenia Space in questo specifico ambito produttivo, in cui la foglia di
fico del “dual use” offusca lo sguardo del pubblico sul peso che questo settore
riveste oggi in ambito militare. La stessa ESRIN-ESA d’altra parte ha nella
stessa Frascati, dove ha sede, ospitato il 12 settembre l’evento “Il Lazio hub
europeo dell’aerospazio”
(https://www.regione.lazio.it/notizie/Frascati-evento-Lazio-hub-europeo-Aerospazio),
svoltosi nell’ambito degli Stati generali difesa, spazio e cybersecurity, tra i
cui obiettivi dichiarati c’è “la costituzione del nuovo Distretto industriale e
tecnologico dell’Aerospazio e della Sicurezza, con l’obiettivo di attivare
risorse pubbliche e private e favorire la collaborazione tra imprese, ricerca e
istituzioni”.
Il Lazio, definito come “uno dei più grandi ecosistemi aerospaziali in Europa”,
si candida a “a giocare un ruolo fondamentale in tutte le articolazioni di un
settore chiave per l’industria e la sovranità tecnologica europea”, attraendo
investimenti e mobilitando risorse economiche e “umane” in grado di sostenere la
trasformazione della regione in un vero e proprio “hub dell’aerospazio”.
Come Osservatorio vorremmo evidenziare il fatto che per capire cosa si muove
dietro a queste iniziative è sufficiente svolgere un piccolo lavoro di
ricognizione delle notizie: siamo partiti dalla curiosità per il programma di
“Frascatiscienza”, in cui compare esclusivamente il riferimento all’ESRIN-ESA;
siamo risaliti alla notizia dell’evento del 12 settembre pubblicata sul portale
di Regione Lazio, in cui l’industria aerospaziale è presentata come perno della
crescita economica del territorio. Se però vogliamo farci un’idea più precisa
dei partecipanti a questo incontro e facciamo un’ulteriore ricerca, arriviamo
alla “foto di gruppo” dell’evento
(https://www.esa.int/Space_in_Member_States/Italy/Stati_Generali_su_Difesa_Spazio_e_Cybersicurezza._Foto_di_gruppo)
e solo qui appare evidente il nesso, denunciato dall’Osservatorio, tra attività
“ludiche” proposte alla cittadinanza, industria bellica, Ministero della Difesa
e Forze Armate, che a questo punto è inquadrato nel contesto internazionale:
“Rappresentanti delle maggiori entità europee hanno discusso del futuro
dell’Unione Europea, che sta affrontando sfide senza precedenti dal periodo del
dopoguerra, in un contesto geopolitico sempre più complesso. I partecipanti
hanno esaminato le necessità dell’Europa in materia di spazio, sicurezza
informatica e difesa, nel quadro più ampio dell’Alleanza Atlantica”.
Tra i partecipanti all’incontro leggiamo il nome dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo
Dragone, Presidente del Comitato Militare della NATO, così come tra gli
interventi è stato dato dalla stampa ampio risalto a quello di Andrius Kubilius,
ex primo ministro della Lituania, è il commissario europeo per la Difesa e lo
Spazio, che ha dichiarato: “Lo spazio sta diventando un campo di battaglia.
Nell’Unione europea siamo già sotto attacco” (clicca qui).
Eravamo partiti da un’apparentemente innocente proposta per cittadini e
famiglie, in cui si legge: “I più giovani potranno partecipare a divertenti
laboratori didattici, pensati su misura per la loro età con l’obiettivo di
avvicinarli alla scienza e allo spazio”. Non possiamo che concludere che
l’obiettivo, come ormai da tempo l’Osservatorio denuncia, è proprio questo:
avvicinare i giovani allo spazio, oggi, significa avvicinarli al campo di
battaglia del presente e del futuro, e il reclutamento delle nuove leve avviene
in modo subdolo e indiretto attraverso iniziative di cui non è sempre facile
smascherare le intenzioni. L’Osservatorio lavora proprio per svolgere questo
compito.
Irene Carnazza, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università