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A Bruxelles atelier sul giornalismo nonviolento con la tecnica dell’arpentage
Nell’ambito dell’Incontro Internazionale di Pressenza, Antonella, formatrice dell”associazione Agir pour la Paix, ci ha invitato venerdì 7 novembre 2025 ad appropriarci del libro Giornalismo nonviolento grazie alla tecnica dell’arpentage. Conoscete la tecnica dell’arpentage? Apparsa nel XVIII secolo, l’arpentage è una pratica di educazione popolare nata dalla constatazione che il “libro” era allora un oggetto sacralizzato, riservato a un’élite. Per democratizzare l’accesso alla conoscenza, i circoli operai hanno inventato questo approccio collettivo che permette di desacralizzare il sapere e renderlo accessibile a tutti. Oggi questa tecnica sta vivendo una rinascita di interesse. Offre un modo originale per scoprire e appropriarsi di un’opera in modo critico e collettivo. In concreto, il principio è semplice: si strappa il libro in tante parti quanti sono i partecipanti; ognuno legge la propria parte, poi si mettono in comune i contenuti, le impressioni e le domande. Per esplorare gli strumenti del giornalismo non violento, i venti partecipanti avevano a disposizione due post-it blu per annotare due temi o frasi significative e un post-it rosa per segnalare ciò che restava da chiarire. In due ore, la ricchezza degli scambi ha permesso di delineare una visione sia globale che precisa dei diversi temi affrontati: il reportage fotografico, la scelta del titolo, il punto di vista umanista, la soggettività del giornalista e molti altri. Ognuno, con le proprie parole, ha così potuto esprimere concretamente un’informazione costruttiva e aperta alla speranza. Foto: Julia Montier e Tatiana De Barelli   Il libro presentato esiste in italiano edito da Multimage e Pressenza lo presenta in appositi seminari; chi fosse interessato scriva a redazioneitalia@pressenza.com Rédaction Belgique
Media di guerra e media di pace
L’ultimo libro di Andrea Cozzo, Media di guerra e media di pace sulla guerra in Ucraina. Promemoria e istruzioni per il futuro (Mimesis, Milano-Udine 2025, pp. 190, euro 17,00) è dedicato innanzitutto ai professionisti della comunicazione, ma, più ampiamente, a tutti noi lettori, ascoltatori e spettatori.  L’autore, professore di Lingua e letteratura greca all’Università di Palermo (e collaboratore di Pressenza, ndR, vedi ad esempio Flotilla e azioni governative),  è impegnato da decenni nello studio della nonviolenza, da cui ha tratto molteplici frutti: sia volumi (Conflittualità nonviolenta. Filosofia e pratiche di lotta comunicativa con Mimesis, sintetizzato nel più recente La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cose da sapere prima di condividerla o rifiutarla con le edizioni Di Girolamo); sia Laboratori universitari con crediti formativi riconosciuti e Corsi di formazione dedicati a Forze dell’Ordine; sia con azioni dirette in varie situazioni di conflitto  (talora non poco dolorose). Il volume è distinto in tre parti. La fotografia della situazione La prima fotografa la situazione in corso: “il racconto mediatico della guerra in Ucraina, fin dal 24 febbraio 2022, è stato l’apogeo della violenza culturale perpetrata quotidianamente e senza mezze misure, sulla base del triplice principio (enunciato da Johan Galtung) D – M – A:  Dicotomizzazione («Noi» vs. «Loro»), Manicheismo (il Bene – il Male), Armageddon (la Vittoria militare è l’unica soluzione)” (p.19). Vengono diffuse notizie false, a cui – se inevitabili – seguono mezze smentite: “ciò che in tempi di pace sarebbe immediatamente percepito come un’ovvia sciocchezza, in tempi di guerra, sotto il fuoco compatto del giornalismo di fazione, diventa la semplice normalità” (pp. 49 – 50).  In prossimità di una guerra i legami fra potere politico e organi di informazione si fanno più stretti. Karl Kraus ha sintetizzato il fenomeno con la sua proverbiale icasticità: “Come viene governato il mondo e com’è che viene condotto in guerra? Dei diplomatici ingannano dei giornalisti e, quando poi leggono il giornale, finiscono col credere alle proprie menzogne”.  Una volta che la guerra sia dichiarata, il connubio non si scioglie, anzi si rafforza in un condizionamento reciproco che si travasa in condizionamento dell’opinione pubblica: chi osi criticare le scelte del governo – a partire dalla scelta di entrare in conflitto armato – è accusato di tradimento e, dunque, la maggior parte degli addetti ai lavori o alza il tono della voce per guadagnare medaglie come difensore dell’onor di Patria o (se nutre dei dubbi sull’entusiasmo bellicistico) previene la condanna con l’autocensura.  Risultato: “I media si costituiscono come monolitici «media di guerra»” (p. 10), i giornalisti si considerano e vengono considerati “militari senza divisa”(p. 48)  e  “l’informazione” – parafrasando Carl von Clausewitz  – diventa “guerra combattuta con altri mezzi”.  Indicazioni terapeutiche Ma Cozzo non si limita alla diagnosi dei mali: la seconda parte del volume (inspirata al principio “Un altro giornalismo è possibile!”) è infatti dedicata alle indicazioni terapeutiche per transitare (qualora se ne veda la necessità e se ne abbia la volontà) “dal giornalismo di guerra al giornalismo di pace”).  Di queste indicazioni l’autore offre un’elencazione più estesa in 17 “regole” (pp. 136 – 141) proposte da Jake Lynch  e Johan Galtung,  nonché una lista più sintetica in 10 “regole” (pp. 141 – 142) predisposta dai due medesimi studiosi.  Per brevità riporto qui un’elencazione ancora più sintetica di 5 punti fissati dal professore israeliano Dov Shinar:  “1. Esplorare le circostanze e i contesti in cui nasce un conflitto, e presentare cause e ipotesi da diversi punti di vista (…); 2. dare voce alle opinioni di tutte le parti coinvolte; 3. offrire soluzioni creative per la risoluzione dei conflitti (…); 4. smascherare le bugie (…) di tutte le parti, e rivelare gli eccessi commessi e le sofferenze subite da persone di ogni fazione; 5. dedicare più attenzione alle storie di pace e agli sviluppi post-bellici” (p. 120).  Due questioni di fondo Questo libro, nato chiaramente dal crogiuolo della drammatica cronaca dei nostri giorni, non è un instant-book con la data di scadenza ravvicinata. Esso infatti, con passo induttivo, risale dal “basso”  della scottante attualità all’ “alto” di tematiche di fondo e di lungo periodo, come dimostrano i due allegati che costituiscono la terza e ultima parte del volume: Prontuario di azione nonviolenta di fronte alla guerra e Democrazia, democratura e nonviolenza.  Impossibile sintetizzare in poche righe la ricchezza delle informazioni e soprattutto delle argomentazioni offerte dall’Autore anche in questi due testi che completano opportunamente un libro che solo uno studioso di grande preparazione e di ancor più grande onestà intellettuale poteva approntare come contributo al dibattito pubblico.  É vero che, nell’epoca del mordi-e-fuggi, non saranno molte le persone che si vorranno regalare qualche ora di riflessione critica sulle tragedie planetarie in atto, preferendo il ruolo di tele-tifosi davanti a uno schermo televisivo o di inter-nauti appollaiati su una tastiera da cui ‘sparare’ sentenze e slogan. Ma è altrettanto vero che quelle poche persone saranno grate a Cozzo perché, ancora una volta, nel frastuono delle urla da un fronte all’altro (e viceversa!), ha saputo interporre parole meditate, meritevoli di una pausa silenziosa d’ascolto.     Redazione Palermo
Catastrofi e prospettive del mondo contemporaneo: contributi per una puntuale ricognizione
Proponiamo la lettura di un estratto dell’articolata recensione dello studioso di storia economica siciliana, pubblicata su Dialoghi Mediterranei, n. 74, luglio 2025, dedicata all’Annale di Pressenza 2024, Crepuscolo dell’ordine imperiale e sfide per la pace (Multimage, 2025), a cura di Toni Casano, Daniela Musumeci e Pina Catalanotto  Pressenza – International Press Agency [1], come  spiegano i titolari e gestori del sito, «è unʼagenzia stampa internazionale in 7 lingue che pubblica e diffonde  notizie, iniziative, proposte che riguardano pace, nonviolenza, disarmo, diritti umani, lotta contro ogni  forma di discriminazione. Considera l’Essere Umano  come valore centrale ed esalta la diversità. Propone un giornalismo attivo e lucido che punta alla soluzione delle crisi e dei conflitti sociali di ogni latitudine. In questo senso, oltre a pubblicare notizie sullʼattualità, diffonde studi, analisi ed azioni che contribuiscano alla pace mondiale e al superamento della violenza; mette in risalto la necessità e lʼurgenza del disarmo nucleare e convenzionale, la soluzione pacifica dei conflitti, la loro prevenzione, il ritiro dai territori occupati. Al tempo stesso denuncia tutto ciò che provoca dolore e sofferenza ai popoli e cerca di decifrare e trasformare le cause di quegli eventi, essendo molto più di un mero spettatore. L’Agenzia forma studenti, praticanti e volontari che sono d’accordo con queste convinzioni. Lʼagenzia è interamente formata da volontari che offrono gratuitamente i servizi in cui sono specializzati. Le redazioni sono spazi aperti alla collaborazione in équipe, alle nuove proposte, allo sviluppo di iniziative specifiche coerenti con le finalità dell’agenzia (libri, convegni, corsi di formazione ecc.)» [2].  LʼAgenzia è stata fondata nel 2008, in occasione del Simposio Internazionale del Centro Mondiale di Studi Umanisti svoltosi a Punta de Vacas in Argentina, per promuovere e sostenere la Marcia mondiale per la pace e la non violenza. Nel 2009, è stata legalizzata come agenzia internazionale a Quito, Ecuador e dal 2014 è organizzata in redazioni decentrate. Presente in 24 Paesi, pubblica ogni giorno i suoi dispacci in inglese, italiano, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, greco, catalano, arabo, russo e malayalam (lingua del Kerala, India) [3].  Dal 2015 la redazione italiana ha avviato la collaborazione con lʼAssociazione Editoriale Multimage, dando vita alla collana «I libri di Pressenza», curata da Toni Casano, dedicata ad approfondimenti giornalistici. In questa collana, nel mese di febbraio scorso è stato pubblicato il quarto “Annale” dal titolo Crepuscolo dellʼordine imperiale e sfide per la pace, curato da Toni Casano, Pina Catalanotto e Daniela Musumeci, articolato in sei sezioni ‒ “Guerre e Pace”, “Ecosistemi e giustizia climatica”, “Mobilità globale”, “Genere e femminismi”, “Politiche e moltitudini”, “Culture altre” ‒ nelle quali sono suddivisi ottanta contributi di giornaliste/i e scrittrici/ori italiani e stranieri[4].  Il volume, nel quale sono raccolti articoli e interviste pubblicati nel corso del 2024, ha, indubbiamente, il pregio di fare accedere il lettore nel vivo delle questioni attuali più delicate e spinose, analizzate da più punti di osservazione e angolazioni. Ancora una volta, è riuscito nellʼintento di proporsi come luogo di approfondimento e di riflessione collettiva. È una finestra sugli orrori contemporanei e, al tempo stesso, sugli antidoti e sulle pratiche di pensiero e di azione per contrastarli. Sottolineo orrori, perché il volume, chiuso in tipografia alla fine dellʼanno scorso, non poteva tenere conto di tutto il peggio al quale abbiamo ancora assistito negli ultimi sei mesi e, tuttavia, i nodi di fondo, le cause e gli effetti rimangono drammaticamente identici. Più che lʼottimismo della ragione credo che, a difenderci da questa valanga di accadimenti negativi, possa servire ‒ come suggerito dalle due curatrici e dal curatore ‒ la ricerca di buone nuove, la ricerca di armonia, armonia tra persone, tra persone e natura, oltre che con noi stessi.  Una delle considerazioni introduttive pone subito in evidenza il nucleo centrale del problema: «Ma una cosa di cui siamo abbastanza certi è che le democrazie liberali sviluppatesi dall’inizio dello scorso secolo, quale forma più evoluta del moderno Stato nazione (e delle quali già alle porte del terzo millennio si certificava la crisi), oggi siano giunte effettivamente al capolinea della storia, avendo più che maturato la loro fine destinale».  È una valutazione che non consente appello e che spiega la stretta correlazione che i temi trattati nel volume hanno tra loro e che hanno contribuito a determinare questo epilogo «destinale» ma che, specularmente, da questo esito sono condizionati: crisi della politica, distribuzione della ricchezza globale, svalutazione del lavoro, conflitti, migrazioni, rivoluzione femminista, ecosistema.  Una prova del declino delle democrazie liberali non è forse la proliferazione nel mondo di autocrati e di “democrature”? LʼOccidente, al di qua e al di là dellʼAtlantico, si è progressivamente consegnato allʼaristocrazia della finanza internazionale e allʼindustria degli armamenti e rischia ancor più di essere travolto dai gestori delle cripto valute nelle quali si convertono ingenti quantitativi di denaro sporco delle mafie. Le premesse di questo tramonto cʼerano tutte e il prototipo berlusconiano di imprenditore-governante aveva fatto breccia (e scuola) nel mondo, già 30 anni fa. Sembrava, tuttavia, impensabile che alla presidenza degli Stati Uniti potesse essere eletto un magliaro con alle spalle una lunga serie di società fallite e con una montagna di debiti; un affarista, condannato per stupro, eversore e produttore di moneta digitale; in una parola, un gangster che sta risanando e moltiplicando le sue finanze e che specula in Borsa determinando le oscillazioni giornaliere a suo piacimento. Grazie alla vittoria elettorale, regalatagli in un piatto dʼargento dal partito democratico, il neopresidente alla Casa Bianca si è circondato di razzisti, suprematisti e ultranazionalisti fanatici. Al confronto, il leggendario Al Capone oggi sarebbe un dilettante.  Forse lʼunico dato positivo di questo nuovo capitolo della storia politica americana, che dispiega i suoi effetti sullʼintero mondo, è che la connessione governo-affari-finanza industria delle armi è senza infingimenti; è palese e manifesta, priva di quella dose di ipocrisia con la quale i democratici americani conciliavano le guerre “giuste” per esportare la democrazia, con il sostegno finanziario alle organizzazioni umanitarie. Lʼaggravante contemporanea dei trumpiani, infatti, è lʼassalto ai diritti civili, alla libertà di stampa, alle università, alla sanità pubblica; è la spettacolarizzazione della caccia agli immigrati, lʼazzeramento dei fondi ai Paesi colpiti da carestie e devastazioni, la teorizzazione delle deportazioni di massa.    NOTE  [1] HTTPS://WWW.PRESSENZA.COM/IT/PARTNERS/ [2] HTTPS://WWW.AGORAVOX.IT/PRESSENZA-INTERNATIONAL-PRESS  [3] HTTPS://WWW.PRESSENZA.COM/IT/INFORMAZIONI/  [4] CREPUSCOLO DELLʼORDINE IMPERIALE E SFIDE PER LA PACE, ANNALE PRESSENZA 2024, A CURA DI TONI CASANO, PINA CATALANOTTO, DANIELA MUSUMECI, MULTIMAGE, REGGIOLO (REGGIO EMILIA) 2024: 338. LEGGI INTEGRALMENTE LA RECENSIONE SU DIALOGHI MEDITERRANEI  Redazione Italia
Giornata nazionale dell’informazione costruttiva
Arriva la GNIC2025: pubblicato il primo documentario sul giornalismo costruttivo GNIC In occasione della quinta edizione della Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva è stato prodotto e pubblicato un video-documentario di 30 minuti, realizzato appositamente per la Giornata, e disponibile dal 3 maggio su Youtube:  Il documentario della Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2025 – YouTube. Per documentare la storia dell’informazione costruttiva, i suoi progressi e le applicazioni più recenti, i modelli e le prassi maggiormente condivise, Mezzopieno ha raccolto i punti di vista, le pratiche e le esperienze di tanti professionisti dell’informazione e della comunicazione, per costruire una grande testimonianza collettiva. Il documentario ha l’obiettivo di rappresentare la realtà dell’informazione costruttiva e delle forme di giornalismo ad impatto positivo, in modo argomentato, documentato e scientifico. Utilizzando interviste, testimonianze, estratti e altre fonti di approfondimento, vuole sensibilizzare il pubblico e stimolare la riflessione dell’opinione pubblica in favore di un’informazione al servizio del bene della società. In un mondo in cui il pubblico fa sempre più fatica ad avere fiducia nell’informazione, a distinguere la verità dalle fake news e dalla propaganda, il reportage inedito prodotto da Mezzopieno per la GNIC2025 si prefigge di essere uno strumento che dà voce all’informazione che si vuole allontanare dalla regola del “chi urla più forte” a favore della qualità e dell’onestà intellettuale di giornalisti e comunicatori al servizio del pubblico come metro di misura privilegiato. Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2025 Il documentario si pone come strumento utile al dibattito e al rilancio del buon giornalismo ben oltre l’appuntamento del 3 maggio. Dopo il lancio del 3 maggio, infatti, il reportage sarà oggetto di una campagna di diffusione nazionale, presentato e discusso in incontri ed eventi dedicati al giornalismo di soluzione e al giornalismo costruttivo organizzati in tutta Italia. Che cos’è la GNIC Il 3 maggio, in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa, in tutta Italia si celebrata la Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva (GNIC). Coordinata dal Movimento Mezzopieno insieme ad oltre 70 enti promotori, aderenti e patrocini*, la Giornata vede il coinvolgimento di giornalisti, redazioni e testate locali e nazionali, organizzati per portare sui media la loro attività al servizio di un giornalismo più costruttivo e positivo, per allargare il concetto di libertà di stampa, estendendolo da chi produce l’informazione anche a chi ne fruisce, i lettori. La Giornata ha l’obiettivo di far conoscere l’informazione costruttiva e dare risalto a notizie, approfondimenti, confronti e storie costruttive libere da sensazionalismi, polarizzazioni, polemiche e fake news, valorizzando un’informazione che sappia aiutare il lettore a sentirsi partecipe della realtà e a portare consapevolezza e fiducia nel mondo e negli esseri umani, presentando e condividendo le buone pratiche e le ricerche più recenti sul tema del giornalismo costruttivo e positivo. La Giornata è un evento allargato e aperto a tutti i giornalisti e ai professionisti dell’informazione e della comunicazione, è nata dall’impegno di centinaia di giornalisti coinvolti nella campagna nazionale per la Parità di Informazione Positiva, lanciata nel 2018 dal movimento Mezzopieno, che vede l’adesione di oltre 10.000 sottoscrittori e la realizzazione di numerose iniziative e gruppi di lavoro in tutta Italia. La GNIC è realizzata a livello nazionale e locale su quotidiani, periodici, radio, televisioni e social network: un collettivo di voci unite per un giorno con l’obiettivo comune di superare le logiche di un’informazione tradizionalmente ancorata alle notizie negative e scandalistiche per mettere in luce le soluzioni più che i problemi e migliorare la capacità dei lettori di costruire la loro libertà di pensare e partecipare al bene del mondo, in una sorta di manifesto allargato della positività. Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2025 Obiettivi della Giornata 1. Coordinare le esperienze italiane che stanno lavorando per un modello positivo di comunicazione e un giornalismo costruttivo 2. Valorizzare il lavoro di giornalisti e di giornaliste, testate ed editori impegnati in un’informazione per la crescita della società e del bene comune 3. Coinvolgere i lettori e la società in un confronto sulle buone notizie e sull’informazione positiva Le altre azioni della campagna Oltre al video documentario, la GNIC coinvolge giornalisti e giornaliste nella realizzazione di articoli, approfondimenti, reportage secondo la deontologia e i criteri dell’informazione costruttiva (focus sulle buone notizie, qualità del contenuto, approfondimento e controllo delle fonti, attenzione e rispetto per il lettore, risalto alle soluzioni e agli esempi virtuosi che generano ricadute positive sulla società, valorizzazione del contributo al bene comune e alla fiducia nel mondo e negli esseri umani, rifiuto della polemica e della polarizzazione, attenzione ad evitare la spettacolarizzazione e la banalizzazione). Chi aderisce pubblica questi contenuti sui propri canali con il riferimento in calce alla Giornata nazionale dell’informazione costruttiva 2025 e con l’hashtag #GNIC2025 Tutti i contributi vengono raccolti e diffusi anche sul sito della Giornata per una grande azione collettiva: https://www.giornatainformazionecostruttiva.site/ Perché il 3 maggio Il 3 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Libertà di Stampa, un’occasione per riflettere sull’importanza dei principi in difesa della libertà di parola e di informazione, del pluralismo e dell’indipendenza dei media. Questi diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle principali democrazie di tutto il mondo assumono un significato di particolare valore sociale e attribuiscono ai media un ruolo importante nella formazione dell’opinione pubblica, nella creazione della percezione della realtà e sulla qualità della vita dei lettori e della società intera. Per questo motivo molti giornalisti negli ultimi anni si sono organizzati per proporre modelli informativi più costruttivi e responsabili che informino l’opinione pubblica e che contribuiscano a limitare le logiche di parte e ad alleviare polemiche, sfiducia e conflittualità. Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2025 * ELENCO PROMOTORI 2025: AD Communications, Agenzia Giornali Diocesani, Amaseno TV, Arga Lombardia-Liguria, Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, Avsi, B-Hop Magazine, Buone Notizie Bologna, Cattedra Raimon Panikkar, Città Nuova, Corriere delle buone notizie, Cronache Maceratesi Junior, Datamagazine.it, Digitale popolare, Diritto dell’Informazione, .eco l’educazione sostenibile, Ecology.it, ERRE18, Futura News, La Gazzetta del Calatino, Il Giornale delle Buone Notizie, Giovani Giornalisti Gentili, Green Factor, Impact skills, Italia che cambia, Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro, Letizia Palmisano, Libre Italia, Master di Giornalismo Torino, MediterrAnima, Nuovi Materiali, Onda Positiva, Paralelo, PA Social, Piemonte Parchi, Positivamente, Premio Nazionale Informazione Costruttiva, Pressenza, Radio Una voce vicina in Blu, Radio Hot Block, Radio Jeans, Radio Zainet, Ri-generiamo, Rete Nazionale Assessori alla Gentilezza, Sansa Radio, Sapereambiente, Scarp de’ Tenis, ScriverEsistere, Società Italiana di Psicologia Positiva, Lo Speaker’s Corner, Strani Fatti, Terranea, TG delle Buone Notizie, Valori, Voluntas, Wreport, WREP Web Reporters and Creators ELENCO PATROCINI 2025: Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, Asvis-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile-Festival dello Sviluppo Sostenibile, FERPI Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, FISC Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Ordine dei Giornalisti Consiglio Nazionale, Ordine dei Giornalisti del Piemonte, RAI, UCSI Unione Cattolica Stampa Italiana, UGIS Unione giornalisti Scientifici Italiani. 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