Primo maggio: festa del lavoro a favore del Bene Comune
Ogni festa del Primo Maggio c’è qualcosa che non torna, secondo me, nella
narrazione e nella retorica corrente.
Sembra che la Festa del Lavoro festeggi il lavoro salariato, rivendichi la lotta
allo sfruttamento, la necessità di migliori condizioni di lavoro, la prevenzione
degli incidenti, ricordi i dolorosi eventi che fecero che fosse il 1 Maggio la
data scelta, aspira alla piena occupazione e alla sconfitta della
disoccupazione: tutte nobili tematiche, assolutamente da rivendicare e celebrare
ma che non riflettono sulla natura del Lavoro.
Quindi, per celebrare in modo non retorico questa festa vorrei riflettere un po’
su questa faccenda del lavoro.
La narrativa attuale e, purtroppo, la tendenza meccanica in corso, porta a far
coincidere sempre più il Lavoro con il lavoro salariato.
Una delle implicazioni del lavoro salariato è che esso si configura sempre come
una relazione, personale o collettiva, di natura economica: io faccio qualcosa
perché tu mi paghi. Questa relazione è necessariamente individualistica, nega il
Bene Comune. E’ propietaristica e economicista perché, alla fine ci sono soldi
di mezzo e, in un qualche momento, genererà inevitabilmente conflitto.
E’ questo che i costituendi pensavano quando scrissero nella Costituzione
Italiana L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro? certamente no. Già
l’articolo 4 della medesima costituzione recita:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di
svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Il lavoro è un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale o
spirituale della società.
Numerosi costituzionalisti hanno poi spiegato bene questo concetto fino a dire
che, in sostanza, il Lavoro è un’attività di trasformazione sociale.
Se questo è così quello che dobbiamo festeggiare oggi è, sopratutto, tutti gli
sforzi che vengono fatti verso il bene comune: le organizzazioni sindacali, i
comitati di base, le organizzazioni di volontari che agiscono per migliorare le
condizioni di vita, gli attivisti delle campagne per i diritti umani, la
solidarietà ecc.
E dovremmo di conseguenza parlare e dibattere di tutte le azioni che favoriscono
la liberazione dallo sfruttamento e da tutte le conseguenze del lavoro
salariato: la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il salario
minimo garantito, il reddito di base universale senza condizioni, l’automazione
come forma di liberazione dai lavori pericolosi e usuranti.
In sintesi tutto ciò che restituisca al Lavoro, e all’Essere Umano lavoratore,
la dignità di agente di trasformazione sociale e personale in funzione del Bene
Comune.
Olivier Turquet