BRESCIA: L’ASSEMBLEA PERMANENTE ANTIFASCISTA CHIAMA LA MOBILITAZIONE CONTRO IL CORTEO “REMIGRAZIONE E RICONQUISTA”I fascisti del cosiddetto Comitato “Remigrazione e riconquista” (tra questi Casa
Pound, la Rete dei patrioti e Brescia ai bresciani) hanno annunciato un corteo –
con appunto la parola d’ordine “Remigrazione” – per sabato 13 dicembre 2025 a
Brescia. L’intenzione di organizzare una manifestazione apertamente razzista,
contro le persone migranti e le persone con background migratorio, a Brescia,
era stata annunciata dai fascisti durante la cosiddetta “conferenza fondativa”
del Comitato xenofobo lo scorso 15 novembre.
L’Assemblea Permanente Antifascista di Brescia ha organizzato per martedì 2
dicembre 2025 un’assemblea pubblica (appuntamento alle ore 20 alla Casa della
Sinistra di via Eritrea 20/E) “per decidere le iniziative da promuovere per
contrastare il nuovo raduno nazifascista”. “La gravità del nuovo attacco –
afferma l’Assemblea antifascista – è tale da richiedere una mobilitazione
all’altezza”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto è intervenuto Dino Greco, del Partito della
Rifondazione Comunista e dell’Assemblea Permanente Antifascista di Brescia.
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Lo stesso Dino Greco, oggi, martedì 2 dicembre, ha inviato una lettera alle
redazioni dei giornali, delle radio e delle televisioni locali per sollecitare
una presa di posizione sul tema da parte della politica e delle istituzioni
bresciane. Riportiamo il testo di seguito:
“Da tempo le azioni promosse a Brescia dall’estrema destra neofascista si
svolgono con inquietante ripetitività. Tutte hanno gli stessi protagonisti e
seguono il medesimo rituale: apologia di fascismo e istigazione all’odio
razziale. E tutte sono state senza batter ciglio autorizzate dalla questura come
manifestazioni di libero pensiero,persino quando hanno assunto il carattere
squadristico dell’aggressione violenta nei confronti di un pacifico corteo di
solidarietà verso il popolo palestinese.
Non un solo provvedimento è stato mai assunto nei confronti di costoro.
All’opposto, gli uomini della questura si sono resi ripetutamente protagonisti
di pesanti interventi repressivi nei confronti del mondo antifascista e
pacifista: quando hanno manganellato giovani ragazze e ragazzi colpevoli di
avere srotolato uno striscione che portava la scritta “La Costituzione è
antifascista”;o quando hanno fermato, perquisito e costretto a denudarsi e ad
effettuare piegamenti giovani donne responsabili di avere denunciato la
complicità dell’azienda armiera Leonardo con la politica genocida del governo
israeliano; o quando hanno picchiato a sangue giovanissimi ragazzi che
manifestavano per denunciare lo sterminio in atto nella striscia di Gaza; o
quando hanno a più riprese effettuato, di prima mattina, grottesche
perquisizioni domiciliari, ovviamente senza esito alcuno, ma tali da
configurarsi come atti intimidatori, con finalità palesemente repressive, uniti
a denunce per la partecipazione alle manifestazioni e agli scioperi, in
particolare a quello del 27 settembre scorso.
Ora, la questione oggi drammaticamente aperta a Brescia è se l’applicazione
della Costituzione (su cui pure il questore ha dovuto giurare) e l’antifascismo
che ne è lo spirito fondativo hanno diritto di cittadinanza oppure no.
Fino a qualche tempo fa denunciavamo l’atteggiamento equidistante delle forze
dell’ordine fra fascismo e antifascismo. Oggi dobbiamo ricrederciperché
assistiamo ad un clamoroso ribaltamento:per chi dirige la questura il fascismo
non è un problema, l’antifascismo sì.
Non vi è dubbio che la legge “sicurezza” da poco varata dal parlamento sta
operando come un lasciapassare, come un’incitazione a colpire con durezza ogni
espressione di dissenso, ma non la propaganda nazifascista, evidentemente
considerata coerente con l’aria che tira.
Sappiamo, per triste esperienza, dai tempi dello scelbismo fino alle giornate di
Genova 2001, che quando dall’alto giunge un segnale politico, il nero, latente
in una parte degli apparati dello Stato, si scatena con gli effetti che oggi
stiamo misurando, anche nella nostra città.
La sonnecchiante, esausta politica nostrana dovrebbe riflettere sulla propria
inerzia.
Proprio noi, in questa città, abbiamo già sperimentato dove si può arrivare.
Dino Greco”