Più di 50.000 persone hanno detto no allo sgombero del Leoncavallo e di tutti
gli spazi sociali d’Italia. Hanno portato in piazza le “città diverse” e hanno
iniziato riprendendosi Milano.
Lo sgombero voluto dal governo fascio-leghista non è “l’epilogo fisiologico” di
un percorso di 50 anni. Hanno voluto colpire un simbolo perché è stata una
“storia nostra”, dei movimenti. Verso il corteo del 6 settembre.
In via Azzo Gardino 61 non sono bastati 25 anni per trovare un utilizzo del
prestigioso immobile che continua ad essere murato e abbandonato al degrado e
alla polvere.
Da settimane è nata una mobilitazione che si oppone all'intervento urbanistico
progettato da Comune e Johns Hopkins University sul parchetto di via Belmeloro.
Tra le varie iniziative messe in atto anche quella testimoniata dalle foto che
riceviamo e pubblichiamo.
Il Tar ha annullato i provvedimenti emessi dal questore verso 12 attiviste/i di
Extinction Rebellion, sottolinendo che il partecipare a una pacifica
manifestazione non rende socialmente pericolose/i: ovvio ma non troppo, ai tempi
del decreto Sicurezza.
Il Climate Pride, in vista della manifestazione del 12 aprile: la concessione
all'attuale gestore dell'area in zona Arcoveggio sta per scadere ed è
l'occasione per farne "una grande foresta urbana, un grande common aperto e
collettivo dove praticare ecologie urbane".