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20…25 L’arte di fermare il patriarcato: consigli di lettura
PUBBLICHIAMO QUI I DUE AUDIO DI MARI E ANITA CHE, PER LA CHIAMATA ALLE ARTI 2025 LANCIATA DA TRANSFEMMINONDA, CI CONSIGLIANO LA LETTURA DI DUE LIBRI DI CUI LEGGONO ALCUNI BRANI Il primo è il libro di ADRIENNE MAREE BROWN  dal titolo PER UNA GIUSTIZIA TRASFORMATIVA Una critica alla cancel culture, con uno scritto del Laboratorio Schieramenti, edito da Meltemi adrienne maree brown è una scrittrice femminista e attivista per la liberazione nera. A Detroit, dove ha vissuto, ha collaborato con diverse organizzazioni che si occupano di giustizia sociale. Dai suoi scritti su sesso, guarigione, cura di sé, traumi e fantascienza emerge uno stile acclamato dalla critica come afrofuturismo. Tra le sue opere ricordiamo Pleasure Activism. L’edizione italiana è accompagnata da uno scritto del collettivo transfemminista queer Laboratorio Smaschieramenti, che sviluppa una riflessione materialista e ancorata al nostro contesto nazionale sulla violenza nelle relazioni interpersonali. Mari per una giustizia trasformativa Questo secondo audio è di Anita che ha tradotto e poi letto per noi un brano di Bitch: A Revolutionary Guide to Sex, Evolution and the Female Animal di Lucy Cooke, Penguin Books, 2023 non ancora disponibile in italiano https://radiosonar.net/wp-content/uploads/2025/11/Anita.mp3
20…25 2025 – L’arte di far tremare il patriarcato
IN QUESTO PODCAST PUBBLICHIAMO LE GRAFICHE CHE CI SONO ARRIVATE DELLU ARTISTX CHE HANNO RISPOSTO ALLA CHIAMATA ALLE ARTI DI FERMARE IL PATRIARCATO La grafica di Dima Zovich che è diventate la copertina del podcast della puntata di TRANSfemmINonda del 22 novembre 2025. Come sempre interpreta alla perfezione i titoli e gli slogan dello spazio radio di TRANSfemmINonda e QUEERzionario e dell’assemblea Corpi e Terra Arya ci ha mandato una delle sue foto accompagnata da questo audio foto di Arya le grafiche di Marea la foto di Tina con l’audio che ce la presenta Tina foto aggiungiamo queste grafiche condivise nella lista NUDM proposte dall’assemblea territoriale di Padova e quella di Jenny che ha fatto la copertina per la chiamata alle firme contro lo sfratto di Agripunk perché quando parliamo di liberazione parliamo di liberazione dei corpi tutti! Ringraziamo tutte le persone per aver contribuito con la loro arte a fermare il patriarcato
TDOR 2025: TRANS DAY …. Giornata globale
… DOVE LA R È RICORDO MA ANCHE RABBIA, RIBELLIONE, RIVOLTA I dati del TMM (trans murder monitoring), l’osservatorio che monitorizza le persone trans che vogliamo ricordare in questa giornata si riferiscono all’ultimo anno (1 ottobre 24- 30 settembre 25) e ci danno il quadro della fase che stiamo attraversando. Ascoltiamo Mari che legge questo testo intervento pubblicato anche dall’osservatorio NUDM e da Corpi e Terra.   Mari TDOR * 281 persone trans e non binarie uccise, una diminuzione rispetto all’anno precedente in cui il monitoraggio aveva elencato 350 casi. Ma, ci allerta lo stesso TMM questo non corrisponde necessariamente a maggiore sicurezza ma piuttosto all’invisibilità crescente degli assassinii se si vanno ad analizzare nei motori di ricerca gli algoritmi che mostrano invece un crescente disinteresse verso queste morti sempre più difficili da identificare e verificare. Ne sono testimonianza l’uso del nome/genere imposto alla nascita nelle notizie relegate alla cronaca nera. Perché anche questo succede, la cancellazione oltre la morte. Molte persone tra giornalisti, famiglie e persone vicine ritornano ad usare il nome assegnato alla nascita cancellando e uccidendo per la seconda volta le persone trans. * Le persone che fanno lavoro sessuale restano il gruppo più colpito con il 34% rispetto a chi svolge altre mansioni. * C’è una tendenza preoccupante in aumento all’assassinio di persone attiviste e leader del movimento (14% dei casi), il doppio dell’anno precedente. * Il 90% dei casi presi in considerazione sono femminicidi, l’88% persone trans razializzate * Il 24% aveva tra 19–25, 25% 26–30, 26% 31–40, e 5% sotto il 18, un dato che ci racconta quanto sia ancora breve l’aspettativa di vita nella nostra comunità. * Il 68% delle uccisioni sono nell’Abya Yala, quella parte del mondo chiamata America latina e ai Caraibi con il Brasile per il 18esimo anno il paese più colpito con il 30% dei casi totali. Ma questo può forse voler dire che in territori come l’Africa dove nessuna strage e genocidio fa notizia la situazione non sia grave? * Il 25% delle uccisioni sono avvenute in strada e solo il 22% nella casa della vittima, il che dimostra che, a differenza dei femminicidi di persone non trans, l’assassinx è nello spazio pubblico e nella maggioranza dei casi non ha le chiavi di casa Sono riportati dal TMM solo 5 casi in Europa, nessunx in Italia Questo è determinato dal fatto che il TMM continua a rifiutare, nonostante i nostri costanti solleciti, l’inserimento delle persone suicidate dall’odio sociale, dagli ostacoli all’autodeterminazione e ai percorsi di affermazione di genere, o dalle resistenze da parte delle famiglie, giustificando il loro rifiuto con motivi tecnici e non per posizionamento politico. Le famiglie poi sono per la maggior parte poco preparate all’accoglienza in un sistema che ci considera fuori norma e quindi psichiatrizzabili e marginalizzabili, rendendoci costantemente vulnerabili ed esposte alla violenza e alle aggressioni nello spazio pubblico e privato. Basti pensare che nel nostro paese NON sono ancora considerate reato le cosiddette “terapie di riconversione”, in cui si cerca di convincere una persona a non essere quello che è, e le mutilazioni genitali su neonati intersex, tendenti a ricollocare in una imposizione di genere quei genitali che non corrispondono agli standard decisi. E noi persone trans e non binarie siamo ancora costrette a percorsi di affermazione di genere psichiatrizzanti che prescindono dall’autodeterminazione sui nostri corpi riconosciuta invece da molti paesi d’Europa e del mondo I dati dei suicidi o dei percorsi di vita fermati dal transodio vengono invece monitorati dall’osservatorio di NUDM dall’inizio del suo prezioso lavoro nel 2020. La morte per suicidio delle persone trans e non binarie è un omicidio sociale, di cui tuttə siamo complici e/o spettatorə e per questo ci riguarda, va nominata e monitorata così come fa l’osservatorio di NUDM. È una sconfitta di tutt e una vergogna per il sistema che ne è responsabile. E dobbiamo lavorare perché percorsi di educazione alla diversità, sportelli, sostegni, consultorie transfemministe e centri antiviolenza aperti a tutte le soggettività nascano e prolifichino come funghi in una rete in grado di sostenere chi vive quotidianamente una violenza cosi profonda e per cancellare alla radice la “cultura” (e mi fa fatica chiamarla tale) patricapitalista che sostiene questo sistema ormai marcio fin nelle radici più profonde, riuscendo a sopravvivere solo con genocidi, violenze e guerre. E nella giornata del TDOR non possiamo fermarci alla parola RICORDO e quella R finale dice anche RABBIA, RESISTENZA e RIVOLTA. Non c’è voglia di fare silenzio, ma di fare un gran rumore in questa giornata perchè non possiamo perdonare e non possiamo dimenticare Giorgio Marziani, 14 anni che il 6 gennaio è stato suicidato a Caserta da transodio, discriminazioni di genere e bullismo. Né vogliamo dimenticare Alexandra Garufi, 21 anni, tiktoker che ci ha lasciato il 19 marzo a Sesto San Giovanni, dopo aver vissuto violenze verbali continue sul suo profilo social. La Procura di Monza ha aperto un fascicolo di inchiesta per istigazione al suicidio riguardo alla morte di Alexandra, che raccontava online con coraggio e determinazione il percorso alla scoperta della propria identità di genere. E vogliamo ricordare qui Thiago Elar, tiktoker trans, 27 anni. “Cause naturali”, secondo la stampa nazionale che continua tra l’altro ad usare il suo dead name. Nei suoi video, condivideva la propria storia: un racconto fatto di sofferenze, ma anche di resistenza, battaglie più o meno silenziose e il desiderio di essere riconosciuto per quello che era. Un desiderio che spesso si è scontrato con un senso di invisibilità e negazione. Dai suoi racconti social è emerso un rapporto difficile con la famiglia, la stessa famiglia che pubblica il necrologio con il suo dead name uccidendo Thiago un’altra volta. “Sto qui da un anno e quattro mesi. Qui mi stanno accoppando. Io non ce la faccio più…”, aveva confidato in uno dei suoi ultimi video. Ma voglio parlare anche di Mirella Souza, 44 anni. Morta a Pisa il 14 agosto 2025 dopo un’iniezione di olio illegale iniettato dai cosiddetti bombaderos. Si tratta del silicone liquido industriale vietato in Italia dal 1993. Nel caso si arrivasse a un processo, l’associazione Consultorio Transgenere si costituirà parte civile perché per una persona trans l’adeguamento del corpo al genere in cui si identifica è vitale e, non avendo i soldi per farlo, costringe a scelte con conseguenze anche mortali. L’olio al silicone è purtroppo ancora molto diffuso in una parte della collettività trans* da parte di soggetti che vivono in condizioni di povertà, marginalizzazione e stigma sociale di cui le istituzioni non si fanno assolutamente carico. Vogliamo l’apertura delle case di accoglienza e delle case rifugio per le persone trans che stanno vivendo situazioni di violenza. Vogliamo accesso ai lavori, ai servizi, alla vita. Abbiamo il diritto ad una nuova legge basata su autodeterminazione e consenso informato perché la 164 è obsoleta, inadeguata e superata dai fatti. Vogliamo che le nostre elaborazioni siano accolte, assunte e non strumentalizzate per pulire le coscienze di altri movimenti: le nostre identità non sono beni di consumo, né tanto meno pubblicità gratuita. E non basta inserire nei documenti il nostro acronimo, per altro spesso ritagliato a seconda delle esigenze, per sentirsi alleat3. Siamo persone trans, non binarie e intersex. Le nostre bandiere rappresentano le nostre lotte e e non sono emblemi per la propaganda capitalista, egemone e coloniale. Autodeterminazione e liberazione per i corpi tutti! Ci vogliamo vivx e vogliamo tutto!
Siamo tutt3 Agripunk: firmiamo e fermiamo lo sfratto!
#AGRIPUNK NON SI SFRATTA #AGRIPUNKBENECOMUNE FIRMIAMO LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG Vuoi saperne di più? Ascolta il nostro audio … sentirai le voci di Mari e di tantx compa dell3 Reiett3, la collettiva transfemminista e antispecista di Pisa che insieme all’assemblea Corpi e Terra di NON unə di meno sostiene la campagna #Agripunknonsisfratta audio articolo Agripunk FIRMATE Ti ricordiamo anche che ci sono tanti altri modi per sostenere questa campagna per cui ti rimandiamo alla pagina INSTAGRAM e al sito di Agripunk
TRANSfemmINonda e QUEERzionario vi ..
salutano e vi dicono “A…risentirci” a presto con questa carrellata di puntate ragionata delle puntate del palinsesto ’24-’25 Abbiamo iniziato come ogni puntata, con il nostro grido di #Stopgenocidio. In questa puntata lo abbiamo fatto con il nostro saluto ad Handala, la seconda barca della freedom flotilla già in acque internazionali che sta cercando di […]
Il popolo MAPUCHE la terra la difende, non l’accende!
Urgente: Criminalizzazione del Popolo Mapuche in Argentina Chiamata alla solidarietà internazionale Abbiamo bisogno urgentemente dell’attenzione e dell’appoggio internazionale perché si visibilizzino le violazioni dei diritti umani che si stanno attualmente producendo contro il popolo mapuche nella patagonia, in argentina. In questi giorni enormi incendi hanno devastato migliaia di ettari di boschi e distrutto case. Le uniche persone che si sono mosse sono state quelle delle brigate comunitarie autorganizzate visto che il governo argentino non ha fatto nulla. Adesso, invece dell’appoggio queste stesse comunità si scontrano con una brutale repressione. Lo stato ha lanciato una campagna di criminalizzazione. contro il popolo mapuche e le persone volontarie del servizio di Vigilanza del Fuoco. (*) accusandol3, senza alcuna prova, di aver causato gli incendi. (*) i pompieri in Argentina sono volontari Cosa sta succedendo: video condiviso da Moira Millan, sottotitoli in italiano a cura di Patricia e Mari * Detenzioni e retate arbitrari: Molte comunità indigene, comprese persone anziane residenti, sono state oggetto di retate senza testimoni ufficiali. La polizia ha piazzato armi e materiali infiammabili nelle loro abitazioni per incolparle. ● Detenzioni in corso: Il pompiere volontario Nicolás Heredia è in carcere accusato di reati inventati con “prove” basate solo su testimoni non ufficiali. ● Persecuzione giudiziaria: Victoria Nuñez Fernandez, donna mapuche de Lof Pillán Mahuiza, è stata condannata a due mesi di custodia cautelare in carcere nonostante non esistano prove che la relazionino a reati. ● Militarizzazione e repressione: Le forze di sicurezza argentine, compresa la GEOP (Gruppo Speciale di Operazioni di Polizia antiterrorismo), si sono dispiegate per reprimere e intimidire le comunità indigene con azioni che ricordano le tattiche delle dittature militari del passato. Tutto questo fa parte di una strategia più ampia per screditare le persone delle comunità indigene che difendono la terra e per proteggere le industrie dell’estrattivismo a scapito dei diritti di chi su quelle terre vive. È ciò che abbiamo visto in Palestina, in Brasile e nel mondo intero, dove si accusano falsamente i popoli indigeni e oppressi di reati che non hanno commesso per giustificare la violenza dello Stato contro di loro. Abbiamo urgente bisogno di: ● Copertura mediatica internazionale per rendere evidente la persecuzione e le accuse fabbricate contro il popolo Mapuche. ● raccogliere adesioni internazionali di solidarietà per le irruzioni poliziesche e militari nella provincia di CHUBUT, ARGENTINA utilizzando questo modulo ● Pressione Legale e Politica da parte di organismi internazionali per esigere la liberazione delle persone detenute arbitrariamente e la fine della criminalizzazione della resistenza Indigena. Condividiamo questa informazione, diffondiamo nelle reti e spazi che attraversiamo, chiediamo giustizia. Il popolo Mapuche difende la sua terra, non la incendia. documentario sulla storia del popolo mapuche di Mari Casalucci, Valeria Patané, Ramon Gaete. Per favore, mettetevi in contatto se avete bisogno di altri particolari o se si desidera ampliare e approfondire questa urgente richiesta. Grazie per la vostra solidarietà Questo il comunicato che abbiamo tradotto e che data febbraio 2025 ma vogliamo ricordare quanto proprio la comunità del lof Paillan-Mahuiza ha fatto e proprio per rigenerare il bosco natio originario ed evitare gli incendi. Siamo assolutamente orgogliosi di aver partecipato alla campagna testimoniata da questo nostro articolo. Riferimenti e contatti: ● Moira millán ● XR Argentina ● Presentes Latam ● Sisas Medio ● Mujeres Indígenas ● Resumen Latinoamericano News about this: ● CELS – Criminalización de brigadistas y hostigamiento a comunidades indígenas ● Agencia Presentes – Violentos allanamientos a comunidades mapuche y a una radio comunitaria de Chubut ● ANRed – Actividades en todo el país contra los incendios y la criminalización de brigadistas y comunidades mapuche foto di copertina di Mari, settembre 2024 ************** RADIOSONAR.NET SI BASA SULL’AUTOFINANZIAMENTO. SE VUOI AIUTARCI A CONTINUARE A TRASMETTERE, PUOI EFFETTUARE UNA DONAZIONE ATTRAVERSO IL NOSTRO CONTOCORRENTE O PAYPAL  
María Galindo a Roma – Femminismo bastardo
NON SEI RIUSCITƏ AD ESSERE AL FORTE PRENESTINO PER PARTECIPARE AL PERFOINCONTRO CON MARÍA GALINDO? LO ABBIAMO REGISTRATO PER TE mariagalindo07022025 Femminismo Bastardo, il libro di María Galindo, tradotto da Roberta Granelli con la prefazione di Paul Preciado, pubblicato da Mimesis edizioni “Attraverso una scrittura “bastarda”, che unisce prosa e poesia, manifesto politico e articolo di giornale, María Galindo passa in rassegna le questioni fondamentali del femminismo dalla sua prospettiva anarchica e decoloniale. Secondo l’autrice le donne sudamericane hanno il dovere di riconoscersi come bastarde e di rifiutare il progetto dello stato coloniale del meticciato (mestizaje) che classifica, gerarchizza e tenta di nascondere la “ferita coloniale” che ancora sanguina. Galindo costruisce un archivio delle pratiche di disciplinamento del desiderio erotico disseminate nella cultura ecclesiastica, nelle istituzioni mediche e scolastiche, nel linguaggio politico e nella cultura popolare, sia quella folklorico-indigenista sia quella imperialista-spagnola-gringa. Con Mujeres Creando, il movimento femminista di guerriglia urbana non violenta da lei fondato, sviluppa un diagramma di pratiche di ribellione alla violenza che lei stessa chiama “depatriarcalizzazione”. In quest’ottica, il femminismo bastardo è un modo per posizionarsi – come fanno le riflessioni decoloniali – fuori da qualsiasi binarismo, sia quello di genere, quello tra Stato e popolazione indigena o quello tra vittima e carnefice.” dal sito di Mimesis Edizioni foto interno e copertina di Mari Casalucci, Forte Prenestino 7 febbraio 2025