Il porto crocieristico di Fiumicino, implicazioni per il sistema di mobilità di Roma
di Pietro Spirito
Il contributo di Pietro Spirito, economista dei trasporti, del consiglio
direttivo di Carteinregola, al Dossier mobilità Programmi, progetti, conflitti,
domande, proposte . In calce il suo intervento in video per la presentazione del
Dossier del 4 dicembre 2025.
Lo smarrimento delle politiche per la mobilità in una area metropolitana come
Roma si misura anche dalla incapacità di valutare le possibili ricadute che si
determinano se vengono realizzati progetti fuori dalla cinta muraria, che poi
determinano impatti assolutamente rilevanti.
Invece di prenderli in considerazione si rischia così di assistere nel silenzio
alla futura caduta di tegole in testa, ovviamente essendo a quel punto del tutto
incapaci di mettere in campo provvedimenti adeguati a governare una crescita
non imprevedibile, ma non governata, della mobilità.
I casi che si potrebbero prendere in considerazione per stigmatizzare questo
approccio sono molteplici, ma ne prenderemo in considerazione uno solo,
emblematico.
Il progetto del nuovo porto turistico-crocieristico di Fiumicino (Isola Sacra)
rappresenta un potenziale investimento privato rilevante, pari a circa 600
milioni di euro, con effetti rilevanti sul sistema di mobilità di Roma. Se
fosse realizzato questo nuovo porto crocieristico lungo la direttrice
occidentale verso il centro della città, si determinerebbe un forte aumento
della congestione. Ovviamente, per inquadrare la questione della mobilità,
bisogna inserirla nel contesto di questo progetto.
La presente analisi mette in evidenza i seguenti punti: (i) caratteristiche del
progetto e quadro; della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale); (ii) dinamiche
della domanda crocieristica e flussi di passeggeri; (iii) impatti attesi su
infrastrutture stradali e ferroviarie; (iv) effetti ambientali locali legati a
emissioni e congestione; (v) misure di mitigazione e raccomandazioni per una
governance integrata.
Negli ultimi mesi la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il
progetto è stata formalmente pubblicata e ha ricevuto pareri tecnici favorevoli
(con robuste condizioni), rendendo il tema attuale e operativo.
Il progetto prevede darsene per grandi navi crociera, funzioni ricettive e
commerciali e una concessione di lungo periodo[1]. Su quest’ultimo tema è
intervenuta l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato[2].
Non torniamo sulle molteplici e rilevanti questioni che rendono il progetto
critico per il sistema portuale nel suo insieme, al punto tale da ritenerlo non
solo inutile ma dannoso.
Stavolta ci soffermiamo sulle implicazioni per il sistema di mobilità dì Roma.
Basiamo le nostre osservazioni sulla analisi documentale (documentazione VIA[3],
controdeduzioni pubbliche), sulla revisione bibliografica e su studi empirici
di impatto crocieristico su città portuali (studio su big-data per congestione
urbana, case studies spagnoli e barcellonesi), ricorrendo anche ad una
valutazione qualitativa delle implicazioni per la rete di mobilità regionale
(tratte ferroviarie FL-1); ovviamente va presa in considerazione la connettività
stradale Isola Sacra–Roma: il carico aggiuntivo rispetto ad una direttrice
stradale già oggi oltre le soglie tollerabili del traffico sarebbe oltre il
limite soglia della tollerabilità.
Fonti ufficiali dei traffici portuali sono state utilizzate per dimensionare i
flussi attuali.
Le infrastrutture previste richiedono imponenti opere di dragaggio per
realizzare banchine per navi di grande stazza. L’articolazione del progetto
consiste anche in una marina, hotel e aree commerciali. Nella valutazione della
mobilità generata non va solo considerata l’approdo crocieristici ma l’insieme
delle funzioni turistiche comprese nel progetto.
La documentazione VIA comporta studi su erosione costiera, qualità delle acque
e analisi dei flussi di traffico generati dall’attività crocieristica, anche con
uno studio di impatto trasportistico allegato alla VIA.
Il Lazio si conferma una regione crocieristica trainante (record passeggeri 2024
e alta densità di accosti). Soprattutto per le caratteristiche di Roma, un
approdo crocieristico prende le caratteristiche di home port, vale a dire di
scalo per la partenza e l’arrivo delle crociere. Questo schema prevede la
presenza dei turisti non solo per il giorno della partenza, ma per altri
segmenti di permanenza, in arrivo e partenza. Di conseguenza, il tasso di
mobilità cresce ulteriormente. L’attivazione di un nuovo terminal a Fiumicino
avverrebbe certamente in presenza di un numero complessivo di sbarchi/imbarchi
nella regione in aumento. Riconfigurare la distribuzione dei passeggeri tra
Civitavecchia e Fiumicino non è neutrale per le ricadute sulla mobilità per
Roma.
La identificazione di un secondo molo crocieristico pone tutta una serie di
implicazioni problematiche sulla articolazione complessiva del sistema di
offerta.
Studi su altre città mostrano che le attività crocieristiche generano picchi
giornalieri che si traducono in incrementi significativi del traffico urbano
(es.: aumento stimato di congestione fino al ~12%, circa il 12%).
Questa valutazione è condotta da studi che usano big-data. Tale valore è utile
come ordine di grandezza per la valutazione di impatto trasportistico.
I flussi di autobus turistici, navette dedicate e veicoli privati diretti al
porto possono concentrare pressioni sulla viabilità di Isola Sacra e sulle
direttrici verso Roma (A91, via della Scafa, via Portuense).
L’effetto di spill-over può aggravare la congestione su nodi urbani e parcheggi
di scambio in prossimità della Capitale.
Qualche misura di attenuazione della congestione si può mettere in campo, ma va
programmata e finanziata per tempo. E le risorse che servono sono almeno pari ai
costo dell’investimento per la costruzione del porto.
Si può determinare un significativo incremento della domanda passeggeri sulla
FL-1 che potrebbe giustificare corse dedicate e potenziamento delle frequenze
(shuttle ferroviari per coincidere con sbarchi/imbarchi).
La capacità attuale e la dotazione infrastrutturale (numero di binari, stazioni
di interscambio, spazi per parcheggio) richiedono investimenti e accordi
contrattuali tra infrastrutture ferroviarie e gestore portuale.
La documentazione VIA contiene ipotesi di spostamento modale che necessitano una
verifica empirica.
Poi c’è ovviamente la questione dell’impatto sull’ambiente., che non riguarda
solo il fronte del porto.
Le navi a motore tradizionale e i movimenti veicolari generano emissioni locali
molto consistenti (NO₂, PM, SO₂). La letteratura indica che, senza misure di
elettrificazione e navette pulite, i porti crocieristici possono creare
concentrazioni puntuali di inquinanti. Le normative UE e le esperienze (es.
Barcellona) mostrano la strada verso shore-power e limitazioni strutturate.
Nei documenti di progetto, come accade sempre in casi come questi, sono citati
effetti positivi, con la creazione di posti di lavoro, opportunità di sviluppo
turistico locale e rigenerazione urbana se integrate con politiche pubbliche.
Di converso sono evidenti, e non richiedono dimostrazione, conflitti con i porti
esistenti (in particolare Civitavecchia).
Al progetto si è determinata opposizione locale per impatti paesaggistici e
ambientali, oltre che rischi di sovra-concentrazione turistica in alcune aree
della città.
Sulla base di quanto abbiano ricostruito, andrebbe definito un Piano di mobilità
integrato crociera–città. Significa definire obblighi contrattuali per il
gestore del porto su percentuali minime di passeggeri trasportati con mezzi
collettivi (treno/navetta elettrica) e su orari di sbarchi differenziati per
distribuire domanda.
È in ogni caso necessario potenziare FL-1 e creare hub intermodale: stazione di
interscambio dedicata, parcheggi di scambio, corsie preferenziali per navette
crociera.
Va poi realizzata la elettrificazione delle banchine e lo shore-power[4]:
obbligo progressivo di connessione alle banchine per ridurre emissioni locali;
incentivi a navi compatibili e infrastrutture di ricarica per navette elettriche
(prassi già adottata in porti UE).
È indispensabile il monitoraggio ambientale con un osservatorio mobilità:
KPI[5] obbligatori nel contratto di concessione (emissioni, % passeggeri in
TPL, tempi medi di trasferimento verso Roma).
Invece, di tale questione di occupano solo le associazioni che di sono
mobilitate contro il progetto del porto crocieristico di Fiumicino.
Nell’orizzonte della pianificazione dell’area metropolitana di Roma non si trova
traccia di tale questione. Le tegole si avvicinano implacabilmente.
Se si decidesse, non auspicabilmente, di procedere comunque verso la
realizzazione del porto crocieristico, sono necessari tavoli di concertazione
con Comune di Fiumicino, Città Metropolitana di Roma, AdSP (Autorità di Sistema
Portuale) e comunità locali per misure di compensazione ambientale e sociale.
Le esperienze internazionali possono offrite spunti dai quali partire per
minimizzare almeno i danni potenziali. Città come Barcellona hanno già limitato
capacità crocieristica e potenziato shore-power e restrizioni di accesso per
gestire l‘overtourism.
Questo percorso fornisce un benchmark per politiche preventive e limiti
strutturali alla crescita incontrollata.
Studi empirici sull’impatto crociere (uso di big-data) mostrano che i picchi
giornalieri sono gestibili solo con infrastrutture di trasporto collettivo
dedicate e con politiche di regolazione del flusso.
Il progetto del porto crocieristico di Fiumicino presenta rischi rilevanti per
la mobilità e l’ambiente se non accompagnato da: investimenti in ferrovia e
intermodalità, misure di elettrificazione, governance territoriale e obblighi
contrattuali vincolanti sul trasporto collettivo.
Il modello ottimale è un’integrazione stretta tra investitore privato, autorità
portuale e amministrazioni locali per evitare congestione urbana, ridurre
emissioni e massimizzare i benefici socio-economici. Di tutto ciò non si parla.
Quando si comincerà a farlo sarà tropo tardi.
—
Riferimenti bibliografici (documenti e studi citati)
Documentazione procedura VIA — Progetto per la realizzazione del Porto
turistico-crocieristico di Fiumicino (Ministero / piattaforma VIA).
Comunicati e notizie sul via libera alla VIA e dettagli di progetto (Shipping
Italy; Cruisetermint; ANSA; Il Faro).
Dati traffici portuali AdSP: traffici Porto di Fiumicino (2024, 2025).
vedi anche, nella prima parte del Dossier Le città metropolitane e il nodo della
mobilità di PietroSpirito Vai alla prima parte del Dossier
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vai a Progetto Porto turistico crocieristico di Fiumicino cronologia materiali
5 dicembre 2025
Per osservazioni e precisazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com
NOTE
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[1] Vedi Progetto Porto turistico – crocieristico di Fiumicino – cronologia e
materiali https://www.carteinregola.it/idossier-2/progetto-porto-della-concordia-di-fiumicino-cronologia-e-materiali/
[2] L’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nella seduta del 14
gennaio 2025 ha formulato alcune osservazioni in merito al procedimento VIA
relativo al progetto del Porto turistico crocieristico di Fiumicino scarica
l’estratto del Bollettino 4/2025 del 03/02/2025 pag. 33
[3] Vedi il sito del MITE con la documentazione della VIA
[4] Lo “shore power”, noto anche come “cold ironing”, è il sistema di
alimentazione elettrica da banchina che consente alle navi attraccate di
collegarsi alla rete elettrica a terra, permettendo così di spegnere i motori
ausiliari.
[5] Key Performance Indicator, Indicatore Chiave di Prestazione
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