Giustizia per Pamela, Roxana e Andrea, assassinate crudelmente per essere lesbiche
Il movimento Ni una menos in Argentina si è ritrovato in piazza per la
manifestazione del 3 giugno, una manifestazione che dal 2015 porta in piazza il
movimento per ricordare femminicidi e transcidi.
Quest’anno la chiamata era rafforzata dalla lotta contro il governo fascista,
omolesbotransodiante e razzista che promuove politiche di fame e di povertà. Un
governo che ha attaccato in forma esplicita il movimento transfemminista
eliminando il ministero delle politiche di genere e accentuando i discorsi di
odio verso le diversità e la dissidenza di genere.
I femminicidi, i transcidi, i lesbicidi e i travesticidi sono la punta
dell’iceberg di multiple forme di violenza che sono radicate in una società con
grandi disparità di genere. I diritti conquistati con le leggi approvate e le
scelte istituzionali degli anni e governi precedenti sono ora minacciati e sono
stati sicuramente più avanzati rispetto a quello che succede nelle case dove le
persone socializzate come donne lavorano ancora il doppio degli uomini nel
lavoro di cura. L’Argentina è l’ultimo paese in america per numero di permessi
di paternità: solo due giorni a fligliu. Ma quello che grave è che il governo di
Milei continui a negare l’esistenza di un problema e metta in discussione tutto
il cammino fatto fino ad ora in questo paese che ha le leggi più avanzate a
livello mondiale rispetto a percorsi di affermazione di genere, aborto, cambi di
nome anagrafici, diritto di famiglia, etc.
Milei era fra gli ospiti del megaincontro organizzato da Vox il 18 maggio scorso
in Spagna insieme ai peggiori rappresentanti della destra europea. Non mancava
infatti Giorgia Meloni, che è intervenuta in videoconferenza, la leader del
partito francese Rassemblement National, Marine Le Pen, André Ventura presidente
del partito portoghese Chega che significa “Basta”, l’ex primo ministro polacco
di Diritto e Giustizia Mateusz Morawiecki, il primo ministro ungherese Viktor
Orbán.
I discorsi di odio legittimati dai governi e amplificati dai media ci uccidono
in ogni parte del mondo! E le violenze continuano a crescere in un contesto di
crescente precarietà.
I femminicidi non sono diminuiti in Argentina. Se ne registra 1 ogni 35 ore.
2500 negli ultimi 10 anni e tutti per mano di ex, o di mariti, amanti,
conviventi. “Ammazzano uomini come ammazzano donne”, ha detto la deputata Lilia
Lemoine in una intervista per sminuire la forza delle affermazioni del movimento
femminista.
La prima manifestazione di Ni una menos fu per l’assassinio di Chiara Páez
uccisa dal fidanzato a soli 14 anni. Quest’anno il caso che più ha risuonato
nella marcia è stato il triplice femminicidio di Pamela Cobbas, Roxana Figueroa
e Andrea Amarante.
La mattina di lunedì 6 maggio nel quartiere Barracas di Buenos Aires un
“conventillo” è stato lo scenario di un episodio di LESBodio per mano di un uomo
che abitava nello stesso edificio: ha lanciato due bombe molotov contro la
stanza delle sue vicine lesbiche, che aveva già precedentemente molestato.
Nell’abitazione c’erano quattro donne, una di queste incinta, che sono state
ricoverate con ustioni gravissime. Pamela Cobos ha perso la vita nello stesso
giorno mentre Roxana e Andrea Amarante sono morte nei giorni successivi.
“Vogliamo giustizia per Pamela, Roxana y Andrea, assassinate crudelmente per
essere lesbiche” hanno scritto le associazioni che hanno convocato la marcia del
3 giugno in un comunicato che è stato letto davanti alla sede del governo a
Buenos Aires. “Affermiamo che i discorsi di odio promossi dal massimo
rappresentante del governo – continua il comunicato – portano a una società che
attua di conseguenza. Indichiamo quindi il presidente come responsabile del
fatto che gli attacchi alla comunità LGBTIQ+ sono aumentati fino a raggiungere
la loro massima espressione”.
Le persone hanno chiesto un intervento urgente di riparazione per Sofía Castro
Riglos, l’unica sopravvissuta a quello che è conosciuto come il massacro di
Barracas. Prima aveva poco, ma ora ha solo la solidarietà e il sostegno
collettivo. Ha perso le sue amiche Pamela, Roxana e Andrea e tutte le sue cose
nello stesso momento, nello stesso attacco assassino. Il percorso sarà lungo e
per questo è stata aperta una raccolta fondi per accompagnare Sofia. Non
possiamo che aiutarla a ricostruire un luogo dove vivere e ricostruire
relazioni.
Per trasparenza la comunità di “lesbiche autoconvocate” ha deciso di utilizzare
il conto corrente di Ni UNA MENOS CBU 1910027855002701341732 numero di conto
191027013417/3 intestato a ACIVIL.NIUNA.MENOS CAUSALE “lesbianas”
¡BASTA DE LGBTIQODIO!
#EstoNoEsLibertad #JusticiaporRoxana
#JusticiaporPamela #JusticiaporAndrea
#EstadoesResponsable
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L'articolo Giustizia per Pamela, Roxana e Andrea, assassinate crudelmente per
essere lesbiche proviene da Osservatorio nazionale NUDM.