Donne d’Eritrea al centro del cambiamento
Nei mercati di Asmara e nei villaggi rurali, le donne eritree reggono l’economia
familiare tra agricoltura, artigianato e cura domestica. Un progetto di
cooperazione internazionale offre formazione e strumenti per trasformare
resilienza in autonomia, aprendo nuove opportunità di lavoro dignitoso,
inclusione sociale ed empowerment femminile.
In Eritrea il lavoro delle donne è molto più di una necessità economica: è un
atto quotidiano di resilienza, di costruzione del futuro e di partecipazione
silenziosa allo sviluppo del Paese. Nei mercati di Asmara, nei villaggi rurali
del Gash Barka e nelle regioni montuose del nord, le donne sono protagoniste
della sopravvivenza delle famiglie, combinando la cura dei figli e della casa,
con il lavoro nei campi, le attività artigianali di piccolo commercio e
l’allevamento di animali.
Le testimonianze raccolte restituiscono un quadro complesso: da un lato la
fierezza di contribuire al benessere della comunità, dall’altro la
consapevolezza delle difficoltà legate alla mancanza di strumenti, di formazione
e di accesso a opportunità lavorative, dignitose e stabili.
La trasmissione di competenze e l’accesso a percorsi di formazione professionale
diventano quindi leve fondamentali per garantire sicurezza alimentare e nuove
prospettive occupazionali. Allo stesso tempo, la formazione diventa anche uno
strumento di empowerment che rafforza la consapevolezza dei propri diritti e che
favorisce una partecipazione più attiva e inclusiva ai processi di cambiamento.
Questo concetto diventa ancora più fondamentale per le donne, maggiormente
escluse dalle opportunità educative e formative e quindi dal mondo del lavoro,
in particolare per coloro che fanno parte del 75% della popolazione del Paese
che vive in zone rurali, lontane dalla capitale Asmara.
È in questo contesto che si inserisce il progetto di cooperazione internazionale
“Miglioramento della sicurezza alimentare e dell’accesso al mercato del lavoro
in Eritrea”, promosso da Nexus Emilia Romagna ETS con l’obiettivo di migliorare
le condizioni di inclusione socio-economica delle fasce di popolazione più
vulnerabili.
Attraverso interventi di formazione tecnico-professionale e dotazione di
materiali, il progetto intende migliorare la sicurezza alimentare, la
consapevolezza e la possibilità di lavoro dignitoso per le persone più
vulnerabili e residenti nelle aree rurali del Paese, con un’attenzione
particolare a donne, giovani e persone con disabilità.
l progetto pone grande enfasi sulla parità di genere e sull’inclusione
sociale. La maggioranza dei beneficiari dei corsi di formazione professionale
sono donne, in particolare provenienti da piccoli villaggi rurali. Donne con
voglia di apprendere e avere alternative per il futuro che non siano solo la
cura dei figli e della casa: un desiderio di empowerment economico che va oltre
al desiderio di inclusione sociale.
Le attività formative pratiche e teoriche sono state pensate per creare
prospettive professionali concrete per chi in genere è escluso da tali
opportunità. I moduli proposti garantiscono loro l’acquisizione delle competenze
necessarie per l’accesso al mondo del lavoro e per raggiungere un’autonomia
economica.
Una beneficiaria del progetto ha raccontato quanto sia difficile conciliare vita
lavorativa e familiare in un contesto che richiede forza, sacrificio e una
costante capacità di adattamento. Grazie al corso di formazione in cucina ha
trovato lavoro in una mensa dotata di asilo, che le permette di lavorare e
contemporaneamente accudire il figlio.
Altre beneficiarie, impegnate in attività agricole informali, hanno sottolineato
come spesso il loro contributo non venga riconosciuto come “lavoro vero e
proprio”, pur rappresentando una parte essenziale del reddito familiare. Una
giovane donna, che ha partecipato al corso di formazione in agricoltura, ha
trasformato il suo campo in una fonte affidabile di cibo per la sua famiglia e
riesce a vendere l’eccedenza al mercato locale; ha raccontato che questo nuovo
lavoro le ha permesso non solo di guadagnare un reddito che prima non aveva, ma
anche di rivendicare diritti e riconoscimento sociale. Inoltre, la
partecipazione al corso le ha permesso di conoscere altre donne, confrontarsi e
scambiare idee.
Queste testimonianze mettono in luce il cuore della questione: in Eritrea, come
in molti altri Paesi del mondo, il lavoro femminile è imprescindibile, ma resta
ancora fragile e necessita tutele.
Il progetto si inserisce nel percorso intrapreso dall’Eritrea nel 1995 con la
ratifica della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione
contro le donne (CEDAW) che, pur complesso, sta aprendo nuovi spazi di
partecipazione femminile.
Uno degli attori principali di questo processo, e partner del progetto, è NCEW
(National Confederation of Eritrean Workers), l’organizzazione sindacale nata
ufficialmente nel 1994, ma con radici che affondano nella lunga storia del
movimento operaio eritreo. La parità di genere è uno degli ambiti fondamentali
del lavoro sindacale: NCEW promuove momenti di formazione, sensibilizzazione e
iniziative volte a prevenire discriminazioni, molestie e violenze. Attraverso
corsi, seminari e programmi di empowerment, l’organizzazione fornisce strumenti
concreti alle lavoratrici per accedere a differenti opportunità professionali e,
quindi, contribuire attivamente alla vita sociale ed economica del Paese.
La parità di genere – insieme ad altri temi cruciali, quali lavoro dignitoso,
salute e sicurezza sul lavoro – è stata inoltre al centro della campagna di
advocacy, promossa nell’ambito del progetto e portata avanti da NCEW, che ha
raggiunto un ampio pubblico attraverso incontri e iniziative comunitarie.
Una tematica trasversale a tutto il progetto è la salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro. Tutte le attività formative prevedono infatti un modulo di base sugli
aspetti principali in materia, tra cui la prevenzione di rischi e infortuni. Il
progetto prevede inoltre la realizzazione di un percorso formativo specifico su
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La formazione è organizzata da esperti
dei sindacati italiani ed è rivolta a persone appartenenti a unità sindacali di
base; è prevista anche la distribuzione di dispositivi di protezione individuale
e di toolkit di diversa natura per poter replicare la formazione a cascata nei
luoghi di lavoro.
L’attenzione alle questioni di genere, alle disabilità e alla sicurezza nei
luoghi di lavoro dimostra come l’iniziativa stia andando oltre l’obiettivo
immediato della sicurezza alimentare, ponendo le basi per un cambiamento
strutturale, in grado di incidere nel lungo periodo sulle dinamiche del mercato
del lavoro in Eritrea.
In un Paese complesso come l’Eritrea, dove la memoria della lotta per la libertà
si intreccia con le sfide dello sviluppo contemporaneo, il lavoro femminile e
giovanile diventa non solo un mezzo di sostentamento, ma anche uno strumento di
emancipazione e coesione sociale. E proprio qui, nelle storie delle donne e
nella capacità di valorizzarne il contributo, si intravede la speranza di un
futuro più giusto, stabile e sostenibile.
Medeber, Asmara, Eritrea
Lavoro, diritti e inclusione
Il progetto “Miglioramento della sicurezza alimentare e dell’accesso al mercato
del lavoro in Eritrea” (AID 012848/01/0)intende promuovere lo sviluppo
sostenibile attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro e
l’integrazione socio-economica di gruppi vulnerabili, con un’attenzione
particolare a donne, giovani e persone con disabilità. Finanziato dall’Agenzia
Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – sede di Addis Abeba, è
realizzato da Nexus Emilia Romagna ETS con Progetto Sud ETS e ISCOS e il partner
locale NCEW, in collaborazione con CGIL, CISL e UIL.
Nexus Emilia Romagna ETS
Per sostenere Nexus Emilia Romagna ETS
Codice Fiscale: 92036270376
Via Marconi 69, 40122 Bologna
Tel.: 051 294775
Sito: www.nexusemiliaromagna.org
Email: er.nexus@er.cgil.it
Iban: IT85 O053 8702
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