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Non è solo umanitarismo: la Palestina come questione politica globale
Nei giorni della partenza della Global Sumud Flottilla[i] assistiamo, finalmente diremmo, alla rottura nel mainstream di una cappa insopportabile che da decenni difendeva lo Stato di Israele da tutte le sue malefatte. Non ci accostiamo a coloro che criticano questa operazione come un mero tentativo da parte dell’opinione pubblica occidentale […] L'articolo Non è solo umanitarismo: la Palestina come questione politica globale su Contropiano.
Fermiamo la barbarie, flash mob al Ponte di ferro a Sesto Calende
Sabato 6 settembre alle 18 il Punt da Féer, il ponte di ferro sul Sempione che collega Sesto Calende con Castelletto Ticino, in Piemonte, diventerà il punto di ritrovo per chi vuole esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. L’appuntamento, sostenuto dalla CGIL, aderisce alla campagna internazionale Global Sumud Flotilla, che riunisce associazioni, sindacati e movimenti pacifisti di tutto il mondo. Il flash mob sarà un momento simbolico: l’immagine del ponte, sospeso tra due sponde, diventa il luogo scelto per unire idealmente due terre. Con cartelli, bandiere e presìdi silenziosi, i partecipanti intendono portare l’attenzione sull’urgenza di un cessate il fuoco e sull’invio di aiuti umanitari per una crisi che continua a colpire civili, famiglie e bambini. Redazione Varese
Emergency si unisce alla Global Sumud Flotilla con la Life Support
Emergency si unirà alla Global Sumud Flotilla in rotta verso Gaza con la Life Support, la sua nave di ricerca e soccorso. La Life Support avrà il ruolo di osservatore e offrirà supporto medico e logistico alle imbarcazioni partecipanti. La nave salperà da Catania insieme alle barche della delegazione italiana. “Quello che accade nella Striscia di Gaza da quasi due anni è inaccettabile. Il nostro staff, che lavora nella Striscia in due centri sanitari nel governatorato di Khan Younis, racconta una situazione gravissima, mai vista prima” dichiara Emergency. “Mentre l’esercito israeliano bombarda senza sosta la popolazione civile, già provata da continui ordini di evacuazione, da cinque mesi sono bloccati gli aiuti necessari ad assicurare una minima assistenza alla popolazione. Oltre a subire continui bombardamenti ed evacuazioni, almeno 500.000 persone vivono in condizione di insicurezza alimentare catastrofica. Le Nazioni Unite hanno già dichiarato lo stato di carestia nel governatorato di Gaza e il rischio che si espanda nei territori vicini. Mentre i nostri governi non sono stati in grado di adottare nessun provvedimento per bloccare una situazione che degenera di giorno in giorno, i cittadini non si rassegnano a stare a guardare.”  Per questo motivo la Life Support di Emergency ha deciso di salpare con la Global Sumud Flotilla, una missione marittima nonviolenta composta dalle delegazioni di 44 Paesi diversi con l’obiettivo di portare aiuti all’interno della Striscia, aprire un corridoio umanitario via mare e denunciare l’inazione di governi e istituzioni. Le imbarcazioni che partecipano alla Global Sumud Flotilla non trasportano soltanto aiuti umanitari, ma un messaggio inequivocabile: quando un governo blocca gli aiuti umanitari, commettendo un crimine di guerra, le persone hanno il diritto e il dovere di agire direttamente in modo nonviolento. La Life Support ha appena concluso la sua 36/a missione SAR nel Mediterraneo Centrale. Dal dicembre del 2022 a oggi, la Life Support ha soccorso un totale di 3001 persone.       Emergency
Richiesta di aiuto per il terremoto in Afghanistan
Il cuore si spezza nel raccontarvi la tragedia che si sta consumando nelle province afgane di Kunar e Nangarhar. Dopo il terribile terremoto che ha raso al suolo interi villaggi, si contano oltre 1500 vite spezzate e più di 2500 feriti, tra cui innocenti bambini e donne. Le immagini di dolore sono strazianti: lacrime che si mescolano alla polvere, famiglie distrutte dal lutto, sopravvissuti intrappolati sotto le macerie, ancora in attesa di un aiuto che potrebbe arrivare troppo tardi. L’associazione FAWN, insieme alle altre organizzazioni locali, è sul campo, cercando disperatamente di salvare chi si può, di asciugare quelle lacrime e di scavare tra le macerie per trovare ancora qualche anima da salvare. Ma il bisogno è immenso, e il tempo è contro di noi. Tanti sono ancora intrappolati, tanti altri hanno perso tutto, e le ferite, visibili e invisibili, sono profonde. In questo momento di immensa sofferenza, abbiamo urgente bisogno del vostro aiuto. Una piccola donazione può fare la differenza tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione. Vi chiediamo di unirvi a noi, di tendere una mano a chi non ha più niente, di diventare parte di questa lotta per la vita. Aiutateci a salvare vite, a portare conforto e speranza in un momento di dolore inimmaginabile. Perché anche nel buio più profondo, la luce della solidarietà può fare la differenza. Vi ringraziamo con tutto il cuore. https://www.gofundme.com/f/aiutaci-ora-la-speranza-ha-bisogno-di-te?utm_campaign=man_sharesheet_dash&utm_medium=customer&utm_source=copy_link&lang=it_IT&attribution_id=sl%3Abbd33f15-2835-4b84-8088-bd10ae10d10a Walimohammad Atai
Parte la Global Sumud Flotilla, iniziativa pacifica ma di lotta
Cinquantamila persone hanno accompagnato – a Genova – la partenza della flotta italiana della Sumud Flotilla, diretta verso Gaza con aiuti e solidarietà per la popolazione stremata dal genocidio in corso. Al Porto Antico erano pronte quattro imbarcazioni a vela con quattro delle 45 tonnellate di aiuti umanitari che verranno […] L'articolo Parte la Global Sumud Flotilla, iniziativa pacifica ma di lotta su Contropiano.
Da Zerocalcare a Barbero e i Subsonica: si moltiplicano i video a sostegno della missione a Gaza di Global Sumud Flottilla
Interrompere l’isolamento di Gaza, spezzare l’assedio che da 20 mesi sta riducendo l’intera popolazione allo stremo, mettere fine al blocco navale imposto e consegnare aiuti umanitari. Sono questi gli obiettivi alla base della missione di Global Sumud Flottilla, un’iniziativa nonviolenta che parte dal basso e coinvolge attivisti, medici, artisti, giuristi, religiosi e marinai di tutto il mondo. Tra le personalità che hanno aderito sono presenti Greta Thumberg e Susan Saradon. Il 31 agosto decine di imbarcazioni salperanno da Barcellona. La seconda partenza avverrà da Tunisi il 4 settembre. “Da 18 anni Gaza è sottoposta a un assedio illegale via mare, terra e aria. La nostra risposta sarà una flotta di barche cariche di aiuti umanitari che, in azione simultanea, tenteranno di rompere il blocco con un’azione diretta e nonviolenta per aprire un corridoio umanitario. Una missione concreta, solidale e soprattutto urgente”, scrivono gli organizzatori. ACCENDERE I RIFLETTORI SULLA MISSIONE In questi giorni, si moltiplicano i video social di personaggi celebri a supporto della missione, brevi clip per accendere i riflettori su quanto verrà messo in piedi e garantire maggiore attenzione e conseguente tutela in caso di pericolo o di ipotetici attacchi. Tra le personalità intervenute: i Subsonica, Zerocalcare, Alessandro Barbero, Anna Foglietta, Marco Bocci, Le Coliche, Alessandro Gassmann, Frankie Nrg-Mc, Claudio Santamaria, Alessandro Di Battista, Giovanni Storti, Gemitaiz, Shade, i Patagarri ed Elena Sofia Ricci. Di seguito qualche video. I restanti sono sulla pagina Instagram Global Sumud Flottilla Italia. “Sumud è una parola araba, vuol dire resilienza, capacità di resistere e di tenere duro, di sopportare tutto”, dice il professor Barbero nel suo video. Si può contribuire donando a questo link. Agenzia DIRE
Guterres: la presa militare di Gaza da parte di Israele segnerebbe “una pericolosa escalation”
Il Segretario generale delle Nazioni Unite  António  Guterres ha espresso profonda preoccupazione per la decisione di Israele di “prendere il controllo della città di Gaza”, ha affermato il suo portavoce in una dichiarazione rilasciata venerdì.  L’annuncio fatto dopo una riunione del governo israeliano ” segna una pericolosa escalation e rischia di aggravare le già catastrofiche conseguenze per milioni di palestinesi e potrebbe mettere ulteriormente a repentaglio altre vite, comprese quelle degli ostaggi rimasti “, ha affermato. Nella  dichiarazione  si sottolinea che i palestinesi di Gaza continuano a subire una catastrofe umanitaria di proporzioni orribili. Più sfollamenti, morte e distruzione Il capo delle Nazioni Unite ha avvertito che questa ulteriore escalation provocherà ulteriori sfollamenti forzati, uccisioni e distruzioni di massa, aggravando le inimmaginabili sofferenze della popolazione. Ha ribadito il suo  appello urgente per un cessate il fuoco permanente, un accesso umanitario senza ostacoli in tutta Gaza e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. “Il Segretario generale esorta ancora una volta con forza il governo di Israele a rispettare i propri obblighi derivanti dal diritto internazionale”, prosegue la dichiarazione. Porre fine all’occupazione Guterres ha ricordato che in un parere consultivo dello scorso luglio, la  Corte internazionale di giustizia   ha dichiarato che Israele ha l’obbligo di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni dal territorio palestinese occupato e di porre fine alla loro presenza illegale il più rapidamente possibile. “Non ci sarà una soluzione sostenibile a questo conflitto senza la fine di questa occupazione illegale e il raggiungimento di una soluzione praticabile a due Stati”, conclude la dichiarazione, sottolineando che “Gaza è e deve rimanere parte integrante di uno Stato palestinese”. Riunione del Consiglio di sicurezza In seguito a quanto accaduto, l’osservatore permanente per la Palestina, Riyad Mansour, ha tenuto delle consultazioni con il presidente del  Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite  a New York. “Questa escalation da parte del governo israeliano è in totale contraddizione con la volontà della comunità internazionale, con il diritto internazionale e con il buon senso e, oserei dire, contro la volontà della maggioranza della popolazione in Israele, come dimostrano i sondaggi d’opinione”, ha dichiarato ai giornalisti presso la sede delle Nazioni Unite. Il Consiglio di sicurezza si  riunirà domenica mattina  in sessione d’urgenza per discutere della crisi. Gli aiuti insufficienti sono ancora un problema Nel frattempo, i civili continuano a essere uccisi e feriti a Gaza, dove anche compiti basilari come trovare cibo e acqua sono diventati impossibili, ha affermato l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ( OCHA ) in  un aggiornamento . Inoltre, gli aiuti che arrivano nella Striscia continuano a essere ben al di sotto del minimo necessario per far fronte alle immense necessità. Scarsità e “prezzi esorbitanti” “Dall’ingresso di alcuni camion commerciali a Gaza negli ultimi giorni, i partner hanno segnalato una lieve riduzione dei prezzi delle materie prime a partire da ieri.  La maggior parte dei prodotti alimentari rimane scarsa sul mercato e venduta a prezzi esorbitanti “, ha affermato l’OCHA. Allo stesso tempo, i lanci aerei in diverse parti di Gaza continuano a uccidere e ferire persone, con un bambino che avrebbe perso la vita giovedì a Khan Younis. Pur accogliendo con favore tutti gli sforzi per fornire gli aiuti disperatamente necessari, l’OCHA ha ribadito che il modo più efficiente per portare i rifornimenti a Gaza è via terra. ” È fondamentale che gli aiuti possano entrare attraverso tutti i valichi e tutti i corridoi disponibili, in modo che le Nazioni Unite e i suoi partner possano distribuirli su larga scala, in modo sicuro e dignitoso,  attraverso i loro meccanismi basati sulla comunità, raggiungendo i più vulnerabili”, ha affermato l’agenzia. forte ondata di calore L’OCHA ha aggiunto che la regione è stata colpita da una grave ondata di calore e che le persone continuano ad avere difficoltà ad accedere all’acqua. Giovedì, le associazioni umanitarie hanno riferito che la linea elettrica dell’impianto di desalinizzazione di Gaza meridionale è stata danneggiata per la terza volta negli ultimi sette giorni e che l’impianto sta funzionando a meno del 14% della sua capacità. Traduzione in italiano: Olivier Turquet UN News Centre
Gaza, Rapporto MSF: “Nei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation uccisioni deliberate e disumanità: devono essere chiusi”
A Gaza, nei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) sono in corso violenze mirate e indiscriminate da parte delle forze israeliane e dei contractor americani contro la popolazione palestinese costretta alla fame. È quanto emerge dall’analisi dei dati medici e delle testimonianze di pazienti e personale sanitario nelle cliniche di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Al-Mawasi e Al-Attar, pubblicati nel nuovo rapporto di MSF “Non sono aiuti umanitari ma uccisioni orchestrate” (PDF in inglese e scheda in italiano). “I centri di distribuzione gestiti dalla GHF, e sostenuti dal governo degli Stati Uniti, sono diventati una trappola mortale. Chiediamo che questo sistema letale venga immediatamente smantellato e sostituito con un meccanismo indipendente di distribuzione degli aiuti umanitari, sotto il coordinamento delle Nazioni Unite” afferma Monica Minardi, presidente di MSF. “Ci appelliamo al governo italiano e al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani affinché questa inaccettabile situazione sia affrontata con determinazione nei rapporti diplomatici con il governo israeliano, richiedendo l’urgente ripristino di un sistema di distribuzione degli aiuti realmente volto a soccorrere, e non a massacrare, la popolazione civile”. In sette settimane, tra il 7 giugno e il 24 luglio 2025, 1.380 feriti – tra cui 28 morti – sono arrivati nelle cliniche di MSF di Al-Mawasi e Al-Attar, nel sud di Gaza e vicine ai siti della GHF. Tra loro anche 71 bambini con ferite da arma da fuoco, di cui 25 avevano meno di 15 anni. C’erano anche un bambino di 12 anni colpito da un proiettile all’addome, e 5 bambine – tra cui una di soli 8 anni con una ferita da arma da fuoco al torace. Non avendo alternative per procurarsi il cibo, le famiglie spesso sono costrette a mandare bambini e ragazzi essendo gli unici della famiglia fisicamente in grado di affrontare il viaggio. “Bambini colpiti al petto mentre cercano di procurarsi del cibo, persone schiacciate o soffocate dalla calca, intere folle brutalmente uccise da colpi d’arma da fuoco nei punti di distribuzione: nei quasi 54 anni di attività di MSF, raramente abbiamo assistito a simili livelli di violenza sistematica contro civili disarmati” continua Minardi di MSF. “I centri di distribuzione della GHF, che si presentano come un sistema di aiuti umanitari sono in realtà un laboratorio di crudeltà. Tutto questo deve finire immediatamente”. Da una prima analisi delle ferite da arma da fuoco riportate dai pazienti arrivati alla clinica di Al-Mawasi, è emerso che l’11% delle ferite era localizzato tra testa e collo, mentre il 19% interessava torace, addome e schiena. Chi è arrivato, invece, dal centro di distribuzione di Khan Younis ha riportato molto più spesso ferite agli arti inferiori. La precisione anatomica e la tipologia ricorrente di queste ferite suggeriscono con forza che le persone sono prese intenzionalmente di mira all’interno e nei pressi dei centri di distribuzione, escludendo la possibilità che si tratti di colpi sparati in modo accidentale o indiscriminato. “Ci stanno massacrando. Io sono stato ferito forse 10 volte. Ho visto queste scene con i miei occhi: ero circondato da cadaveri, ce n’erano circa una ventina intorno a me. Tutti colpiti alla testa o allo stomaco” racconta Mohammed Riad Tabasi, un paziente in cura presso la clinica MSF di Al-Mawasi. A maggio, le autorità israeliane hanno tentato di smantellare la risposta umanitaria dell’ONU, sostituendola con un sistema militarizzato di distribuzione di cibo gestito dalla GHF. Tutti e 4 i centri della GHF si trovano in aree sotto pieno controllo militare israeliano e sono “protetti” da contractor americani armati. La GHF è stata presentata dai governi israeliano e statunitense come una “soluzione innovativa”, una presunta risposta alle loro affermazioni mai dimostrate che gli aiuti umanitari non arrivano alla popolazione e all’accusa infondata del fallimento dell’ONU. In realtà, questi siti di distribuzione della GHF non sono altro che un meccanismo letale, volto a istituzionalizzare la strategia israeliana per affamare la popolazione di Gaza iniziata il 2 marzo, con l’assedio totale della Striscia come parte della loro campagna genocida. Questo sistema tenta di privare le persone della loro dignità. Inoltre, le équipe di MSF hanno curato in 7 settimane 196 pazienti rimasti feriti in seguito a scontri scoppiati tra le persone nei siti di distribuzione della GHF. Tra loro c’erano anche un bambino di 5 anni con gravi ferite alla testa e una donna morta per asfissia, probabilmente schiacciata dalla folla. Le persone che riescono a procurarsi del cibo spesso corrono il rischio di essere derubate da altre persone affamate. Ai team medici di MSF è stato richiesto di aggiungere un nuovo acronimo al registro dei pazienti: BBO – Beaten By Others (colpito da altri) in riferimento a persone rimaste ferite nella calca o picchiate e derubate delle loro provviste subito dopo averle ricevute. È una disumanizzazione orchestrata a tavolino. “Il 1° agosto, lo stesso giorno in cui l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente ha visitato i siti della GHF, il quindicenne Mahmoud Jamal Al-Attar è stato ucciso nei pressi del sito del GHF di Al-Shakoush mentre cercava di procurarsi del cibo. È arrivato alla clinica di MSF di Al-Mawasi dopo essere stato colpito al petto” afferma Aitor Zabalgogeazkoa, coordinatore dell’emergenza di MSF a Gaza. “Nelle nostre cliniche arriva solo una parte delle persone uccise e ferite in questi siti. L’uccisione dei bambini non può essere definita in altro modo se non intenzionale. Nonostante le condanne e le richieste di smantellare questo sistema, l’inazione globale per fermare la GHF è sconcertante”. Anche nel periodo non analizzato nel rapporto di MSF, tra il 27 luglio e il 2 agosto, nelle cliniche Al-Mawasi e Al-Attar di MSF sono state curate altre 186 persone ferite nei siti della GHF da schegge, ferite d’arma da fuoco, aggressioni e accoltellamenti. Due di loro sono morte. Il 3 agosto sono arrivate altre 3 persone ferite, una con colpi di arma da fuoco al collo e due persone con colpi alla testa. MSF chiede che il sistema di distribuzione della GHF sia smantellato immediatamente, che sia ripristinato il meccanismo di coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite e invita i governi, in particolare quello degli Stati Uniti, e i donatori privati a sospendere ogni sostegno finanziario e politico alla GHF. Medecins sans Frontieres
Gaza, MSF: “Lanci aerei sono inefficaci e pericolosi. Necessario ingresso dei camion”
I lanci di aiuti umanitari su Gaza sono un’operazione inefficace e pericolosa, afferma Medici Senza Frontiere (MSF). Le autorità israeliane devono facilitare l’ingresso dei camion, carichi di cibo e medicinali, che sono in attesa al confine. *Qui la dichiarazione completa di Jean Guy Vataux, coordinatore delle emergenze di MSF a Gaza:  “L’utilizzo dei lanci aerei per la consegna di aiuti umanitari è un’operazione inutile e cinica. Le strade ci sono, i camion ci sono, il cibo e i medicinali ci sono: tutto è pronto per l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, che si trovano a pochi chilometri di distanza dal confine. Quel che serve è che le autorità israeliane decidano di facilitarne l’ingresso nella Striscia: accelerare le procedure di autorizzazione, permettere l’ingresso di beni su larga scala e coordinarsi per consentire una raccolta e distribuzione degli aiuti sicura. Solo così potremo iniziare a risolvere il problema della fame estrema a cui stiamo assistendo. I lanci aerei sono notoriamente inefficaci e pericolosi. Riescono a consegnare molto meno rispetto alle 20 tonnellate di aiuti che può contenere un camion. Attualmente 2 milioni di persone sono intrappolate in un piccolo lembo di terra che rappresenta solo il 12% dell’intera Striscia. Se qualcosa atterra in quest’area ristretta, ci saranno inevitabilmente dei feriti. Se invece gli aiuti atterrano in zone che Israele ha messo sotto ordine di evacuazione, le persone saranno costrette a entrare in aree militarizzate, mettendo ancora una volta a rischio la propria vita pur di ottenere del cibo”. Medecins sans Frontieres
Gli ultimi colpi di coda di USAID: nessun furto degli aiuti da parte di Hamas
L’agenzia statunitense USAID, braccio del soft power stelle-e-strisce che l’amministrazione Trump ha deciso di smantellare, in una revisione delle priorità di spesa e propendendo per l’uso diretto dell’hard power, ha smentito le ricostruzioni che accusavano Hamas di aver dirottato gli aiuti umanitari per ottenerne un guadagno. Il Bureau for Humanitarian […] L'articolo Gli ultimi colpi di coda di USAID: nessun furto degli aiuti da parte di Hamas su Contropiano.