#stopthegenocideingaza🇵🇸 L’Italia vende a #Israele i cannoni per le nuove
corvette #leonardo
di Antonio Mazzeo
Le immagini delle imbarcazioni evidenziano come a prua sarà montata una torretta
con il cannone OTO Melara Super Rapido da 76 mm, già in dotazione e impiegato
per bombardare e distruggere il porto di Gaza dopo il 7 ottobre 2023
Saranno armate con cannoni italiani le nuove corvette della Marina Militare
dello Stato sionista di Israele.
https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/11/litalia-vende-israele-i-cannoni-per-le.html
Tag - Leonardo
#rearm #Leonardo, affari di guerra: delegazione nigeriana supervisiona la maxi
commessa di 1,2 miliardi #nigeria Il ministro della Difesa africano è stato
ospite della Divisione elicotteri della società italiana a #Vergiate e di quella
aerea a #Venegono
https://www.africa-express.info/2025/11/15/leonardo-affari-di-guerra-delegazione-nigeriana-supervisiona-la-maxi-commessa-di-12-miliardi/
Sabato 15 novembre, a #Cameri (#Novara) - ore 13 - cittadini e gruppi di
attivisti antimilitaristi e solidali con la Palestina, il Sudan e tutti i popoli
oppressi, scenderanno in piazza per denunciare il ruolo dello
stabilimento FACO — gestito da #Leonardo Spa . — nella produzione e manutenzione
dei cacciabombardieri F-35, strumenti di guerra utilizzati in teatri di
conflitto che insanguinano il pianeta, tra cui Gaza.
#nowar - #Cameri, sabato 15 novembre corteo e manifestazione contro lo
stabilimento #Faco
Un corteo per dire basta alle "fabbriche di morte": sabato la manifestazione a
Cameri #leonardo
Attivisti e manifestanti sfileranno fino ai cancelli dell'aeroporto militare di
Cameri per protestare contro la produzione degli F-35 e richiedere la
riconversione dello stabilimento Faco
https://www.novaratoday.it/attualita/manifestazione-aeroporto-cameri-palestina-guerra-15-novembre.html
#norearmeurope APPUNTAMENTI IN #SICILIA CON @altreconomia
Presentazione dell’inchiesta RIARMO ACCADEMICO con Luca Rondi
PALERMO #leonardo
8 novembre h. 17:30 // ExKarcere // Via San Basilio, 17
intervengono Luca Rondi e Collettivo Universitario Scirocco
CATANIA
10 novembre h. 17:30 // Monastero dei Benedettini (UniCt)
intervengono Luca Rondi e Antonio Mazzeo, Studentixpalestina, Osservatorio
contro guerra e militarizzazione delle scuole e delle università, Osservatorio
DIGA
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Dai #droni di #Gaza agli elicotteri italiani: la
tecnologia israeliana entra nei cieli di #Roma
In una base aerea romana si sperimentano sofisticate tecnologie israeliane
grazie all’inedita partnership tra aziende belliche nazionali ed internazionali
e l’#Aeronautica #Militare italiana.
Odysight.ai, società di tecnologie aerospaziali ha completato “con successo” una
serie di test sugli elicotteri AW139 prodotti dalla holding #Leonardo.
https://pagineesteri.it/2025/11/05/in-evidenza/dai-droni-di-gaza-agli-elicotteri-italiani-la-tecnologia-israeliana-entra-nei-cieli-di-roma/?fbclid=IwY2xjawN36G5leHRuA2FlbQIxMQBzcnRjBmFwcF9pZBAyMjIwMzkxNzg4MjAwODkyAAEe2QJThUfP9IxJ6AhbPQvRLkcfQirpIzbxaHY3H9ja1BW6GcUhSt1DZF0pTw8_aem_dGnHd0V7zviyEjD7BgW76w
#nowar - Quel sud Italia frontiera della #guerra
Da #Galatina in Salento a #Decimomannu in Sardegna a #Trapani, il sud Italia
pullula di basi consacrate alla riconversione militarista e agli interessi di
#Leonardo SpA. (Marianna Lentini)
https://kritica.it/politica/quel-sud-italia-frontiera-della-guerra/
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Italia complice di #Israele? Qualcosa in più
Le nuove corvette militari della Marina israeliana della classe Reshef, in via
di realizzazione in Israele, saranno armate con i cannoni OTO Melara Super
Rapido da 76mm prodotte dal Gruppo #Leonardo negli stabilimenti di La Spezia.
2023.https://ilfarosulmondo.it/italia-complice-israele-qualcosa-in-piu/
#stopthegenocideingaza🇵🇸 L’italiana #Leonardo fornirà i cannoni per le nuove
corvette da #guerra #israeliane
Più riviste specializzate avevano ipotizzato nei mesi scorsi che le nuove
corvette militari della Marina israeliana della classe Reshef in via di
realizzazione in Israele saranno armate con i cannoni OTO Melara Super Rapido da
76mm prodotte negli stabilimenti di La Spezia. Adesso c'è la conferma dello
Stato Maggiore della Marina da guerra di Tel Aviv
https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/10/litaliana-leonardo-fornira-i-cannoni.html
Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?
Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei
porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con
notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.
Come ha scritto in un bellissimo articolo il regista e drammaturgo Carlo
Orlando, nativo di Novi e genovese di adozione, «Viviamo il tempo del genocidio.
Da oltre 700 giorni. I palestinesi di Gaza e della Cisgiordania, i milioni di
profughi che vivono in diaspora da generazioni, vivono la realtà della pulizia
etnica da oltre mezzo secolo e ora quella del genocidio. […] l’orrore di questo
genocidio ci peserà addosso per anni (per sempre) e presto tardi ne pagheremo le
conseguenze. […] Spesso si dice che “l’Occidente è indifferente” mettendo sullo
stesso piano, implicitamente, governi e persone. É una narrazione tossica, che
non rende giustizia alla realtà e contribuisce a generare paralisi e sconforto.
Contribuisce, secondo me, all’accettazione di questo massacro quasi fosse un
destino inevitabile, a cui l’Occidente non può sottrarsi. […] È una narrazione
tossica che vede solo l’ombra e non la luce, umilia e offende. Il nostro governo
non è indifferente. È complice. I giornalisti che fanno propaganda attiva al
genocidio, non sono indifferenti. Sono complici».
E complici di ciò che Francesca Albanese, nel suo rapporto all’Onu sulla
situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967,
definisce “economia del genocidio” ci sono anche diverse multinazionali, specie
operanti nell’industria bellica, come la statunitense Lockheed Martin (la numero
uno al mondo per fatturato militare) e l’italiana Leonardo.
Controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che detiene il 30,2%
delle azioni la Leonardo ha una significativa presenza internazionale.
Degli oltre 60 mila dipendenti alla fine del 2024, il 15% operano nel Regno
Unito, il 13% negli Usa, il 5% in Polonia, il 60% in Italia e il 7% nel resto
del mondo tra cui 250 persone in Israele.
Fino al 2023, nella pubblicazione “Leonardo at a Glance” contenuta nel sito web
del Gruppo, Israele figurava come il quinto “mercato domestico” dopo quello
italiano, inglese, americano e polacco.
Dal 2024, per una questione di opportunità (o di opacità), è stato ricompreso
nel “resto del mondo”.
Ma la realtà non si cancella.
Nel momento che il portafoglio ordini e il titolo in Borsa di Leonardo hanno
iniziato a gonfiarsi, spinti dalle politiche di riarmo dei paesi europei della
Nato e dalle guerre in Ucraina e in Medio-Oriente, le politiche di comunicazione
aziendale si sono preoccupate di non dare di sé un’immagine militarista e
‘muscolare’, preferendo collocarsi in un generico mercato dual use per
l’aero-spazio, la difesa e la sicurezza. Insistendo sul proprio profilo
‘sostenibile’.
Ma non sempre le politiche d’immagine riescono a nascondere l’evidenza dei
fatti, come quando, nel gennaio 2024, Papa Francesco rifiutò una donazione di
1,5 milioni di euro da parte della Leonardo per l’ospedale romano del Bambin
Gesù.
L’azienda, risentita per quel gesto del pontefice, rispose con un comunicato
dove affermava che in tutti i teatri di guerra in corso, a partire dall’Ucraina
e dal Medio Oriente, non c’era nessun sistema offensivo di loro produzione.
Peccato che, come The Weapon Watch, abbiamo subito dimostrato, utilizzando fonti
ufficiali della Israel Defense Forces – Idf, che i cannoni navali super rapidi
Oto Melara 76/62 costruiti dalla Leonardo negli stabilimenti di Spezia e montati
sulle corvette israeliane fossero usati nei bombardamenti dal mare su Gaza,
colpendo aree urbane densamente abitate da popolazione civile.
Un quotidiano, nel pubblicare il nostro articolo, aggiunse un bellissimo titolo
«Non si dicono bugie al Papa».
Bugie e omissioni (con qualche “ammissione”) che abbiamo riascoltato a fine
settembre di quest’anno. Roberto Cingolani, amministratore delegato della
Leonardo, dopo la scelta del Festival della Scienza di Genova di escludere
l’azienda dagli sponsor dell’evento e, preoccupato per le sempre più frequenti
manifestazioni davanti alle sedi di Leonardo contro la complicità con il
genocidio a Gaza, ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera che le
accuse a Leonardo sono false: «non vendiamo armamenti ai paesi in guerra come
Israele» .
È vera questa affermazione categorica dell’amministratore delegato di Leonardo?
Cominciamo ad analizzare le prime ammissioni
Roberto Cingolani nel tentativo di allontanare le accuse di ‘complicità nel
genocidio’ di Israele ha ammesso (smentendo due anni di falsità raccontate dai
ministri Tajani e Crosetto) che Leonardo ha continuato a esportare materiale
dʼarmamento verso Tel Aviv dopo il 7 ottobre 2023, in forza di autorizzazioni –
rilasciate prima di quella data – dallʼUnità per le autorizzazioni dei materiali
dʼarmamento (Uama), istituita presso il Ministero Affari Esteri.
Autorizzazioni che non sono mai state sospese o revocate dal Governo, che pure
avrebbe potuto e dovuto farlo in forza della legge 185/1990, che prevede
esplicitamente la circostanza della sospensione o revoca di licenze già
autorizzate “quando vengano a cessare le condizioni prescritte per il rilascio”
(articolo 15).
Come nel caso specifico di Israele entrato in guerra, non solo contro Hamas, ma
verso altri paesi della regione.
Oltre alle palesi e gravi violazioni a Gaza, sia della Legge 185/90, sia delle
convenzioni internazionali in materia di diritti umani fondamentali, denunciate
prima e poi accertate da numerosi organismi internazionali, anche in seno alle
Nazioni Unite.
Si tratta del contratto in essere relativo alla fornitura di attività di
supporto logistico, assistenza tecnica da remoto, riparazioni e ricambi per i
trenta M-346 Aermacchi (aerei da addestramento militare sviluppato e prodotto a
Varese).
Il contratto per i velivoli M-346 e relativi simulatori di volo fu firmato nel
2012.
È superfluo ricordare che con gli M-346 e i relativi simulatori di volo si sono
addestrati e continuano a farlo i piloti dell’aviazione israeliana degli F-16 e
F-35 che hanno bombardato e ancora bombardano Gaza.
Analizziamo ora le omissioni
Roberto Cingolani non è il direttore della “filiale italiana” di Leonardo, ma lo
Chief Executive Officer (cioè il massimo dirigente) del gruppo.
E, come tale, la sua gestione non è a responsabilità limitata, sia da un punto
di vista geografico, sia societario (rispetto alle aziende controllate e
partecipate.
Per questo, in quanto Ceo del gruppo, non può sorvolare sui due contratti di
fornitura a Israele (il primo nel 2019 e il secondo nel 2022) per un totale di
dodici elicotteri da addestramento militare AW119Kx sviluppati e prodotti dalla
AgustaWestland di Philadelphia, società statunitense controllata al 100% da
Leonardo.
Il valore complessivo dei due contratti di 67,4 milioni di dollari comprende
anche i simulatori di volo e altri equipaggiamenti dedicati, nuove
infrastrutture e il supporto tecnico per 20 anni.
In questo caso, a onore del vero, che non c’è alcuna violazione della Legge
185/90 sull’export, essendo un trasferimento diretto dagli Usa.
C’è solo un problema di policy aziendale coerente o no con il proprio Codice
Etico.
Diversa, e più grave, è l’omissione reiterata sul trasferimento a Israele dei
cannoni navali super rapidi Oto Melara 76/62, installati sulle corvette già in
dotazione della marina militare israeliana e di quelli che saranno installati
nelle nuove corvette in costruzione.
Eppure la Leonardo avevo reso nota nel 2022 la consegna dei primi quattro
cannoni navali super rapidi e il loro allestimento a bordo delle corvette classe
Magen (tipo Sa’ar 6) costruite per Israele dalla tedesca ThyssenKrupp Marine
Systems.
L’“accettazione” veniva celebrata il 13 settembre del 2022 con una cerimonia
ufficiale presso la base navale di Haifa.
Di questa commessa per la fornitura di tredici cannoni navali super rapidi Oto
Melara 76/62 alla forze di difesa israeliane, nonostante sia uno dei maggiori
affari mai realizzati da Leonardo nello scacchiere di guerra mediorientale, per
un valore di 440 milioni di dollari compresi i servizi di supporto, test e
manutenzione, non c’è alcuna traccia tra le esportazioni di materiale
d’armamento dall’Italia a Israele.
L’arcano è presto svelato.
I cannoni navali di Leonardo sono stati esportati negli Usa e, questi,
attraverso una classica triangolazione tipica nel mercato opaco delle armi, li
hanno girati a Israele.
Il tutto violando la Legge 185/90, la quale prevede che l’uso finale sia
conforme all’autorizzazione della licenza di esportazione rilasciata dall’Uama.
E visto che i cannoni navali di Leonardo saranno installati anche nelle corvette
di nuova generazione classe Reshef, la cui costruzione delle prime 5 unità è
iniziata a febbraio di quest’anno nei cantieri della Israel Shipyards,
bisognerebbe mettere fine a questa pratica illecita di triangolazione.
La stessa pratica illecita (in questo caso non alla luce del sole come
Italia-Usa-Israele) che, probabilmente, è alla base dei cannoni navali di
Leonardo finiti sulle corvette della marina militare del Myanmar, in violazione
non solo della Legge 185/90 ma anche dell’embargo internazionale.
Con i manager di Leonardo che, invece di assumersi la responsabilità di
ricostruire come sia potuto accadere, hanno minacciato querele a chi ha
denunciato il fatto, come l’Associazione di solidarietà Italia-Birmania.
L’ultima omissione di Roberto Cingolani riguarda la corresponsabilità di
Leonardo sulle bombe GBU-39 co-prodotte da MBDA e fornite a Israele. MBDA è la
principale azienda missilistica europea, di cui Leonardo possiede il 25% del
controllo azionario, con la restante quota ripartita equamente (il 37,5%) da
Airbus Group e BAE Systems.
Secondo un’esclusiva del “Guardian” a luglio del 2025, MBDA vende componenti
chiave per le bombe che sono state spedite a migliaia in Israele e utilizzate in
numerosi attacchi aerei, in cui secondo le ricerche effettuate, sono stati
uccisi anche bambini palestinesi e altri civili.
MBDA possiede uno stabilimento negli Stati Uniti, che produce le “ali” che
vengono montate sulle GBU-39, prodotte da Boeing.
Esse si dispiegano dopo il lancio, consentendo alla bomba di essere guidata
verso il suo obiettivo.
I ricavi della società statunitense MBDA Incorporated passano attraverso MBDA
Uk, con sede in Inghilterra, che poi trasferisce i profitti al gruppo MBDA, con
sede in Francia.
L’anno scorso l’azienda ha distribuito dividendi per quasi 350 milioni di
sterline (400 milioni di euro) ai suoi tre azionisti, tra cui Leonardo.
E finiamo con l’esaminare altre gravi responsabilità e una giustificazione
imbarazzante
Il fatto che Leonardo sia direttamente coinvolta come partner di 2° livello al
programma internazionale degli F-35, gestito dalla multinazionale statunitense
Lockheed Martin, attraverso la produzione nello stabilimento di Cameri (Novara)
dei cassoni alari per la versione F-35A e la fornitura di componenti
elettronici, è innegabile.
Israele è stato il primo paese a dotarsi dei caccia-bombardieri F-35 fuori dagli
Usa, acquistandone 50 unità (gli ultimi lotti per un totale di 14 aerei sono
stati consegnati nel 2024).
Nel giugno 2024 Israele ha ordinato agli Usa altri 25 F-35A.
La Leonardo ha partecipato (e partecipa) alla fabbricazione degli F-35A
destinati a Israele e impiegati nei bombardamenti su Gaza.
Non è confutabile. Non è, quindi, una forzatura o peggio una strumentalizzazione
aver incluso la Leonardo, in quanto co-produttore degli F-35 venduti a Israele,
tra le aziende multinazionali implicate nell’economia del genocidio, come ha
fatto Francesca Albanese nel suo rapporto Onu sui territori palestinesi
occupati.
Infine la Leonardo, attraverso la società controllata Leonardo DRS con sede
negli Usa ha incorporato per fusione l’azienda israeliana Rada Electronic
Industries, specializzata in radar per la difesa a corto raggio e anti-droni, la
quale opera esclusivamente in campo militare.
La società nata da questa fusione, la DRS Rada Technologies ha 3 siti produttivi
in Israele che occupano 250 persone.
Nel 2023 ha partecipato alla realizzazione di “Iron Fist”, un sistema di
protezione attivo montato sui nuovi mezzi corazzati da combattimento delle
Israel Defence Forces, gli “Eitan” a otto ruote destinati a sostituire i vecchi
M113. Subito testati negli attacchi a Gaza.
Anche i giganteschi bulldozer blindati Caterpillar D9 dell’Esercito israeliano
si sono dotati dei sistemi di protezione attiva e dei radar tattici di DRS Rada.
Rispetto alle responsabilità di Leonardo sulla gestione di queste aziende
controllate, le cose scritte da Roberto Cingolani alla direzione e alla
presidenza del Festival della Scienza di Genova sono realmente imbarazzanti sia
per lui amministratore delegato di Leonardo, sia per il Governo italiano che ne
detiene il controllo azionario.
«[…] L’azienda [Leonardo DRS] è una ‘proxy’, dove tutti i membri del Cda devono
essere americani e le questioni di sicurezza e difesa nazionale Usa non sono
accessibili nemmeno a noi soci. Si tratta di attività esclusivamente americane
in cui Leonardo e l’Italia non hanno alcuna voce in capitolo».
Se le cose stanno così, l’amministratore delegato del Gruppo Leonardo e
l’azionista di controllo (cioè il Governo italiano) dovrebbero avere la dignità
e il coraggio di mettere subito in vendita l’azienda americana Leonardo DRS,
come a suo tempo nel 2015 avrebbe voluto fare l’ex-AD di Finmeccanica, Mauro
Moretti.
La DRS nel 2008 non è costata un euro, come propongono i fondi americani per
comprare oggi la ex-Ilva, ma ben 5,2 miliardi di dollari (più 3 miliardi di
dollari di perdite fino al 2015).
Ingenti risorse trasferite allora dal nostro paese agli Usa.
Risorse rastrellate da Finmeccanica svendendo importanti asset civili del
gruppo, in buona parte baricentrati su Genova.
Redazione Italia