Roma, corteo costruito dal basso a Monteverde
Oltre mille persone hanno attraversato oggi, domenica 30 novembre, il quartiere
di Monteverde nel XII Municipio di Roma. Il corteo era animato dalle ragazze e
dai ragazzi delle scuole superiori del quartiere, uniti nel collettivo
Monteverde Antifascista, Monteverde per la Pace e dalla Murga SinconTrullo
dell’XI Municipio.
Si tratta di uno dei tanti cortei costruiti dal basso, su iniziativa di
studenti, centri sociali e comitati unitari, che periodicamente attraversano i
diversi quartieri di Roma. Condanna del genocidio tuttora in corso, solidarietà
con il popolo palestinese, libertà per l’iman di Torino che rischia l’espulsione
in Egitto e unanime, forte condanna per le provocazioni e le vere proprie
aggressioni di squadristi fanaticamente devoti alla causa del suprematismo
sionista.
Tra queste ricordiamo, in ottobre, l’aggressione al medico dello Spallanzani
Andrea, di Sanitari per Gaza e dirigente regionale di Rifondazione Comunista,
colpevole di aver partecipato con una bandiera palestinese a un presidio
all’interno del proprio ospedale in solidarietà con il personale medico e
paramedico degli ospedali distrutti a Gaza e quella contro gli studenti del
liceo artistico Caravillani.
Il corteo si ferma davanti alla scuola media del quartiere “Fabrizio de’ André”,
abbandonata da cinque anni per necessari lavori di ristrutturazione di cui non
si vede ancora l’inizio. Gli studenti srotolano un lungo striscione con la
scritta: “Una scuola abbandonata: una storia sbagliata” La scuola era un
presidio di civiltà e cultura e un punto di aggregazione del quartiere, dove si
tenevano tra l’altro diverse attività sportive pomeridiane.
Altra tappa è il Liceo Morgagni, dentro il quale gli studenti srotolano uno
striscione e ricordano le modalità inaccettabile di cui alcuni di loro sono
stati vittime durante lo sgombero forzato della pacifica occupazione.
Lunghissimo il percorso del corteo, aperto da un camioncino che accompagna la
manifestazione con alcuni interventi e con una colonna sonora variegata di canti
di lotta. A sorpresa parte perfino Bandiera Rossa, che gli studenti conoscono e
cantano a dimostrazione di un filo rosso che ha attraversato la storia della
Repubblica fino ai nostri giorni.
Ecco l’ennesima riprova che il lungo autunno caldo del 2025 non è terminato, ma
ha creato in ogni territorio ampi nuclei di resistenza al genocidio, al riarmo e
alla guerra che minacciosamente incombe nella quotidianità delle nostre vite.
Mauro Carlo Zanella