Le nostre aziende marchigiane siano eccellenze di vita, non di morteA Porto S. Elpidio il presidio del 28 novembre contro la Finanziaria di guerra
Uscendo al casello A14 di Porto S. Elpidio, ci si imbatte subito in una grande
rotatoria sponsorizzata da Lori Blu. Il marchio marchigiano della calzatura di
lusso, ha infatti la sua sede proprio a qualche centinaio di metri dalla
rotatoria. Lori Blu è una delle aziende marchigiane che concorrono a fare
l’export di questa regione in Israele, e si trova a un centinaio di metri in
linea d’aria dallo stabilimento della Civitanavi Systems-Honeywell, che invece
ha proprio forti legami industriali con Israele, e grandi clienti nel settore
aerospaziale e militare; componenti Civitavavi Systems-Honeywell sono stati
trovati in armamenti impiegati nei bombardamenti su Gaza.
É di fronte ai cancelli di questa impresa che dal 2024 è stata assorbita nel
gruppo statunitense Honeywell, che nel giorno dello sciopero generale “Contro la
Finanziaria di Guerra”, indetto dall’USB, si è tenuto il presidio nonviolento
del “Coordinamento Marche per la Palestina” e “Sumud Centro Culturale
Palestinese”.
“Blocchiamo tutto per cambiare tutto – lo slogan del presidio – Vogliamo più
soldi per l’istruzione e la salute e non per le armi. Vogliamo che le nostre
aziende siano eccellenze di vita, non di morte. Per una vita dignitosa e libera
dall’oppressione delle guerre, per la giustizia sociale. Per la Palestina, per
la libertà di tutti”.
Ad Ancona per le vie del centro, alle stesse ore, il corteo dei Centri Sociali
Marche e degli Studenti autorganizzati. Non è la prima volta che nelle Marche,
parafrasando un motto maoista, si marcia divisi, ma poi non si colpisce uniti.
Visto il tema dello sciopero generale del 28 novembre, sarebbe stato più
significativo convergere tutti davanti l’azienda di componentistica elettronica
civile e militare della provincia fermana.
Qui a Porto S. Elpidio, un centinaio di persone si è piazzato all’ingresso della
Civitanavi Systems dalle 5.30 del mattino, quando era ancora notte e faceva
piuttosto freddo, per cercare di far desistere i dipendenti dall’entrare in
azienda per il primo turno lavorativo. Ad aspettarli, un imponente schieramento
di forze dell’ordine, con le quali si sono creati alcuni momenti di tensione.
“Quando sono entrati gli operai per l’inizio del turno distribuiti sui due
cancelli, l’ingresso della fabbrica e quello delle merci – racconta uno degli
attivisti – una ventina di operai e operaie hanno preso i volantini e si sono
fermati ad ascoltare le ragioni dello sciopero. Poi sono stati fatti entrare, e
la tensione si è alzata un po’.
Verso le 7:30 la polizia si è schierata in forza, è arrivata anche la celere e
si sono presentate persone che volevano entrare, tra cui l’amministratore
delegato dell’azienda, Andrea Pizzarulli. Ci siamo un po’ compattati per
volantinare con l’intenzione di dare un messaggio, chiedendo agli operai di
scioperare; la polizia è intervenuta portandoci via di peso, e poi noi siamo
ritornati sul davanti di nuovo e ci hanno spostato nuovamente.
L’unico nostro obiettivo era di comunicare con i lavoratori, ma siamo stati più
volte spintonati, e alla fine i lavoratori sono dovuti entrare accompagnati
dalla polizia che li scortava. Però da parte nostra, poi si vede anche nei
video, non c’è stata nessuna violenza, nessun impedimento fisico, ma
semplicemente la volontà sì di dare un volantino a tutti e di comunicare le
nostre ragioni. Poi dalle nove, finito questo secondo ingresso di operai ed
operaie, abbiamo iniziato il presidio con gli interventi dal microfono”.
Durante il presidio, diversi attivisti hanno stazionato lungo la strada
all’interno della zona industriale, piuttosto trafficata, invitando gli
automobilisti a rallentare per ricevere un volantino; molti si sono fermati,
alcuni transitando hanno approvato quello che stava accadendo con colpi di
clacson.
Il presidio si è sciolto senza alcuna tensione dopo le 14, terminata l’entrata
in turno dei dipendenti, scortati all’ingresso dalla polizia. Molti gli
interventi che si sono alternati all’open mic, come quello dello scrittore e
reporter marchigiano Angelo Ferracuti, che ha letto “Il loro grido è la mia
voce- poesie da Gaza”, ricordando come la poesia sia lingua universale, che per
i poeti palestinesi è anche testimonianza. Poi si sono avvicendati Francesco
Bracciani di USB; Patrizia Zaccarelli di BDS Marche; Ammar Amadneh del Centro
Culturale Palestinese Sumud; Giusy Montanini del Comitato ‘5 luglio’ di Fermo
(in memoria dell’omicidio razzista di Emmanuel Chidi Nambi nel 2016); Arianna
Buda, Vittorio Sergi e Dennis Pietroni di Marche per la Palestina;
l’ottantaduenne professoressa Rosa Saltarin. Anche a chi scrive, è stato chiesto
di fare un intervento, come segno solidale tra il lavoro di libera informazione
di Pressenza e le lotte di questi territori.
Proprio le inchieste di Pressenza, quella di Stefano Bertoldi sui militari IDF
in vacanza nelle Marche, e quella sui rapporti economici delle imprese della
regione con Israele, hanno aperto uno spaccato finora del tutto sottaciuto;
inchieste che molto probabilmente hanno grattato per ora solo la crosta di
dinamiche più consolidate e profonde. Abbiamo verificato proprio in questi
giorni che un altro importante e storico gruppo industriale che fa export ed è
presente in Israele è IGuzzini di Recanati, leader internazionale
dell’illuminazione; dal 2019 acquisito totalmente dal gruppo svedese Fagerhult
AB.
Ma nelle Marche tutto è atavicamente ovattato, prudente, timoroso; a partire dal
sistema dell’informazione. Testimonianza curiosa di questo è proprio il racconto
della manifestazione del 28 novembre di una testata online locale, in cui viene
raccontato il fatto senza mai citare espressamente la Civitanavi Systems e farla
intravedere nella gallery fotografica. Tutto, questo, molto marchigiano.
Leonardo Animali