Gaza scompare dai titoli dei TG, ma le guerre di Israele continuano
Siria
L’esercito israeliano è la nuova Gestapo. Le truppe di Tel Aviv sono penetrate
in territorio siriano ed hanno ucciso 13 abitanti del villaggio Beit Jinn. Si
tratta di un villaggio druso a nord di Quneitra e a 50 km a sud di Damasco.
L’aeronautica ha bombardato e distrutto diversi palazzi nel villaggio druso.
Israele “protegge” così i drusi. Bombardandoli. Ci sono anche 25 feriti. Tra i
morti vi sono 2 bambini.
I soldati israeliani spadroneggiano con scorrerie armate in tutto il sud
siriano, compiendo incursioni e rastrellamenti. Prima sostenevano che le loro
azioni erano mirate a proteggere i drusi, una comunità araba nativa del Libano e
della Siria e con presenza anche in Israele. Ma dal momento che i drusi siriani
rifiutano le umiliazioni degli occupanti, vengono bombardati. A Beit Jinn
infatti l’aviazione e l’artiglieria israeliane non hanno esitato a bombardare il
piccolo villaggio per vendicare la reazione sacrosanta della popolazione
all’invasione. Tel Aviv ha anche pubblicato le immagini di questo bombardamento
aereo, blaterando di un attacco a un “covo di terroristi”.
Non è la prima aggressione israeliana su Beit Jinn. Il 12 giugno le forze
israeliane hanno effettuato un raid notturno sulla città, che ha provocato la
morte di un civile e la presa in ostaggio di 7 persone, delle quali non si sa
nulla fino ad ora. L’11 agosto, un contingente di circa 100 soldati ha lanciato
un’incursione a Beit Jann e nei suoi dintorni, con ostaggi e deportazioni.
Questi raid israeliani rientrano in un quadro più ampio di violazioni in diverse
aree, tra cui l’arresto di siriani del capoluogo, Quneitra, e il divieto per i
residenti di accedere alle loro terre agricole. L’esercito IDF ha rapito finora
dalla Siria circa 45 persone, la cui sorte è ancora sconosciuta.
La stampa israeliana scrive: “I drusi siriani sono stati armati da noi e loro
rivolgono le armi contro i nostri soldati”. Secondo un comunicato dell’esercito
di occupazione ci sono 6 soldati israeliani feriti.
Si chiama resistenza contro l’occupazione militare straniera.
Gaza
Stamattina, l’ospedale Nasser di Khan Younis ha informato che due minorenni sono
stati assassinati da droni israeliani ad est della città.
Per tutta la giornata di ieri e dall’alba di oggi i caccia israeliani hanno
bombardato sulla linea di demarcazione, la cosiddetta linea gialla. Sono state
colpite anche Rafah e Hay Tuffah a Gaza città. L’artiglieria israeliana ha
lanciato obici contro Jebalia.
Nella giornata di ieri, i corpi di palestinesi uccisi dall’esercito israeliano
sono stati 9. Il numero delle vittime dall’entrata in vigore del falso cessate
il fuoco è di oltre 400.
Secondo l’Unicef, “la malnutrizione persistente con l’avvicinarsi dell’inverno
minaccia la vita e la salute dei bambini nella Striscia di Gaza. L’inverno
aggrava la diffusione delle malattie e aumenta il rischio di morte tra i bambini
più vulnerabili di Gaza”, annuncia un rapporto dell’organizzazione
internazionale per l’infanzia. Il rapporto rileva che:
“Le analisi nutrizionali hanno dimostrato che circa 9.300 bambini di età
inferiore ai cinque anni a Gaza hanno sofferto di malnutrizione acuta durante il
mese di ottobre”. L’Unicef esorta Israele ad aprire i valichi di frontiera verso
la Striscia di Gaza per consentire il passaggio degli aiuti umanitari attraverso
tutte le possibili vie di rifornimento.
Cisgiordania
Continua da una settimana l’incursione israeliana a Toubas. La cittadina è
assediata, l’esercito ha imposto il coprifuoco e continua operazioni di
rastrellamento e distruzioni. È la sorte quotidiana di molte città e villaggi
palestinesi. A Jenin, l’esercito ha demolito ieri 40 case e edifici. A Tammoun
sono stati presi in ostaggio 100 abitanti e 20 famiglie hanno ricevuto l’ordine
di evacuazione delle proprie case, da trasformare in basi dell’esercito o da
demolire, per allargare le strade e consentire il passaggio dei veicoli
militari.
Nella provincia di el-Khalil, l’esercito ha vietato ai contadini di Tarqumiyah
di raggiungere i propri campi coltivati. Una manifestazione di protesta dei
nativi è stata repressa nel sangue. Sono rimasti feriti anche tre giornalisti e
due osservatori civili di pace internazionali.
I coloni ebrei israeliani continuano in modo sistematico, con il supporto
dell’esercito, a colpire le comunità di pastori palestinesi nella valle del
Giordano, per impossessarsi delle terre e delle sorgenti di acqua e costringere
così i nativi a rassegnarsi alla deportazione. Sono 40 le comunità di pastori
costretti a traslocare nell’ultimo anno.
Gli attacchi israeliani in Cisgiordania in due anni hanno causato l’uccisione di
oltre 1.083 palestinesi, il ferimento di oltre 11.000 persone e l’arresto di
oltre 20.500.
Nel frattempo, in Libano, continuano le aggressioni, col pretesto di snidare i
resistenti di Hezbollah.
ANBAMED