Il comunismo della decrescita può salvare il pianeta?
Presentazione ad Atene del libro «Rallentate! Come il comunismo della decrescita
può salvare la Terra» (Slow Down! How Degrowth Communism Can Save the Earth),
del professore giapponese Kohei Saito e dibattito sul comunismo della
decrescita.
In un’epoca che corre senza sosta, in cui le persone lavorano senza sosta,
producono incessantemente e consumano senza limiti, la Terra brucia
silenziosamente. Forse il “benessere” della nostra epoca è un’illusione? Forse
lo sviluppo che adoriamo non è altro che la causa della nostra infelicità?
Il filosofo e professore marxista giapponese Kohei Saito cerca di rispondere a
questa domanda cruciale nel suo libro «Rallentate! Come il comunismo della
decrescita può salvare la Terra» (per ora non pubblicato in italiano, Ndt).
Il libro ha avuto un enorme successo commerciale ed è stato pubblicato per la
prima volta nel 2020, cioè prima di “Marx nell’Antropocene”, uscito nel 2023.
Ora è disponibile in lingua greca (oltre che in inglese e francese, Ndt).
Saitō, ricomponendo la tradizione marxista e mettendo in luce un “Marx
dell’ecologia”, riconosce che il capitalismo “vive a spese della natura, fino
alla morte di entrambi”. Contrasta l’accelerazione con il rallentamento,
proponendo un comunismo che non grida ma respira: una rivoluzione calma,
profondamente consapevole, gramsciana nella sua essenza. La decrescita non è un
regresso, ma una riconnessione con la natura, un passaggio dal «produco, quindi
esisto» al «coesisto, quindi creo».
In pratica, la filosofia di Saito si traduce in azioni concrete che possono
cambiare radicalmente la nostra vita quotidiana:
* Fine della produzione e del consumo di massa.
* Riduzione dell’orario di lavoro, per una produzione ridimensionata, un minore
impatto energetico e una carbonizzazione ridotta.
* Priorità al lavoro essenziale — cura, creazione, istruzione — rispetto ai
profitti aziendali.
* Riorganizzazione democratica della produzione e ritorno alla proprietà
sociale, al fine di ripristinare la reale abbondanza dei beni necessari.
Questo “comunismo della decrescita” non è una teoria slegata dalla pratica. È un
progetto anti-egemonico, un modo per riprogettare la nostra vita, dall’io al
noi, dalla proprietà alla condivisione, dalla schiavitù del di più alla
liberazione della semplicità. È una svolta qualitativa, in cui l’umanità non ha
più bisogno di crescere, ma di maturare.
Nel contesto di questa importante discussione, la rete Skepsi & Drasi –
Aristera, l’Eteron e la casa editrice Plethron hanno co-organizzano la
presentazione del libro ad Atene. La serata comprendeva interventi dei
professori Euclides Tsakalotos e Giorgos Papanikolaou, nonché della ricercatrice
Danae Liodaki, mentre la discussione era moderata dal giornalista Tasos
Tsakiroglou, aprendo un campo di riflessione sulla società, il lavoro e il
futuro del pianeta.
Questo evento non era solo la presentazione di un libro, ma l’invito a una
riflessione collettiva: a chiederci cosa significano progresso, benessere e
tempo, e come la vera crescita possa trovare il suo equilibrio nel “basta”.
Un’occasione per riflettere sul fatto che l’equilibrio sociale ed ecologico
richiede non solo cambiamenti politici, ma anche una nuova cultura, uno stile di
vita che coesista armoniosamente con il pianeta. Come ci insegna Saitō, la
rivoluzione del XXI secolo non grida, ma respira. E nel triangolo
Marx-Gramsci-Saito nasce la speranza che il comunismo del futuro non avrà solo
il colore rosso, ma anche il respiro verde.
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TRADUZIONE DI THOMAS SCHMID CON L’AUSILIO DI TRADUTTORE AUTOMATICO.
Pressenza Athens