Il Piano Usa-Russia per la “pace” in Ucraina, l’ennesima messinscenaLa Casa Bianca conferma che il presidente Trump sta lavorando al piano per “la
fine della guerra in Ucraina, buono per entrambe le parti”.
Il nuovo Piano Usa-Russia per la “pace” in Ucraina, proposto da Donald Trump, si
dice sia stato creato da un gruppo di funzionari americani e russi, tra cui
l’inviato statunitense Witkoff e l’inviato russo Dmitriev. Si dice che Dmitriev
sia soddisfatto dell’accordo, asserendo che Putin probabilmente lo accetterà.
Un piano con Mosca che il tycoon ha fatto recapitare dai suoi generali del
Pentagono a Kiev, ha dichiarati l’ANSA. E Volodymyr Zelensky, pur non
sbilanciandosi sui contenuti dell’iniziativa che appare fortemente penalizzante
per gli ucraini, si è detto ‘pronto a collaborare’: ‘Ne parlerò con Trump’, ha
detto mentre alcune fonti ucraine bollavano il piano come “assurdo e
irricevibile”. Mosca ha affermato di non aver ricevuto alcuna informazione dagli
USA attraverso i canali ufficiali sul piano di pace in Ucraina di cui hanno
scritto diversi media internazionali. Lo ha detto la portavoce del ministero
degli esteri, Maria Zakharova, al media russo RBC: “se la parte americana avesse
una qualsiasi proposta, l’avrebbero comunicata attraverso i canali in uso tra i
ministeri degli esteri dei due Paesi”, ma il ministero degli esteri di Mosca
“non ha ricevuto niente di simile dal Dipartimento di Stato”. Interessanti anche
le dichiarazioni dell’Alta Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la
Politica di Sicurezza Kaja Kallas arrivando al Consiglio Affari Esteri,
precisando di “non essere a conoscenza” di un coinvolgimento degli europei alla
costruzione del piano di pace degli USA.
In tutto ciò non si capisce per quale motivo reale a trattare per la pace in
Ucraina manchino proprio gli ucraini. Forse è l’ennesima prova – come dichiarato
da analisti geopolitici e storici del calibro di Franco Cardini, Luciano Canfora
e, all’epoca, Giulietto Chiesa – che la guerra in Ucraina è lo specchio di uno
scontro geopolitico ed economico tra Russia e USA.
Resta quindi il mistero sulla veridicità del piano di Trump: se sia una proposta
seria o un’ennesima messinscena americana. Il famigerato piano Usa-Russia
consisterebbe in 28 punti che ieri Axios, che ne aveva rivelato l’esistenza, ha
diffuso integralmente. Ecco di seguito i punti focali:
* La sovranità dell’Ucraina sarà confermata;
* promulgazione di un accordo di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa
che metta fine a tutte «le ambiguità degli ultimi trent’anni».
* «Ci si aspetta che la Russia non invada Paesi vicini e che la Nato non si
espanda ulteriormente». Comprende «garanzie di sicurezza certe» per
l’Ucraina, che però si impegna (punto 7) a scrivere nella Costituzione che
non entrerà nella Nato. La quale a sua volta E ancora: l’esercito di Kiev
dovrà essere limitato a 600 mila uomini e caccia europei saranno dislocati in
Polonia per proteggere l’Ucraina.
* L’Ucraina si ritirerebbe dalle zone di Donetsk e Lugansk ancora controllate
dall’Ucraina. Gli ucraini dovrebbero ritirarsi dall’intero Donbass e
riconoscere la piena sovranità russa. Il Donbass passerebbe così sotto
la sovranità di Mosca, però sarebbe una regione demilitarizzata, dove le
truppe russe non potrebbero venire dispiegate.
* Le forze russe congeleranno le linee lungo Kherson e Zaporozhye, rinunciando
alle rivendicazioni per il resto delle regioni.
* Le forze russe si ritireranno da Kharkov e Sumy.
* È prevista anche la riapertura della centrale nucleare di Zaporizhzhia,
occupata dai russi, la cui energia dovrebbe venire divisa in parti uguali tra
Russia e Ucraina.
* Il piano stabilisce anche che tutti i prigionieri di guerra e i corpi dei
caduti saranno scambiati; tutti i civili detenuti, inclusi i bambini,
verranno rilasciati.
* L’Ucraina ridurrà il suo esercito a metà dei suoi attuali effettivi.
l’esercito di Kiev dovrà essere limitato a 600 mila uomini e caccia europei
saranno dislocati in Polonia per proteggere l’Ucraina.
* L’Ucraina cederà sull’accesso alle armi a lungo raggio.
* Nessuna unità straniera sarà schierata in Ucraina, inclusa la forza di pace
della Coalizione dei Volenterosi guidata da Regno Unito e Francia.
* L’Ucraina non entrerà in alleanze militari, inclusa la NATO, rimanendo
neutrale.
* La NATO includerà nei suoi statuti «una disposizione secondo la quale
l’Ucraina non sarà ammessa» nell’organizzazione atlantica.
* Alla voce «garanzie» il piano spiega: «se l’Ucraina invadesse la Russia
perderebbe tutte le garanzie»; se la Russia invadesse l’Ucraina «oltre a una
risposta militare coordinata sarebbero ripristinate tutte le sanzioni
globali»; se l’Ucraina lanciasse missili verso Mosca o San Pietroburgo senza
motivo «le garanzie di sicurezza saranno invalidate».
* Kiev si impegna a essere «Stato non nucleare» in accordo con i trattati di
non proliferazione.
* il rientro della Russia nel G8 e la cancellazione delle sanzioni, con il
reintegro di Mosca nell’economia globale.
* la Russia non ostacolerà l’uso del fiume Dnipro da parte dell’Ucraina per le
attività commerciali e saranno raggiunti accordi per il libero trasporto di
grano attraverso il Mar Nero.
* All’Ucraina sarà permesso di aderire all’Unione Europea.
* La lingua russa sarà riconosciuta come lingua ufficiale in Ucraina, al pari
dell’ucraino.
* L’Ucraina concederà uno status formale alla Chiesa Ortodossa Ucraina.
* Necessità di «denazificare» l’Ucraina dai battaglioni paramilitari d’estrema
destra, autori di pulizie etniche contro la popolazione civile del Donbass
russofono.
* Il punto 25 prevede che in Ucraina si tengano le elezioni «entro cento giorni
dalla firma degli accordi».
L’accordo sarà «legalmente vincolante» e «la sua attuazione», come previsto da
quello su Gaza, «sarà monitorata e garantita dal Consiglio di Pace, guidato da
Trump». Una volta che le parti avranno accettato il memorandum e si saranno
ritirate «il cessate il fuoco entrerà in vigore».
Il piano Trump – sebbene non si capisca chi siano gli attori coinvolti – ha le
sembianze di un accordo economico tripartito tra Stati Uniti, Europa e Russia,
nel quale vengono utilizzati 100 miliardi di beni russi congelati nelle banche
europee, cui si aggiunge una somma simile che dovrebbe arrivare dall’Europa per
la ricostruzione dell’Ucraina. Il 50% dei proventi dovrebbe andare agli Usa.
Altre somme non specificate dei beni russi congelati dovrebbero essere investite
in progetti bilaterali tra Washington e Mosca.
Lorenzo Poli