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Solitudine e resistenza. Solidarietà antidoto contro l’indifferenza
Firenze 19 novembre. Mai più Senza casa Mai più Senza Gaza. Dentro e fuori ogni retorica, l’impegno delle persone che hanno portato parole dentro l’assemblea che si è tenuta al teatro Brillante gremito ieri è stato trasversalmente quello di osare il passaggio dall’analisi dei fatti all’invito all’azione di resistenza e lotta nonviolenta. Parlare del diritto all’abitare oggi significa parlare di svendita di una città con i suoi immobili che un tempo erano pubblici al privato, come sottolinea Francesca Conti interpretando questo ‘fenomeno’ nei termini di “guerra di classe dall’alto verso il basso”. Eppure, sostiene Sandro Targetti, compagno da sempre impegnato nel sostegno alle persone che restano Senza casa, è importante esserci dove accadono i fatti, mettere i propri corpi in “solidarietà e mutuo soccorso” durante gli sfratti. Dobbiamo praticare quindi un “mutualismo conflittuale”, dichiara Cristiano Lucchi, che sappia denunciare il sistema attraverso una azione politica , perché la lotta di classe consiste nel “restituire dignità” alle persone che la dignità l’hanno persa a causa del “sistema capitalista dominante”. In un tempo in cui, come ricorda Dario Salvetti, si rischia il carcere quando si praticano manifestazioni in solidarietà, in uno spazio in cui, come dichiara Ilaria Salis, la dimensione della lotta per la casa deve essere praticata dentro i quartieri così come dentro il Parlamento, l’assemblea convergente di questa sera di quasi inizio inverno dove il freddo della indifferenza dei più viene contrastato dal calore di chi ancora ha la speranza e la tenacia del persistere nelle prassi solidali anche quando scomode, fa sentire meno quella solitudine di cui anche Sandro Targetti ha parlato. Perché spesso di solitudine si muore e non solo perché si resta Senza (casa lavoro salute), ma anche perché si è Senza una rete, un intreccio di legami, perché sì, nella piazza così come nelle assemblee (quelle ricche di contenuti veri, portati anche quando dissonanti rispetto al sistema) si sente soprattutto il calore dei corpi che scelgono di invertire la rotta e sanno che questa inversione porta a salvare le vite, le vite ai margini che tornino al centro, le vite dimenticate che siano ricordate, le vite che resistono insistono chiedono di esserci solidali compagne e compagni di comuni cammini. Emanuela Bavazzano