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Buone pratiche di Comunità educanti
Il rapporto recentemente pubblicato da Assifero mostra l’efficacia degli interventi che contrastano la povertà educativa minorile, che in Italia si sta aggravando ed emerge come una delle forme più insidiose di povertà, perché non si limita alla mancanza di risorse materiali ma compromette il diritto stesso dei bambini e dei ragazzi ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare aspirazioni e talenti. Negli ultimi quindici anni l’Italia ha vissuto un incremento significativo delle condizioni di povertà e delle disuguaglianze sociali, con ripercussioni profonde sulle fasce più fragili della popolazione. L’ISTAT certifica che le persone in condizione di povertà assoluta sono passate dai 2,9 milioni del 2008 ai circa 5 milioni del 2017, raggiungendo il 23,1% della popolazione nel 2024, in costante aumento. Nello stesso arco di tempo le famiglie coinvolte sono aumentate da 1,1 a 1,8 milioni, raggiungendo 2,2 milioni nel 2024. A questo quadro già critico si aggiungono due elementi di particolare vulnerabilità: da un lato il divario geografico, con il Mezzogiorno che registra incidenze di povertà assoluta ben superiori alla media nazionale (oltre l’11% per le persone e più del 10% per le famiglie). Dall’altro la fragilità anagrafica: sono proprio i minori a pagare il prezzo più alto, con un’incidenza di povertà assoluta superiore al 12% rispetto all’8,4% medio. Nonostante il Sud rimanga l’area con le incidenze più alte di povertà, il Nord sta diventando sempre più significativo nel totale delle famiglie povere: nel 2023, il 45% delle famiglie in povertà assoluta risiedeva al Nord. In particolare, si notano povertà nuove e inaspettate che riguardano il fenomeno dei working poor, ovvero quelle persone o quei nuclei familiari che lavorano, spesso anche come dipendenti, ma che fanno fatica ad arrivare a fine mese e che oggi rappresentano il 30% degli occupati. Di recente è stato presentato un rapporto, redatto da Ilaria De Cave e Alessia Trabucco di Assifero, l’associazione italiana delle fondazioni ed enti filantropici, in collaborazione con le Fondazioni di comunità di Lecco, Brescia, Mirafiori e Napoli, che restituisce i risultati e le buone pratiche emerse nell’ambito di diverse progettualità sostenute da Impresa Sociale Con i Bambini, tra le quali il progetto “Le radici e le ali”, offrendo modelli e strumenti per rafforzare le comunità educanti nei territori. Un contributo condiviso che valorizza l’impegno congiunto delle fondazioni nella lotta alla povertà educativa e nella costruzione di ecosistemi educativi inclusivi e sostenibili, collaborazioni e sinergie tra diversi attori, il rapporto di Assifero illustra, in particolare, alcune buone pratiche che meritano particolare attenzione per il loro grado di trasferibilità. Ne riportiamo due. “Giovani Competenti” – Promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese si presenta come un’iniziativa di impegno civico, retribuito, per i giovani del territorio dai 16 ai 24 anni che si trovano in un momento di riflessione e costruzione del proprio futuro formativo e professionale e che decidono di intraprendere un impegno continuativo ma temporaneo all’interno di enti che promuovono cultura, turismo e comunicazione ed educazione. Ogni ragazzo sceglie liberamente l’attività che desidera svolgere e l’ente ospitante in numerosi Comuni del territorio. In questo modo, alcuni si dedicano all’attività del doposcuola, accompagnando i più piccoli nei compiti e nelle attività quotidiane, mentre altri lavorano nei musei e negli uffici turistici o info point, come quelli sul Lago di Como, o nelle RSA del territorio. Quest’esperienza rappresenta un’occasione di orientamento e apprendimento per i giovani coinvolti che vengono accompagnati da tutor e supportati da un percorso di formazione parallelo e di gruppo durante tutto il periodo. L’iniziativa si inserisce in una rete di progetti territoriali che promuovono la crescita dei giovani, grazie al contributo di Alleanze Educative, con capofila Impresa Sociale Girasole, finanziata da Con i Bambini; BEST, con ente capofila l’Associazione Punto Famiglia Per, finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese; e Fondo Welfare, A.G.ORÀ – Ai Giovani ORA con capofila la Parrocchia Sant’Alessandro in Barzio, finanziato da Fondazione Cariplo. Comunità educante alla Rete Educativa Sanità – Le iniziative realizzate dalla Fondazione di Comunità San Gennaro grazie ai bandi di Con i bambini sono molteplici e si inseriscono nella più ampia missione di creare e sviluppare la comunità educante stessa per superare la logica del singolo progetto. In questo contesto, la comunità educante pone le sue basi quasi dieci anni prima della Fondazione di Comunità San Gennaro, sviluppandosi in diverse associazioni territoriali, oggi partner fissi delle progettualità educative della fondazione. La progettualità di “Batti il Cinque!” ha rappresentato per la fondazione e per il quartiere del Rione Sanità, dove opera principalmente, un’esperienza di consolidamento della comunità educante già esistente, permettendo di fatto un ragionamento di sistema con altre quattro fondazioni sul territorio nazionale. Il polo territoriale di Napoli, nel corso della terza annualità del progetto ha raggiunto 1420 minori, di cui 89 in condizione di vulnerabilità economica, 20 portatori di Bisogni Educativi Speciali e 50 di origine straniera. Nel contesto napoletano i centri educativi e sportivi gestiti dagli enti del Terzo Settore hanno giocato un ruolo fondamentale, diventando presidi e spazi per attività progettuali di doposcuola, recupero e potenziamento didattico, laboratori didattici-formativi, espressivi, sportivi e di cittadinanza attiva. Alcuni degli enti del Terzo Settore coinvolti sono stati Il Grillo Parlante Onlus, la Casa dei Cristallini Associazione di Promozione Sociale, la Cooperativa Sociale La Paranza, che continuano tutt’ora la collaborazione con la fondazione. Significative in questo contesto sono anche le attività di scoperta del patrimonio culturale del Rione Sanità che hanno coinvolto i ragazzi, non solo come visitatori ma anche come guide e custodi dei beni della comunità. Dal punto di vista delle attività di sostegno al nucleo familiare, sono stati creati anche percorsi di sostegno e accompagnamento sociale delle famiglie, azioni di prevenzione dell’abbandono scolastico e della dispersione, attraverso colloqui con i genitori, attività di gruppo per le famiglie, laboratori genitori-figli ed interventi di educativa domiciliare, coinvolgendo ben 92 genitori nella realizzazione dei patti di corresponsabilità educativa. BUONE PRATICHE E PROCESSI A CONFRONTO: COMUNITÀ EDUCANTI TRA NORD E SUD ITALIA – rapporto ASSIFERO 2025 Giovanni Caprio