ECUADOR: BOCCIATI TUTTI I REFERENDUM PROPOSTI DAL PRESIDENTE CONSERVATORE NOBOA
Il presidente dell’Ecuador, l’esponente di destra Daniel Noboa, ha riconosciuto
la pesante quanto inattesa sconfitta nella consultazione refendaria da lui
promossa domenica 16 novembre.
Il “no” ha prevalso in tutti e quattro i quesiti, a partire dal primo, relativo
alla richiesta di eliminare “il divieto di istituire basi militari o
installazioni straniere per scopi militari e di cedere basi militari nazionali a
forze armate o di sicurezza straniere”, con esplicito riferimento agli accordi
politici tra Noboa e il suo sodale Trump, negli Usa, per la riapertura della
base di La Manta, nel Pacifico, e di quella (nuova) ipotizzata nell’arcipelago
delle Galapagos. In questo caso, i no hanno raggiunto il 61%, contro il 39% di
sì.
Il secondo quesito, il B, era relativo all’eliminazione delle “risorse del
bilancio generale dello Stato alle organizzazioni politiche”, riducendo ancora
di più così la partecipazione popolare. In questo caso, i no sono arrivati al
58%, contro il 42% di sì. Lievemente più combattuto – 54% di no, 46% di sì – il
quesito C, che chiedeva di ridurre i parlamentari. Nettissima infine, la
bocciatura arrivata sul quesito D, con cui Noboa puntava a convocare
“un’Assemblea Costituente…per redigere una nuova Costituzione della Repubblica
dell’Ecuador”. In questo caso, il 62% dei votanti ha respinto l’istanza, contro
un 38% di favorevoli al progetto noboista di “riscrivere una Carta
costituzionale con una chiara matrice neoliberista e rivolta alle
privatizzazioni” scrive su Pagine Esteri Davide Matrone, docente universitario e
ricercatore italiano, da Quito.
Dietro lo stop a Noboa, rieletto trionfalmente come presidente solo pochi mesi
fa, nell’aprile 2025, ci sono anche le contraddizioni sociali e politiche
dell’Ecuador, che lo stesso Matrone identifica in particolare nel durissimo
sciopero nazionale durato 30 giorni a seguito al taglio del sovvenzionamento
statale alla benzina, in ossequio ai diktat dell’FMI e contestata radicalmente
da sindacati, studenti e comunità native; mobilitazioni a cui esercito, polizia
e governo hanno reagito con “l’uso spropositato delle armi, l’abuso di potere e
la prepotenza […] la repressione e l’unilateralità di Noboa non gli hanno
giovato in questa tornata elettorale”.
Su Radio Onda d’Urto la corrispondenza, da Quito, con lo stesso Matrone, nostro
collaboratore. Ascolta o scarica