Obbligo di leva in Germania: venti di guerra all’orizzonte
Come ampiamente annunciato, la Germania si appresta ad operare importanti
cambiamenti per quanto riguarda il sistema del reclutamento militare;
l’obiettivo è chiaro: aumentare di 80.000 uomini gli effettivi dell’esercito e
arrivare ad avere 200.000 riservisti (clicca qui per la notizia).
Il problema dei guerrafondai tedeschi è quello di tutti i governi europei:
inserire una qualche forma di obbligo senza suscitare una poco controllabile
opposizione nella popolazione giovanile e nell’opinione pubblica tutta. Per
questo anche la Germania si è ispirata al modello scandinavo: un questionario
iniziale obbligatorio, una prima selezione e successivamente visite militari
obbligatorie; la selezione punta a ridurre drasticamente il numero dei giovani
non volontari che saranno costretti a svolgere un periodo di leva.
Tuttavia, accanto a questo è necessario rendere più attraente il servizio
militare per il quale sono previsti forti aumenti economici (2.600 euro al mese)
e incentivi vari (come un aiuto per prendere la patente). Il governo tedesco si
riserva comunque la possibilità di estendere l’obbligo di leva se le condizioni
internazionali lo richiederanno e in questo caso i giovani da chiamare al
servizio militare saranno sorteggiati.
Il primo step è dunque quello di aumentare il numero di volontari, ma per
ottenerlo c’è bisogno non solo di incentivi economici e pratici, ma soprattutto
è necessario investire molto in propaganda, nella diffusione di quella cultura
della difesa che tanto si sta dispiegando anche nel nostro paese; si punta così
ad un intervento più diretto nelle scuole: in Germania si parla di introdurre
nelle scuole due ore settimanali nelle scuole di cultura della sicurezza,
seguendo in questo le raccomandazioni arrivate direttamente dal parlamento
europeo e già attive in Polonia.
Sempre nel solco della ricezione delle raccomandazioni europee, non manca il
potenziamento in direzione militare e della sicurezza del servizio civile,
nell’ottica di una difesa totale che deve coinvolgere il maggior numero di
cittadini possibili.
La Germania dunque punta molto concretamente a costruire la difesa più forte
d’Europa e lo fa con massicci investimenti in armi e in personale (si prevede la
programmazione di un progressivo aumento delle spese militari fino ad arrivare
nel 2029 a 152,83 miliardi).
Ciò che sta accadendo oggi in Germania deve preoccupare tutta l’Europa, non solo
perché sembrano riaffiorare i fantasmi delle due guerre mondiali del secolo
scorso, ma perché se una potenza politica e economica come la Germania decide di
intraprendere un percorso di queste dimensioni (sia come investimento economico
sia sfidando l’impatto con la propria opinione pubblica), significa che i
guerrafondai davvero pensano a una guerra imminente e noi dobbiamo da subito con
tutte le nostre forze impedire che ciò avvenga, intralciando tutti i loro piani
di propaganda, e per quanto ci riguarda più direttamente come Osservatorio
contro la militarizzazione delle scuole e delle università continuare a
costruire opposizione alla militarizzazione delle nostre scuole.
Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università