Valditara e Nordio concordano: il sovraffollamento è positivo a scuola e in carcere
Le dichiarazioni politiche nel nostro Paese stanno toccando in queste settimane
vette di rigore logico-argomentativo che difficilmente dimenticheremo.
Il Ministro Valditara, dell’Istruzione e del Merito, nel suo recente intervento
al forum Welfare Italia, ha dichiarato che:
“Il numero degli alunni per classe non fa la differenza”. Al contrario, “studi
dell’Invalsi ci confermano che quando il rapporto docenti-studenti è troppo
basso il rendimento non migliora, anzi peggiora”.
A seguire, il Ministro della Giustizia Nordio, nel suo intervento alla cerimonia
celebrativa sulla legge di ordinamento penitenziario
“I suicidi ai quali assistiamo non sono per niente collegati al
sovraffollamento. Semmai, paradossalmente è il contrario. Il sovraffollamento è
una forma di controllo reciproco tra chi sta in carcere e molti suicidi sono
stati sventati proprio perché c’era il controllo dei co-detenuti. Il
sovraffollamento determina semmai l’aggressività, ma quello che determina il
suicidio è la solitudine”.
Quindi in classe come in carcere il sovraffollamento è un vantaggio. Per la
scuola lo “dimostra” l’INVALSI, che probabilmente avrà fornito i dati anche a
Nordio per le carceri.
Come interpretare queste uscite istituzionali? Lettura frettolosa di dati
compiacenti? Pessime freddure? Prove di attenzione dell’uditorio? Rievocazione
di schemi antichi (più si è meglio è)?
Crediamo si tratti di altro. Una sfacciata dimostrazione di autorità: parole che
calpestano il senso di chi le carceri e le scuole le conosce davvero, che
sviliscono l’intelligenza di chi nelle carceri e nelle scuole ci lavora. Un’
ennesima prova delle modalità di governo verso cui siamo scivolati e che adesso
trovano la sintesi compiuta nel Valditara-Nordio pensiero: la legge del più
forte, la cui parola vale più di qualsiasi altra, proclamata pur contro ogni
logica.