Torino, annullata la conferenza “Russofobia, russofilia, verità”. La risposta di Angelo D’Orsi
Non è tardata ad arrivare la risposta del prof. Angelo d’Orsi che con un
comunicato ufficiale ha umiliato il PD torinese, nazionale e Pina Picierno.
Massima solidarietà al Professor Angelo d’Orsi e condivisione come chiesto da
quest’ultimo nel medesimo comunicato. Nella città di Gramsci e Gobetti, medaglia
d’oro alla Resistenza, è una vergogna che un sindaco del PD vieti – sulla linea
della cancellazione delle esibizioni degli artisti russi – una conferenza sul
conflitto russo-ucraino ad un noto esponente dell’accademia torinese solo perché
contrasta con la vulgata del regime NATO sostenuta senza pudore dal governo
Meloni, dalla destra italiana, dai neoliberali Renzi e Calenda e dal PD. Di
seguito il comunicato di D’Orsi.
La mia conferenza “Russofobia, russofilia, verità”, prevista l’11 novembre a
Torino nei locali del Polo del ‘900 è stata inopinatamente annullata. L’accusa
che ‘spiega’ l’annullamento è la stessa che ha impedito al direttore d’orchestra
russo Gergiev, al baritono Abdrazaov, per citare solo gli ultimi episodi di
cronaca, ossia di fare ‘propaganda’. E quindi senza neppure aspettare che io
tenga la mia conferenza vengo poco democraticamente silenziato in nome della
democrazia, di cui l’Occidente sarebbe il faro, mentre la Russia di Putin affoga
nella ‘autocrazia’.
Chi sono io? Sono un ‘terrone’ (salernitano) e vivo a Torino dal 1957, e vi ho
compiuto tutti gli studi dalle Medie all’Università dove mi sono laureato con
Norberto Bobbio. Sono stato professore ordinario di Storia del pensiero politico
nell’ateneo cittadino, e ho insegnato nelle Facoltà di Scienze politiche e di
Lettere e Filosofia, diverse altre discipline. Ho collaborato alla creazione
dell’Archivio storico dell’ateneo e ho inventato e diretto per un quindicennio i
‘Quaderni di Storia’ dell’Università di Torino. E tra i miei libri ve n’è uno,
molto corposo, specificamente dedicato alla nostra università (Allievi e
maestri, l’Università di Torino tra 800 e 900).
Ho 43 anni di docenza alle spalle, senza contare gli ultimi tre anni nei quali
sono stato docente a contratto al Politecnico. Ho presieduto per anni il più
importante corso di laurea della mia Facoltà, quello in Scienze politiche. Di
Torino ho studiato la storia culturale pubblicando opere rimaste come pietre
miliari, a cominciare da La cultura a Torino tra le due guerre (2000) il libro
più discusso in quell’anno, vincitore di premi importanti. Ho scritto la
biografia dei tre iconici intellettuali del 900 che hanno operato sotto la Mole:
Antonio Gramsci, Leone Ginzburg e ultimo Piero Gobetti, che uscirà in libreria
tra qualche mese. Ho fondato e diretto le riviste ‘Historia Magistra’ e
‘Gramsciana’ che escono tuttora e sono considerate testate autorevoli a livello
internazionale. Sul piano della milizia civile, dopo essere stato redattore capo
del glorioso foglio di GL ‘Resistenza’, ho fondato e diretto ‘Nuova Sinistra’ e,
anni dopo, ‘Nuvole’, che poi ho abbandonato.
Giornalista pubblicista del 1971 (ho ricevuto la targa per i Decani dei
giornalisti piemontesi), ho collaborato intensamente per un ventennio al
quotidiano La Stampa e ad altri quotidiani (Corriere della Sera, Il Sole 24 ore,
Il Manifesto…). Ho pubblicato oltre 50 volumi, e miei scritti sono usciti in
inglese francese spagnolo portoghese tedesco serbocroato: è appena stata
pubblicata la traduzione spagnolo della mia biografia di Gramsci, per citare
solo l’ultimo esempio. Ho preso parte, sempre, alla vita culturale e al
dibattito civile e politico, da indipendente, in città e sul piano nazionale
Sono stato anche, sempre come indipendente, candidato sindaco di una coalizione
di sinistra. Le mie posizioni di sinistra sono note a tutti, e non tocca a me
sottolineare il mio peso di studioso e di intellettuale, ma credo sia
universalmente riconosciuto.
Ebbene, non avrei mai (e dico mai) potuto immaginare che venisse annullata una
mia conferenza nella mia città. Era previsto anche un collegamento dal Donbass
con un giornalista italiano, Vincenzo Lorusso, in quanto autore di un recente
volumetto intitolato ‘De russophobia’, quindi persona informata e qualificata
per parlare. Ma questo era un ‘di più’: il cuore dell’incontro annullato era
precisamente la mia conferenza. Dopo un comunicato di una ignota associazione
ucraina e di una sigla legata al Partito Radicale (che, ricordo, ha sempre
sostenuto le forze di estrema destra nei Balcani e ora in Ucraina, contribuendo
a far scarcerare il responsabile dell’omicidio del nostro fotoreporter Andrea
Rocchelli, nel Donbass), è scesa in campo la ben nota Pina Picierno (che ricopre
la carica di vicepresidente del Parlamento UE), la quale e ha chiesto anzi
ingiunto al sindaco di Torino di far annullare l’evento. Così è avvenuto. E io
l’ho saputo da un post gongolante della stessa signora, prima che gli
organizzatori me lo comunicassero.
Ora mi aspetto che la ministra dell’Università venga al mio fianco e mi faccia
tenere la conferenza come ha fatto con rulli di tamburi e squilli di trombe con
Emanuele Fiano (al quale nessuno aveva vietato di tenere conferenza, ma era
stato contestato dagli studenti, cosa ben diversa e che dopo l’episodio sta
girando la Penisola per godere dei frutti di quell’episodio).
Mi aspetto che il sindaco di Torino dichiari di non essere intervenuto per
bloccare la conferenza.
Mi aspetto che l’ANPPIA nazionale che a quanto leggo su agenzie di stampa
avrebbe sconfessato la sezione locale, ente organizzatore della conferenza, mi
chieda scusa. E aspetto le scuse anche della presidenza e della direzione del
Polo del ‘900.
Mi aspetto che la segretaria del PD sconfessi la Picierno. Mi aspetto un gesto
di solidarietà dal mondo accademico e intellettuale, almeno cittadino.
Temo che nessuno di questi atti avverrà. Perciò chiedo alle testate
giornalistiche con le quali ho collaborato in passato o collaboro nel presente,
e ai programmi televisivi delle diverse reti di quali sono stato e sono
frequentemente ospite di pubblicare questa mia o di darmi spazio per esporre
pubblicamente le mie ragioni nel primo momento utile. Che ad uno storico di
professione, un accademico ‘togato’, frequentemente invitato a tenere lezioni in
Europa e fuori (le prossime saranno a Parigi, Saragozza, Barcellona, Teheran),
venga impedito di tenere una pubblica conferenza è un fatto inaccettabile, di
cui sarebbe vergognoso tacere o sarebbe colpevole sottovalutare.
Angelo D’Orsi
Redazione Italia