Catania, 10 novembre, presentazione inchiesta e dossier sul riarmo accademico di Altrəconomia
LUNEDÌ, 10 NOVEMBRE ALLE ORE 17:30
CATANIA, MONASTERO DEI BENEDETTINI, UNIVERSITÀ DI CATANIA
Pubblichiamo la sintesi che l’Osservatorio DIGA di Catania (formato da docenti
universitari, che hanno raccolto circa 500 firme per bloccare le relazioni
accademiche con Israele) ha prodotto relativamente ad un dossier ben articolato
sul coinvolgimento dell’Università di Catania con la filiera bellica. Proprio
l’Osservatorio DIGA, insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle
scuole e delle università, sarà protagonista di un incontro il 10 novembre a
Catania.
Mentre a Gaza continuano le violenze, altri morti e aiuti umanitari bloccati
arbitrariamente, le nostre attività di protesta e la richiesta di azioni
concrete non si sono fermate. A metà del mese di ottobre abbiamo completato il
dossier sulle relazioni tra UNICT, enti e università israeliane e l’industria
bellica, contenente una mappatura dei rapporti e delle conseguenze nei territori
colpiti direttamente dalla guerra e che evidenzia i rischi concreti della
stessa libertà di ricerca. Il report è stato consegnato al rettore Enrico Foti e
alla commissione d’Ateneo già incaricata di verificare l’esistenza di
connessione diretta o indiretta tra Unict e attività belliche come previsto
dall’ art.28 c.4 dello Statuto d’Ateneo.
Di seguito una sintesi.
RAPPORTO DIGA (DISUGUAGLIANZE, INFORMAZIONE, GUERRA, AMBIENTE) SULLE RELAZIONI
TRA UNICT, ENTI E UNIVERSITÀ ISRAELIANE E L’INDUSTRIA BELLICA
Contesto e motivazione
Negli ultimi anni si è acuita la pressione internazionale sulle istituzioni
israeliane per il loro ruolo nei territori palestinesi occupati: dal
pronunciamento della Corte di Giustizia Internazionale (19 luglio 2024) sulla
illiceità del sistema di occupazione, al riconoscimento da parte
dell’International Association of Genocide Scholars (31 agosto 2025) della
sussistenza di elementi di genocidio a Gaza, fino alle conclusioni della
Commissione d’inchiesta ONU (16 settembre 2025). In tale quadro, la Campagna
palestinese per il Boicottaggio Accademico (PACBI) e il movimento BDS hanno
rinnovato l’appello a sospendere relazioni istituzionali con università e enti
accademici ritenuti complici delle politiche di occupazione e repressione. Il
dossier DIGA analizza le relazioni tra l’Università di Catania (UNICT),
università ed enti israeliani e l’industria bellica (in particolare Leonardo
S.p.A.), verificandone la coerenza con la missione pubblica dell’ateneo e con
l’art. 28 c.4 dello Statuto.
Ambito e principali relazioni esaminate
Tra gennaio 2021 e giugno 2025 UNICT ha stipulato almeno otto
accordi/partenariati con istituzioni israeliane (coinvolgendo 6 dipartimenti:
DEI, DICAR, DSFS, DMI, BIOLMG e la Scuola di Medicina). Molti sono progetti
Horizon o equivalenti; alcuni esempi rilevanti:
• Progetti H2020/Horizon: RESTCOAST (BIOMLG + INPA), SOB4ES (BIOMLG + ARO),
progetti DICAR con The Hebrew University, progetti DEI con BenGurion University,
e iniziative di AI/semiconduttori (NeAIxt, HiConnects).
• Accordi di mobilità/coop.: Scuola di Medicina + Hebrew University (2021–2026).
Parallelamente, UNICT intrattiene rapporti con Leonardo S.p.A.: progetti di
ricerca applicata, borse di dottorato, tirocini, “Exploit my Patent”, talent
programmes e partnership su AI e semiconduttori (es. FAIR, GENESIS).
Risultanze critiche principali
Rapporti con università e enti israeliani
1. Evidenze critiche sulla Hebrew University: documentazione storica e recente
(espropri territoriali, espansione del campus a Monte Scopus su aree oltre la
Green Line, collaborazioni con l’apparato militare, repressione del dissenso
accademico) pone questioni di incompatibilità politica e morale con la missione
dell’ateneo. Recenti sospensioni/istanze da altri atenei rafforzano il
fondamento delle preoccupazioni.
2. Progetti ambientali e agricoli (RESTCOAST, SOB4ES): la cooperazione con INPA
(Autorità israeliana parchi e natura) e ARO solleva problemi peculiari. INPA è
descritta come agente di “sionismo verde” che usa strumenti di conservazione per
finalità di controlloterritoriale e di esproprio; ARO è organo governativo con
legami a pratiche agricole e territoriali che coinvolgono territori occupati.
L’attività congiunta rischia di risultare complice di processi di ecocidio e di
esclusione delle comunità locali.
Rapporti con Leonardo spa
3. 4. Dualuse e trasferimento tecnologico: progetti su AI, cybersecurity e
semiconduttori, oltre a partnership con aziende della difesa (attraverso
Leonardo), implicano rischi concreti di riutilizzo militare e di sorveglianza
delle competenze e dei risultati scientifici prodotti. Opacità contrattuale e
insufficienza di garanzie etiche: numerose convenzioni prevedono NDAs, clausole
di esclusività IP e formulazioni generiche di finalità, ostacolando verifiche
pubbliche e duediligence etiche. Mancano clausole automatiche di sospensione o
divieti di destinazione a usi militari.
Valutazione giuridicoetica
Lo Statuto UNICT (art. 28 c.4), i codici internazionali sull’integrità della
ricerca (ALLEA, UNESCO) e il principio di precauzione forniscono una base
normativa ed etica per intervenire. L’obiettivo non è la censura di singoli
accademici, ma la sospensione e la revisione di relazioni istituzionali che
legittimino o favoriscano pratiche contrarie ai diritti umani e alla
sostenibilità ambientale, come nel caso del genocidio a Gaza.
Proposta cautelare e raccomandazioni operative
DIGA propone una linea d’azione urgente, proporzionata e trasparente:
Misure immediate (entro 7 giorni)
• Sospensione cautelare: blocco immediato e temporaneo (periodo iniziale
proposto: 90 giorni) di ogni nuovo avvio e, per componenti sensibili, delle
relazioni istituzionali formali con i soggetti più critici (in particolare:
Hebrew University of Jerusalem; Israel Nature and Parks Authority – INPA;
Agricultural Research Organization – ARO; altri enti/aziende identificati). La
sospensione riguarda i rapporti istituzionali, non l’attività individuale non
vincolata da accordi formali.
• Nomina Commissione indipendente: istituzione entro 7 giorni di una Commissione
mista (docenti, rappresentanti studenteschi, esperti esterni in diritto
internazionale/diritti umani/etica) con mandato scritto e termine massimo (es.
60 giorni) per acquisire documenti, valutare destinazioni d’uso e proporre
raccomandazioni puntuali (mantenimento, rinegoziazione, cessazione).
Misure a breve/medio termine (entro 3 mesi)
• Pubblicazione: registro pubblico dei rapporti (ultimi 5 anni) e pubblicazione
di estratti contrattuali non sensibili.
• Clausole etiche obbligatorie: inserimento di valutazioni d’impatto,
limitazioni di destinazione d’uso, obbligo di open publication e clausole
risolutive in tutti i nuovi accordi.
• Garanzie per studenti e personale: piani di tutela per completamento dei
percorsi e opzioni alternative di ricerca.Misure strutturali (6–12 mesi)
• Aggiornamento regolamentare per tradurre art. 28 c.4 in procedure operative
chiare (criteri di incompatibilità, tempi, organo decisionale).
• Programmi permanenti di formazione su “dual use”, etica della ricerca e
impatti socioambientali.
Conclusione
Alla luce delle evidenze raccolte, la sospensione cautelare e l’istruttoria
pubblica e indipendente sono misure proporzionate e necessarie per tutelare la
coerenza statutaria dell’Ateneo e prevenire responsabilità etiche e
reputazionali. L’adozione rapida di trasparenza, clausole etiche vincolanti e
procedure partecipate costituisce la via per conciliare libertà accademica
individuale e responsabilità istituzionale pubblica. In questa direzione, un
approccio critico e coerente con la missione pubblica dell’università
rappresenta la condizione necessaria per evitare che la formazione e la ricerca
diventino strumenti di legittimazione del complesso militare-industriale e del
genocidio in Palestina, preservando così il ruolo dell’istituzione come spazio
di conoscenza libera, giustizia e responsabile.
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