Cop30 in Brasile e la guerra a Madre Natura. Intervista a Antonio Lupo
Il Brasile ospiterà la Cop30, partendo già male in nome del greenwashing,
dell’agrobusiness e della Guerra a Madre Natura. Ne parliamo con Antonio Lupo,
oncologo ed ematologo ex-aiuto primario all’Ospedale Niguarda di Milano, membro
di Medici per l’Ambiente -ISDE e del Comitato Amigos Sem Terra Italia.
Ambientalista da molti anni a fianco del Movimento Sem Terra in Brasile, con cui
ha avuto esperienza di medicina territoriale; del Movimento La Via Campesina,
una delle più grandi organizzazioni contadine ed ecologiste del Sud del Mondo a
cui aderiscono più di 200 milioni di contadini e di Navdanya International,
organizzazione ecologista e contadina internazionale fondata dall’attivista
indiana Vandana Shiva, che si occupa di agroecologia e conservazioni dei semi.
Qual è la tua esperienza nei movimenti ecologisti internazionali?
Sono un vecchio medico ospedaliero, negli ultimi anni di attività anche medico
di Base. Nei primi anni ’90, avendo collaborato per diversi anni con il NAGA ,
una importante associazione di volontariato di Milano, ancora molto attiva, che
cura ogni giorno i migranti senza permesso di soggiorno, ho imparato dai
migranti tante cose sul percorso di “malattia” di ogni persona, che è anche un
fatto sociale e culturale, tutte cose che non mi avevano insegnato né insegnano
all’Università.
Essendo nato e vissuto a Milano fino alla pensione conoscevo ben poco di Madre
Natura e dei suoi cicli: ho iniziato a imparare qualcosa dal 2004, quando
abbiamo iniziato ad andare in Brasile, conoscendo il Movimento Sem Terra (MST) e
vivendo per lunghi periodi negli accampamenti dei suoi meravigliosi contadini,
che occupano le terre incolte, per restare contadini e non essere espulsi nelle
tremende Favelas delle megalopoli del Brasile, dove vivono 16,4 milioni di
persone (dati 2022), e dove in gran parte comandano le bande mafiose, spesso in
“buoni” rapporti con la polizia. Siamo tornati in Brasile 6 volte e siamo andati
a conoscere anche i contadini e i popoli di Bolivia, Cile, Argentina, Cuba e
Honduras in America Latina, un Continente ancora “sotto il tacco”, non solo
degli USA, ma di tutto il colonialismo europeo, che lo ha invaso e massacrato
nel 1500 e continua a condizionarlo, con speculazioni sulla sua produzione di
materie prime ed export.
Da 28 anni siamo fuggiti da Milano e dalla sua aria velenosa, come quella di
tutta la Pianura Padana, la terza area per maggior inquinamento dell’aria in
UE, dopo Polonia e Repubblica Ceca. Viviamo in una città della Liguria, a pochi
metri dal mare, tutti giorni vediamo il nostro splendido Mediterraneo soffrire,
ancor più di tutti mari e Oceani, e maledirci per l’inquinamento e il
surriscaldamento dell’acqua marina di origine antropica, che continua a
danneggiare il fitoplancton e quindi la metabolizzazione della CO2, che produce
ossigeno.
I Mari e gli Oceani ricoprono il 70% della superficie terrestre e con
l’atmosfera, comandano e rego-lano tutti i cicli naturali e quindi anche la
terra (che è solo il 30%) e i suoi abitanti. Ricordiamocelo!
Da qualche anno non andiamo in Brasile, ma siamo sempre grandi amigos di Via
Campesina Inter-nazionale (un movimento mondiale di 200 milioni di piccoli
contadini) e dei contadini brasiliani Sem Terra, che sono diminuiti di numero
per l’offensiva spietata delle multinazionali mondiali dell’agrobusiness, che li
espellono dalla terra ( l’urbanizzazione in Brasile è arrivata al 92%, come in
Argentina!) e continuano a deforestare, per coltivare prodotti per i mangimi, da
esportare per gli allevamenti intensivi in Europa e Cina. Questi prodotti
agricoli sono soprattutto la soia OGM e Mais OGM, coltivati in Brasile (e
anche in Argentina), dove si utilizzano pesticidi proibiti in UE (atrazina,
acefato, clorotalonil e clorpirifos, i 4 più usati, pesticidi venduti in
Brasile, anche da aziende con sede in Ue. Che vergogna!.
E poi noi italiani, dove finora è proibito fare coltivazioni OGM, mangiamo,
beati, questi prodotti, spesso ultraprocessati, di animali nutriti nei nostri
allevamenti intensivi con questi foraggi, coltivati con pesticidi proibiti in
Ue, perchè patogeni! Come siamo stupidi! D’altronde sulle etichette di questi
prodotti è proibito scrivere cosa ha mangiato l’animale, la grande tedesca
Bayer, che produce enormi quantità di pesticidi, anche proibiti, e medicinali
non vuole!
Cosa pensi della Cop30 che si terrà in Brasile?
Dal 10 al 21 novembre la COP 30 si svolgerà in Brasile a Belem, alla Foce del
Rio delle Amazzoni, 6.400 Km, il secondo fiume più lungo del mondo, dopo il
Nilo.
Tranne che su media specializzati, se ne è parlato pochissimo sui media, anche
perchè il genocidio ( non una guerra!) a Gaza e la guerra in Ucraina hanno
monopolizzato opinione pubblica e stampa.
I Movimenti mondiali, soprattutto quelli contadini ed ecologisti, prevedono che
ne uscirà ben poco. Joao Pedro Stedile, uno dei fondatori e leader del MST, ha
affermato pubblicamente che la COP30 sarà una grande farsa, nonostante l’urgenza
di affrontare la crisi climatica in aumento vertiginoso, sopra-tutto il
surriscaldamento globale, con conseguenti desertificazione, crisi idriche,
eventi estremi ecc.
Si parla genericamente di crisi climatica e di transizione ecologica, ma in
realtà siamo nel CAOS climatico: l’unica sola via è smettere di fare la Guerra
al Madre Natura ed eliminare l’utilizzo di carbonfossili e la conseguente
emissione di gas serra.
Il Re Petrolio continuerà ad essere centrale come sempre nelle politiche
internazionali e nella geopolitica?
Gli impegni assunti nel 2015 da 196 Paesi, con l’Accordo di Parigi alla COP21,
per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C sono
falliti, per “l’insufficienza degli stanziamenti finanziari, mentre 956 miliardi
di dollari sono stati spesi dai governi nel 2023 in sussidi netti ai
combustibili fossili. Le strategie di aumento della produzione dei 100 colossi
mondiali del petrolio e del gas porterebbero le loro emissioni a superare di
quasi tre volte i livelli compatibili con il limite degli 1,5°C. E tuttora le
banche private investono nel fossile.”
Re Petrolio continuerà a comandare, all’aumento delle Rinnovabili in molti paesi
“ricchi” non corrisponde una diminuzione dei consumi di Petrolio e gas: ad es.
“in Italia nel 3° trimestre 2024, la produzione energetica da fonti rinnovabili
è cresciuta dell’8%, ma accanto al calo del carbone, c’è stato un maggiore
utilizzo di gas (+3%) e petrolio (+2,5%), con il primo in ripresa nella
generazione elettrica e il secondo trainato dall’aumento della mobilità”
E’ inutile girarci attorno, il problema rimangono i Paesi più industrializzati…
Abissali sono le differenze di consumi elettrici/ab ed emissioni di CO2/ ab tra
i paesi ricchi e quelli del Sud del mondo, più che evidenti se confrontiamo ad
es. i dati 2022 di USA e Nigeria, due paesi con centinaia di milioni di
abitanti:
1- Speranza vita: USA Uomini 74 anni, Donne 80 anni, Nigeria Uomini 53 anni,
Donne 54
2- Consumi elettrici/ab : -USA12.393 kWh , Nigeria 144 kWh
3- Emissioni di CO2/ ab: USA 14,95 Ton., Nigeria 0,59 Ton.
Confrontiamo anche i dati 2022 del Brasile, una colonia fino al 1822, con 213
milioni di abitanti, grande 27 volte l’Italia (densità 25 ab.Kmq), e
dell’Italia, 59 milioni abitanti ( densità 195 ab.Kmq):
1- Speranza vita: Brasile Uomini 70 anni, Donne 76 anni, Italia
Uomini 79 anni, Donne 86
2- Consumi elettrici/ab : Brasile 2710 kWh , Italia 4872 kWh
3- Emissioni di CO2/ab: Brasile 2,25 Ton., Italia 5,73 Ton.
Alla Cop30 quindi si discuteranno le false soluzioni alla crisi climatica?
A Belem (Stato del Parà), dal 12 al 16 novembre si terrà la Cupola dei Popoli,
in parallelo alla riunione di COP30, organizzata dai movimenti dell’America
Latina, compreso MST, a cui parteciperanno circa 15 mila delegati di tutti i
movimenti mondiali, per confrontarsi e sollecitare ai Governi riuniti nella
COP30 vere soluzioni, non quelle false come i Mercati del Carbonio, la
geoingegneria, il sequestro e stoccaggio del carbonio.
Tutti i movimenti sono contro i Crediti di Carbonio, una nuova forma di
colonizzazione capitalista, uno strumento finanziario, per cui un’entità, che
non può ridurre direttamente le proprie emissioni, può acquistare il diritto a
emettere CO2, compensando tale emissione attraverso investimenti in progetti che
la riducono altrove. In un manifesto pubblicato alla vigilia della COP30, 55
movimenti e organizzazioni di 14 paesi dell’America Latina e dei Caraibi si sono
riuniti per respingere i mercati del carbonio e difendere i loro territori
contro una valanga di progetti di compensazione del carbonio che sta causando
danni in tutta la regione. Una nuova ricerca di Oxfam e del CARE Climate Justice
Centre, pubblicata il 6 Ottobre 2025 rileva che per ogni 5 dollari ricevuti, i
paesi in via di sviluppo ne restituiscono 7. A livello globale, quasi il 70% dei
finanziamenti viene erogato sotto forma di prestiti anziché di sovvenzioni.
Il fatto che la Cop30 avverrà nel Brasile di Lula è un segnale di multipolarismo
o di ennesimo avallo all’estrattivismo?
La Cop30 sarà presieduta da Lula, Presidente del Brasile, il cui Governo, che ha
aderito all’Opec, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, nel
febbraio 2025). Dopo 5 anni di battaglia tra Petrobras, l’industria petrolifera
statale brasiliana, e Ibama, l’organismo di controllo ambientale, il governo
Lula ha autorizzato il 20 ottobre 2025 l‘esplorazione, ai fini di successive
trivellazioni di 19 Blocchi alla Foce del Rio delle Amazzoni.
“Il progetto prevede la perforazione di un pozzo esplorativo nel Blocco 59, un
sito offshore a 500 km dalla foce del Rio delle Amazzoni e a 160 km dalla costa,
ad una profondità di oltre 2.800 metri. L’area, nota come Margine equatoriale, è
considerata una promettente nuova frontiera petrolifera, sull’onda delle grandi
scoperte offshore operate nella vicina Guyana. Secondo Petrobras, le
trivellazioni, inizieranno immediatamente e dureranno cinque mesi. E’ un
progetto prioritario per Lula, che sostiene che le maggiori entrate derivanti
dal petrolio saranno fondamentali per finanziare la transizione climatica del
Brasile, un Paese che, pur essendo l’8° produttore mondiale di petrolio, ricava
circa metà della sua energia da fonti rinnovabili.”
“Mentre lo shale oil sta calando, a livello mondiale quello estratto con
trivellazioni offshore da acque profonde (Deep Water) vedrà un’impennata del 60%
entro il 2030. Per trovare giacimenti di petrolio e gas sotto il fondo marino,
le compagnie energetiche usano cannoni ad aria compressa per creare mappe
sismiche”.
Dopo la fase di esplorazione l’ANP, l’Agenzia Nazionale Petrolio brasiliana, ha
già concesso alle industrie petrolífere Petrobras, ExxonMobil, Chevron e CNPC 19
blocchi per lo sfruttamento di petrolio e gas alla Foce del Rio Amazonas: 10
blocchi alla statale Petrobras e alla ExxonMobil, in un consorzio 50/50 gli
altri 9 blocchi a un consorzio composto da Chevron (65%) e dalla statale cinese
CNPC (35%), che nel frattempo ha dato il via a trivellazioni in acque
ultra-profonde, fino 11 mila metri per la ricerca di petrolio e gas, per cercare
di affrancarsi dal petrolio straniero .
In Brasile il Petrolio è ora il principale prodotto di esportazione, avendo
superato la soia.Nel 2006 c’è stata in Brasile la prima estrazione di Petrolio
PreSal, a profondità fino ai 7000 metri, sotto uno strato di sale spesso fino a
2.500 metri, ma nell’ultimo trimestre 2024 la produzione di è diminuita del
3,4%, per la necessità di più frequenti fermate per manutenzione dell’estrazione
dai pozzi, ma il petrolio da presal, estratto nei bacini di Santos e Campos,
rappresenta ancora a novembre 2024 il 71,5 della produzione totale di petrolio
in Brasile. Anche per questa crisi del PreSal il governo punta ad estrazioni
offshore a minor profondità e in altre località del mare.
Inoltre è da tener presente che il Brasile produce Petrolio greggio da
raffinare, ma ha solo 14 raffinerie ( l’Italia ne ha 11), molte vecchie e con
limitazioni tecnologiche per la lavorazione del petrolio pre-sal, che è più
leggero e richiede adattamenti. Il Brasile esporta attualmente il 52,1% della
sua produzione di petrolio (dati 2024 INEEP (Istituto per gli Studi Strategici
su Petrolio, Gas e Biocarburanti). Questo petrolio finisce per essere raffinato
in altri Paesi e una parte torna persino in Brasile come combustibile. La Cina
importa il 50% del petrolio estratto dal presal non raffinato. Il Brasile
importa ancora fino al 25% del suo gasolio ( con cui alimenta camion, trattori,
autobus e macchinari agricoli) e il 10% della benzina che consuma. Non c’è una
Sovranità energetica. I colli di bottiglia nella raffinazione mostrano una
contraddizione che grava pesantemente sulle tasche dei brasiliani, secondo i
dati dell’OEC. E’ bene sapere che in Brasile la popolazione è costretta a
viaggiare in bus e auto, i binari per trasporto di treni passeggeri sono solo
1500 km, rispetto ai 30.129 mila Km per trasporto merci dei quali solo 1121
elettrificati. E’ un bene che in Brasile nel 2024 ci sia stato una diminuzione
delle emissioni di CO2 del 16,7% , secondo l’Osservatorio brasiliano sul clima,
una rete di ONG ambientaliste, attribuita al successo del governo di Lula nella
lotta alla deforestazione, ma le enormi contraddizioni di Lula stanno esplodendo
alla vigilia della sua presidenza della COP 30. Lula ha sempre considerato il
Petrolio fondamentale per lo sviluppo del Paese e nell’ultimo anno l’ha difesa
più volte dal essere considerata responsabile dell’aumento dei prezzi dei
combustibili, ma nell’ultimo anno le ha chiesto di non pensare solo agli
azionisti.
Che posizione ha il Movimento Sem Terra di fronte a queste contraddizioni?
Nell’ultimo mese come Comitato Amigos MST Italia abbiamo chiesto al MST la sua
posizione ufficiale in merito all’autorizzazione per le trivellazioni alla foce
del Rio delle Amazzoni, concessa dal governo Lula, che include, per il 65%
aziende americane (ExxonMobil e Chevron).
Abbiamo scritto: “Il Brasile fa parte dei BRICS (che includono anche governi
razzisti e autoritari, come Iran, India, Egitto, ecc.) permetterà agli Stati
Uniti di massacrare il Mar del Pará (un oceano che, essendo il più forte,
reagirà inevitabilmente, con conseguenze gravi e non del tutto prevedibili per i
cambiamenti climatici e anche per la regione amazzonica), tutto questo alla
vigilia della COP 30, che il governo Lula presiederà?”.
Stedile ci ha risposto: “Avete assolutamente ragione. In effetti, stiamo vivendo
molte contraddizioni in ambito ambientale sotto il governo Lula …. ma le forze
del capitale sono più forti.”
I movimenti ecologisti, contadini, indigeni e terzomondisti continueranno la
loro lotta contro quella che Vandana Shiva chiama “ecoapartheid”?
Tutta Via Campesina, i movimenti ambientalisti mondiali e tutti movimenti
brasiliani lottano e lotteranno contro questo ecocidio. Anche la Commissione per
l’Ecologia Integrale dei vescovi brasiliani CNBB ha preso una posizione
durissima: “La Conferenza episcopale brasiliana (CNBB) condanna le trivellazioni
petrolifere nel Margine equatoriale e mette in guardia dall’incoerenza del
governo in materia di clima” CNBB ha ricordato che due anni fa, Papa Francesco,
nella sua esortazione Laudato Deum sulla crisi climatica, avvertiva: «Le
compagnie petrolifere e del gas hanno l’ambizione di realizzare nuovi progetti
per espandere ulteriormente la loro produzione. (…) Ciò significherebbe esporre
tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti dei cambiamenti
climatici”(LD 53). Vedremo come i movimenti riusciranno a incidere sulla COP 30
dei Governi.
La nostra lotta, senza guerra, continua, come ci hanno insegnato in America
Latina. Ricordiamoci sempre le parole illuminanti di Papa Bergoglio “Dio perdona
sempre, l’uomo qualche volta, la Natura non perdona mai”, di certo non perchè
Madre Natura sia matrigna, come affermava l’illustre oncologo Umberto
Veronesi.E’ l’uomo e il patriarcato che sono spesso patrigni.
Stop alla Guerra a MADRE NATURA!
Stop all’estrazione di Petrolio e al Massacro dei Mari!
Lorenzo Poli