Il fallimentare bilancio di una piccola legge
Come abbiamo detto in audizione parlamentare, quella del governo è una legge di
bilancio modesta e sbagliata, che condona gli evasori, grazia le grandi
ricchezze, fa elemosine sociali e aumentare le spese militari. Ciò che serve,
invece, è un’economia di pace, quella proposta da Sbilanciamoci! nella
controfinanziaria che presenteremo il prossimo 4 dicembre_
Il disegno di legge di bilancio del governo ha raccolto nelle audizioni al
Senato, e fuori, due soli encomi: quello scontato del CNEL di Brunetta e della
CISL, ex sindacato di lotta e ora solo di governo della segretaria Fumarola. Per
il resto la legge di bilancio è stata asfaltata – con toni istituzionali e
rispettosi – dall’Istat, dalla Corte dei Conti, dalla Banca d’Italia,
dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio e poi con toni più espliciti dai
sindacati, dalle forze economiche e sociali, dagli enti locali.
Il ministro Giorgetti, in modo doroteo, liquida questi giudizi come “tecnici”,
ricordando che al governo spetta il dovere di stabilire l’orientamento politico.
Di questa legge rimangono pochi aspetti positivi: non si va avanti sulla flat
tax (non ci sono i soldi) e si mantengono i conti “in ordine”. Questo, per
permettersi il prossimo anno – una volta usciti dalla procedura d’infrazione –
di fare una legge di bilancio elettoralistica a colpi di regalie e di prebende
alle clientele. I “conti in ordine”, oggi, si mantengono facendo cassa sui
lavoratori, i pensionati e utilizzando i soldi del PNRR per le coperture.
Per il resto, come ha detto Sbilanciamoci! in audizione lunedì 3 novembre, si
tratta di una legge lacunosa, sbagliata e modesta. E’ una legge modesta, perché
più di una legge di bilancio si tratta di una leggina di bilancio, rinunciataria
e senza nessuna ambizione. E’ una legge lacunosa perché è più lungo l’elenco di
quello che non c’è, di quello che c’è. E’ una legge sbagliata perché condona gli
evasori fiscali (viene chiamata “pace fiscale”, ma è una resa fiscale), aumenta
le spese militari, grazia le grandi ricchezze e i grandi patrimoni, fa elemosine
sociali invece di affrontare la povertà assoluta in crescita e le diseguaglianze
che sono in aumento.
La riforma dell’IRPEF favorisce i ricchi, i 2 miliardi di euro sui salari si
traducono in qualche euro in più al mese sugli stipendi, le risorse stanziate
per il Servizio sanitario nazionale sono una elemosina, i vari bonus, una
piccola toppa di fronte alle emergenze sociali del Paese. Si tagliano i fondi
alla lotta alla povertà, al trasporto pubblico locale, allo sviluppo
sostenibile, agli investimenti pubblici, ai centri antiviolenza.
Sullo sfondo la legge proietta le ombre di un’economia di guerra. L’aumento
delle spese militari per il 2026 è di 1 miliardo e 100 milioni, ma usciti dalla
procedura d’infrazione, la relazione alla legge di bilancio del MEF afferma che
nel 2026 sarà dedicato alla spesa militare lo 0,15% del PIL, nel 2027 lo 0,30% e
nel 2028 lo 0,50%: quindi all’incirca 22-23 miliardi di euro per le armi.
Risorse sottratte alla sanità, all’ambiente, al lavoro, ai diritti e che
finiranno nelle tasche dei mercanti di morte.
Serve, invece, un’economia di pace, quella proposta da Sbilanciamoci! nella
controfinanziaria che presenteremo al Senato il prossimo 4 dicembre.
Redazione Italia