Morti sul lavoro, una fiaccolata non basta
Ieri sera, 4 novembre, alcune centinaia di persone, chiamate dalla CGIL, dalla
CISL e dalla UIL di Roma e del Lazio, hanno partecipato ad una fiaccolata
partita dal Colosseo e arrivata, dopo aver percorso un tratto di Via dei Fori
Imperiali, a Largo Matteo Ricci, il luogo del parziale crollo della Torre
Medievale dei Conti.
La fiaccolata voleva ricordare Octav Stroici, l’operaio rimasto sepolto dalle
macerie, estratto in gravissime condizioni dopo oltre undici ore di complesse e
intense operazioni di soccorso e successivamente morto in ospedale.
In una nota la CGIL, la CISL e la UIL affermano: “E’ un giorno di profondo
cordoglio non solo per il mondo del lavoro, ma per tutta la nostra comunità,
profondamente ferita da questa tragedia. Octav è morto svolgendo un lavoro
gravoso, intenso e pericoloso a 66 anni, un’età in cui non solo si dovrebbe
essere dispensati da tali attività, ma in cui si dovrebbe già poter essere in
pensione. Ieri, mentre seguivamo con apprensione le operazioni di soccorso, nel
nostro Paese altre quattro persone sono morte sul lavoro. Una strage contro la
quale serve un’azione decisa da parte delle istituzioni e del sistema delle
imprese, per rafforzare e garantire le misure a tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro. Rivolgiamo un sentito ringraziamento a tutte le
lavoratrici e i lavoratori coinvolti nelle operazioni di soccorso: con
professionalità e dedizione, anche a rischio della propria incolumità, hanno
operato senza sosta, offrendo un esempio concreto di come il lavoro debba essere
al servizio delle persone, e non fonte di morte e sofferenza. Per Octav e per
tutti loro continueremo a batterci affinché il lavoro torni ad essere sinonimo
di dignità e sicurezza”.
Da parte mia credo che la doverosa mobilitazione di ieri sera sia stata, dal
punto di vista della partecipazione, assolutamente inadeguata alla gravità
dell’evento.
Il coinvolgimento delle altre categorie dei sindacati confederali è stato minimo
ed è completamente mancata la solidarietà e la partecipazione delle sigle dei
sindacati di base, che non mi risulta abbiano organizzato iniziative
alternative, degli studenti e della associazioni e comitati della “società
civile”.
Un’occasione persa che chiama in causa tutti coloro che non hanno portato in
piazza la propria solidale presenza.
A mio parere è indispensabile che tutti i sindacati, confederali e di base, le
associazioni democratiche e i partiti di opposizione (giacché quelli di governo
nulla fanno se non in negativo a favore delle lavoratrici e dei lavoratori) si
siedano ad un tavolo per organizzare una mobilitazione nazionale contro questa
continua strage di vite umane, frutto di uno sfruttamento sempre più
incontrollato ed espressione del più cinico disprezzo per la vita umana. Questo
è del resto il capitalismo ormai sdoganato nelle sue forme più estreme e
disumane dal pensiero neoliberista.
Mauro Carlo Zanella